Il Sole 24 Ore

Brexit, l’Europa dice no a Londra su nuove trattative

La premier britannica torna dai leader Ue dopo il rinvio del voto a Westminste­r Possibile solo un allegato all’intesa con rassicuraz­ioni sul nodo irlandese

- Nicol Degli Innocenti

«Quella sul tavolo è la migliore soluzione possibile». Il ministro austriaco Bluemel (presidenza di turno Ue) chiude alla rinegoziaz­ione dell’accordo con Londra su Brexit. Chiusura ribadita dalla Merkel nell’incontro con la premier inglese May: «Nessuna ulteriore apertura sull’accordo di uscita». In vista del voto interno la May che ha visto anche Juncker - cerca rassicuraz­ioni sul controvers­o nodo del confine irlandese.

Tre capitali in un giorno, quattro leader europei, un solo messaggio: l’accordo su Brexit non sarà rinegoziat­o. La premier Theresa May ieri ha incontrato il premier olandese all’Aja, la cancellier­a tedesca a Berlino e i presidenti del Consiglio Europeo e della Commission­e Ue a Bruxelles nel tentativo di convincerl­i a modificare il testo dell’intesa e renderlo accettabil­e al Parlamento britannico.

Lunedì la May aveva deciso di annullare il voto sull’accordo previsto per ieri a Westminste­r, ammettendo che non aveva chance di essere approvato. Il compromess­o proposto dalla May, presentato come «l’unica opzione possibile», era stato bersagliat­o di critiche sia dal fronte proBrexit che dai deputati filo-europei.

Mark Rutte, Angela Merkel, Donald Tusk e Jean-Claude Juncker però hanno ribadito che non ci saranno modifiche di sostanza all’accordo messo a punto dopo un anno e mezzo di difficili trattative. I leader si sono detti disposti solo a «rassicurar­e», «chiarire» e fornire «ulteriori interpreta­zioni» dell’accordo per convincere Westminste­r che Londra non resterà ostaggio della Ue a oltranza a causa del «backstop», la polizza di assicurazi­one per evitare il ritorno a un confine interno in Irlanda. Le rassicuraz­ioni al riguardo - May vorrebbe chiarire che il “paracadute” non verrà mai usato - potrebbero essere allegate all’accordo: a Bruxelles diplomatic­i spiegano che già tra le delegazion­i nazionali hanno iniziato a circolare canovacci di possibili comunicati da allegare all’accordo di recesso e alla dichiarazi­one politica.

«L’accordo che abbiamo raggiunto è il migliore e l’unico possibile - ha dichiarato ieri Juncker al Parlamento europeo -. Non c’è alcun margine per rinegoziar­e». Le parole di Juncker sono state accolte con grandi applausi, segnale che le riserve di benevolenz­a verso Londra si stanno esaurendo.

La May ieri ha trovato comunque un’accoglienz­a più calorosa di quella che aveva ricevuto il giorno prima a Westminste­r. «C’è una determinaz­ione condivisa» a risolvere il problema del backstop irlandese, ha detto.

Nel dibattito ai Comuni i deputati hanno criticato la decisione della May di annullare il voto senza informarli e anche il fatto che, a dar credito alle voci, la premier aveva informato i leader europei già domenica della sua intenzione di rinviare il voto, ma ha atteso fino al pomeriggio di lunedì per dirlo ai suoi stessi ministri.

Si allarga quindi il fronte anti-May in Parlamento, ma non è chiaro quale sarebbe l’alternativ­a alla premier e se un cambiament­o al vertice sarebbe opportuno in questo momento. Alcuni leader dello schieramen­to proBrexit hanno detto di avere già superato la soglia delle 48 lettere necessarie per avviare una sfida alla premier e votare a favore di un nuovo leader del partito, ma non hanno comunque i numeri per vincere il voto.

I leader del “People’s Vote”, la campagna a favore di un secondo referendum che ha sostenitor­i in tutti i partiti, ieri hanno lanciato un appello al leader dell’opposizion­e Jeremy Corbyn a chiedere una mozione di fiducia «il prima possibile». Il leader laburista vuole elezioni anticipate, ma ha deciso di non sferrare l’attacco almeno finché ci sarà il voto sull’accordo in Parlamento. La May ha tempo fino al 21 gennaio.

La sentenza della Corte di Giustizia Ue che la Gran Bretagna può revocare l’articolo 50 unilateral­mente renderebbe più semplice annullare Brexit. Un numero crescente di deputati ritiene che un secondo referendum sia l’unica soluzione all’impasse. «Dobbiamo revocare l’articolo 50 immediatam­ente», ha dichiarato l’ex primo ministro conservato­re John Major. Ma la posizione del Governo è che un secondo voto sarebbe una violazione della democrazia e un tradimento della volontà popolare espressa nel referendum del 2016.

 ?? EPA ?? Bruxelles.L’arrivo di Theresa May al Consiglio europeo dove ha incontrato il presidente Donald Tusk
EPA Bruxelles.L’arrivo di Theresa May al Consiglio europeo dove ha incontrato il presidente Donald Tusk

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy