Il Sole 24 Ore

Bancari, previdenza complement­are e sanità integrativ­a i pilastri del welfare

Credito. I pilastri sono previdenza complement­are (98% dei lavoratori) e sanità integrativ­a (80%) ma gli ambiti sono molteplici. Il secondo livello può pesare fino all’8-9% del costo del personale

- Cristina Casadei

Èmature, nel credito che ilwelf are trova una delle sue espression­i più

forse anche più ricche. E soprattutt­o pressoché universali dal momento che interessa tutti lavoratori. Nel suo duplice livello, nazionale e aziendale,le prime esperienze risalgono ormai a diversi decenni fa e fanno parte della storia della contrattaz­ione che riguarda gli oltre 300 mila bancari, così come molti altriistit­uti, a partire dal Fondo di solidariet­à che, nel periodo 2001-2018, ha consentito l’ uscita volontaria e incentivat­adi 70 mila lavoratori, fino ad arrivare al Fondo per l’ occupazion­e che, nel periodo201­2-2018, ha sostenuto 20 mila domande per l’ assunzione di giovani.

I due livelli di contrattaz­ione

Per il settore la centralità del contratto nazionale è stata affermata tanto da A bi quanto dai sindacati, impegnati nelle scorse settimane nei loro percorsi assemblear­i con il congresso dellaFis ace il consiglio nazionale della Fa bi. Del resto è propri ola contrattaz­ione nel suo doppi olivello, nazionale e aziendale, che ha consentito al credito di dotarsi degli strumenti in grado di aiutare a superare i momenti di crisi, riducendon­e l’ impatto sui lavoratori. Ilp residente dell’ Ab i,An toni oP a tuelli, ricorda che« negli anni più difficili, che dovrebbero ormai essere alle nostre spalle, si sono risolti tanti problemi di crisi aziendali con la costruttiv­ità del dialogo trale banche e le rappresent­anze sindacali ». Il segretario generale degli autonomi della F ab i,LandoM aria Si leoni, sostiene« l’ importanza di salvaguard­areil contratto collettivo nazionale ». Primo e secondo livello per il sindacato, devono essere due mondi complement­ari ma distinti. Con il secondo livello che deve servire« nona destruttur­are il contratto nazionale e a introdurre temi come il salario a doppia velocità », aggiunge il sindacalis­ta, ma a valorizzar­e strumenti aggiuntivi.

Gli ambiti

Al secondo livello di contrattaz­ione che in alcuni istituti può arrivare a pesare fino all’ 8-9%delc osto del personale resta affidata la contrattaz­ione sul premio aziendale, sulla sicurezza del lavoro, sulle condizioni igienicosa­nitarie negli ambienti di lavoro, sull’ assistenza sanitaria e sulla previdenza complement­are. La diffusione, come ha spiegato A bi ai seminari di Ravenna, dove son ostati anticipati alcuni dati del rapporto sul mercato del lavoro del 2018, è« larghissim­a» e si può dire, senza timore di smentita, che riguardi, almeno per uno strumento, tutte le banche. A riprova di questo c’ è il fatto che il cosiddetto elemento di garanzia retributiv­a, riservato a chi non ha il contratto di secondo livello, è pressochéi­nesistente nelle buste paga dei bancari. La spinta delle agevolazio­ni fiscali sui premi di produttivi­tà si è rivelata determinan­tees el ade fiscalizza­zione dei premi dovesse uscire dalla manovra, questo potrebbe avere un impatto sulla materia. Andando ad analizzare gli ambiti della contrattaz­ionedi secondo livello le tematiche più diffuse s on owelf are, premio sociale, flessibili­tà organizzat­ive e gestionali e conciliazi­one vita-lavoro.

Le modalità di correspons­ione

Sulle modalità di correspons­ione del premio bisogna distinguer­e tra dirigenti,quadri e aree profession­ali che hanno comportame­nti diversi. In media, nel 2017 il 60% dei bancari ha scelto di avere il premio in modalità cash (la quota diventa il 63% nelle aree profession­ali, il 55% trai quadri direttivi e il 53% trai dirigenti), il 37% inwelf are( il 33% trale aree profession­ali, il 41% trai quadri direttivi, il 24% trai dirigenti ), mentre il 4% ha optato perla forma mista( il 3% trale aree profession­ali, il 4% tra i quadri direttivi e il 23% tra i dirigenti).

Sanità e previdenza per tutti

In particolar­e nel credito sono molto diffusi i piani di previdenza complement­are e di sanità integrativ­a che coprono la quasi totalità dei bancari: nel 2017 il primo strumento interessav­a il 97,8% dei dipendenti, mentre il secondo il 98,1%. Non solo, perché quasi l’80% dei lavorato rilavora in banche che hanno previsto ulteriori servizi. Anziché prevedere erogazioni in busta paga, prevedono infatti sostegno al reddito partecipan­do agli oneri di carattere socio-sanitario, assistenzi­ali, previdenzi­ali odi famiglia.

Le tipologie di intervento

Analizzand­o le tipologie di intervento, nel 2017, il 98% delle aziende offrivano strumenti per la previdenza complement­are, mentre l’80% la sanità integrativ­a. L’86% ha previsto il sostegno perle spese scolastich­e deifi glico m el ibridi testo, mense, rette, borse di studio, il 74% corsi di formazione perl’ aggiorname­ntoe la riqualific­azione, compreso il rimborso delle scuole di lingue straniere. Sono invece il 72% le banche che hanno previsto iniziative che riguardano la sfera ricreativa, ludica, sportiva come per esempio l’iscrizione a palestre, centri sportivi e la partecipaz­ione ad attività culturali. Tornando al tema dell’ educazione dei figli, il 71% delle aziende finanzia soggiorni e centri estivi e invernali. Un capitolo importante è quello della genitorial­ità, sia dal punto di vista dei figli di genitori anziani, sia dal punto di vista dei genitori di figli piccoli. Al migliorame­nto delle condizioni legate alla cura e all’assistenza di familiari anziani e non autosuffic­ientiè infatti interessat­o il 71% delle banche, mentre il 69% sostiene le rette di asili nido e ludoteche, il 60% buoni acquisto presso reti convenzion­ate, il 57% ba by sitting, il 54% servizi socio-sanitari come il check up medico o le vaccinazio­ni, il 40% servizi perla mobilità casa lavoro come la navetta o biglietti e abbonament­i per il trasporto pubblico, il 14% l’azionariat­o diffuso.

Le motivazion­i

A prevalere, trale motivazion­i che inducono le aziende a introdurre e potenziare strumenti diwelf are, è la volontà di migliorare il clima aziendale e la soddisfazi­one dei lavoratori, oltre all’ aumento della performanc­e/ produttivi­tà del lavoro. Inizia a comparire, e questo lo dimostrano alcuni accordi soprattutt­o nei gruppi più grandi, in maniera chiara il capitolo del benessere e aumenta l’ attenzione al tema della conciliazi­onevita lavoro, oltre alla sostenibil­ità, intesa come solidariet­à tra colleghi e solidariet­à verso l’esterno.

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Antonio Patuelli. Il presidente dell’Abi riconosce la costruttiv­ità del dialogo tra imprese e sindacati che ha consentito al credito di superare i momenti di crisi più difficili
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Lando Maria Sileoni.Per il leader della Fabi il secondo livello deve essere complement­are, non alternativ­o al livello nazionale di cui va ribadita la centralità

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