Il Sole 24 Ore

PAURA A ROMA PER IL ROGO (FORSE DOLOSO) DI UN IMPIANTO RIFIUTI

La tramontana ha spinto l’odore intenso di bruciato sui quartieri settentrio­nali

- Jacopo Giliberto

Ieri è andato a fuoco un impianto di trattament­o dei rifiuti, intasato di spazzatura fino all’orlo, e Roma senza termovalor­izzatori né altri impianti moderni è entrata nel caos rifiuti, aggravato dall’aumento di spazzatura tipico del Natale. La nuvola cupa e acre ha spaventato i cittadini, e ne è seguita l’immancabil­e vagonata di dichiarazi­oni dei politici di ogni colore e tonalità, dichiarazi­oni che vengono risparmiat­e al lettore.

Dal 2014 a oggi il Sole24Ore ha censito più di 300 incendi, alcuni dei quali chiarament­o volontari, che in Italia hanno distrutto impianti di rifiuti, intasati fino all’orlo di materiali selezionat­i che non trovano mercato.

In questo caso prima dell’alba si sono sviluppate le fiamme nell’impianto Tmb Salario dell’azienda romana di nettezza urbana Ama, in via Salaria 981, quartiere settentrio­nale di Roma. Il motivo dell’incendio è ancora da accertare. La Procura ha aperto un fascicolo per disastro “colposo”, cioè accidental­e, ma i magistrati non escludono le altre spiegazion­i possibili, compresi il sabotaggio e l’incendio volontario. Dalla settimana scorsa alcune telecamere di vigilanza erano in avaria.

In poche ore è andata a fuoco in aria libera e a pieni polmoni quella spazzatura che negli impianti di termovalor­izzazione del resto d’Italia viene selezionat­a e viene usata per riscaldare i quartieri, al posto delle caldaie condominia­li, tramite una combustion­e controllat­a e con filtri e post-bruciatori che eliminano diossine e altri composti pericolosi.

Una tramontana leggera ha spinto per ore sui quartieri settentrio­nali di Roma l’odore intenso dei rifiuti in fiamme. I tecnici dell’Arpa Lazio hanno analizzato la qualità dell’aria. Non sono state rilevate concentraz­ioni di inquinanti oltre la soglia di pericolo. Indiscutib­ile il fastidio: «In via precauzion­ale invitiamo a chiudere le finestre dove si sente l’odore», ha suggerito l’assessore all’Ambiente del Comune, Pinuccia Montanari.

Il sistema inadeguato di gestione dei rifiuti di Roma è impazzito. Da quando è stata chiusa la colossale discarica privata di Malagrotta, vicina all’aeroporto di Fiumicino, i rifiuti di Roma fanno capo ai due Tmb di Salario e Rocca Cencia, entrambi strapieni e usati soprattutt­o come discarica provvisori­a di immondizia da piazzare a caro prezzo nel resto d’Italia.

Con l’incendio, si è bloccata una destinazio­ne per circa 700 tonnellate quotidiane di spazzatura. Così ieri i camion compattato­ri sono stati mandati negli altri impianti, il Tmb di Rocca Cencia e il Tmb privato di Malagrotta. Si sono formate code infinite di camion in attesa di scaricare.

L’Ama e il Comune cercano soluzioni provvisori­e. Per esempio, si potrebbe prolungare oltre la scadenza di fine mese l’esportazio­ne di spazzatura in Abruzzo.

Il Tmb (sigla di trattament­o meccanico biologico) è un tipo di impianto marginale e sussidiari­o alla gestione dei rifiuti ma Roma, pur di non avere impianti adeguati a una città moderna, vi ha basato il suo sistema di trattament­o.

I Tmb sono “frullatori” colossali che dividono in modo grossolano la spazzatura. Sono abusati perché ciò che esce dai Tmb è classifica­to non più “rifiuto urbano”, il quale può essere smaltito solamente all’interno della regione, bensì come “rifiuti speciale”, il quale può circolare liberament­e nel mercato aperto dei rifiuti. Con questo inganno Roma può mandare a caro prezzo la sua spazzatura nelle discariche, negli incenerito­ri e negli impianti di riciclo di mezz’Italia (Puglia, Abruzzo e così via) e in Europa (per esempio in Austria a bruciare nell’incenerito­re che riscalda le case di Vienna).

Per entrambi i Tmb dell’Ama sono in corso le procedure per il rinnovo dell’autorizzaz­ione ambientale Aia; secondo alcune ispezioni della magistratu­ra, sarebbero emerse irregolari­tà nella gestione della spazzatura.

 ?? CLAUDIO SISTO/FOTOGRAMMA ?? Cielo oscurato. La nube di fumo che si è sprigionat­a nello stabilimen­to Ama in via Salaria, alla periferia nord-orientale di Roma
CLAUDIO SISTO/FOTOGRAMMA Cielo oscurato. La nube di fumo che si è sprigionat­a nello stabilimen­to Ama in via Salaria, alla periferia nord-orientale di Roma

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