«Forte volatilità, ma non vedo recessione»
Tim Anderson ha il polso del mercato. Quello vero, fisico: è tra i pochi che ancora calca il parterre di Wall Street giorno dopo giorno, managing director del broker MND Partners della società di servizi finanziari ai grandi investitori TJM Investments.
Quali i motivi dell’incertezza sui mercati?
I difficili rapporti con Pechino, evidenziati dalla vicenda di Huawei, rappresentano una significativa incognita e hanno raggiunto un nuovo livello di tossicità. L’andamento debole del petrolio solleva a sua volta interrogativi, sintomo dei dubbi sulla salute dell’economia globale. E Brexit potrebbe continuare a dar adito a colpi di scena.
E le forti vendite a Wall Street?
Avevamo registrato un rally del 6% in sei sedute prima della recente caduta e non escludo ulteriori vendite. Ma l’economia statunitense rimane per ora un’ancora di salvezza: dovrà rispondere alla domanda su quanto sarà brusca la prevista frenata e quanto incideranno le escalation di scontri sull'intescambio.
Non vede lo spettro di una recessione?
Mi sembra eccessivo: se le tensioni commerciali almeno in parte rientreranno mi aspetto una crescita che si raffreddi senza però tornare a un debole passo tra l’1% e il 2%. La costante che vedo è tuttavia quella di una forte volatilità dimostrata dalle altalene di questi giorni.
L’economia Usa rimane un’ancora di salvezza: dovrà rispondere alla domanda su quanto sarà brusca la frenata
‘‘ L’azionario europeo viene scambiato 12 volte e mezzo gli utili contro l’S&P 500 dove il rapporto earning per share è al 15,7