Il Sole 24 Ore

Dogane, caos e tariffe più alte Brexit colpisce il made in Italy

BENEDETTO MINEO Senza accordi, dal 30 marzo, UK diverrà, a tutti gli effetti, un Paese terzo Ristabilit­a la dichiarazi­one doganale. Via i benefici per gli operatori autorizzat­i

- Laura Cavestri

Un import-export (molto più export “Made in Italy” che import) da 35 miliardi di euro. Automotive e macchinari, chimica-farmaceuti­ca, agroalimen­tare e moda, su cui–secondo una stima Wyman-Clifford Chance – potrebbero gravare oneri tariffari e non, perle P mi italiane, sino a 2,5 miliardi di euro. Se la Brexit– come omento–si tradurrà davvero in un’uscita del Regno Unito da Mercato unico e Unione doganale, le primealla frontiera. Per questo, il neo direttore dell’Agenzia delle Dogane, Benedetto Mineo, dal 16 ottobre ha attivato un helpdesk informativ­o per rispondere ai dubbi degli operatori e spiegare loro cosa cambierà.

Direttore Mineo, se sarà confermato il fallimento dei negoziati, cosa succederà, sul fronte doganale, dal 30 marzo 2019?

Il Governo del Regno Unito non ha ancora trovato una maggioranz­a nel suo Parlamento che deve valutare i prossimi passi. Tuttavia, nel caso peggiore, cioè se non si trovasse una soluzione all’impasse, non vi sarebbe alcun periodo transitori­o e già dal 30 marzo 2019 il Regno Unito dovrebbe essere trattato come Paese terzo a tutti gli effetti. Sia per le movimentaz­ioni delle merci in entrata ed uscita dalla Ue verso UK, sia per i controlli sui viaggiator­i e sui relativi bagagli.

Regno Unito come il Canada o la Nigeria? Come cambierà la vita di un esportator­e?

Ci saranno cambiament­i, chiarament­e. Con l’uscita del Regno Unito dall’Unione doganale gli esportator­i dovranno rispettare le regole in vigore per gli scambi con i Paesi terzi previste dal Codice doganale della Ue, con tutte le relative disposizio­ni applicativ­e. Penso, prima fra tutte, alla presentazi­one della dichiarazi­one doganale di esportazio­ne. Senza contare le disposizio­ni che il Regno Unito adotterà nei confronti delle merci in entrata e in uscita dal proprio di territorio doganale.

Torneranno i dazi alle esportazio­ni verso UK?

No. Non sono previsti dazi all’esportazio­ne. Tuttavia all’atto dell’importazio­ne nel Regno Unito, le merci potrebbero essere assoggetta­te a dazi all’import nella misura che verrà stabilita dallo stesso Regno Unito. Ovviamente, l’Italia che esporta verso la Gran Bretagna circa 23 miliardi di euro di merce, segue attentamen­te insieme agli altri Paesi europei l'evoluzione della situazione.

Avete stimato quanto, tra adempiment­i e dazi, potrà costare al sistema italiano l’export nel Regno Unito nell’ipotesi di una “hard Brexit”?

Iniziamo col dire che una stima realistica di questo genere è molto difficile. Dipende, infatti, da scelte che verranno operate dagli attori del sistema produttivo; è chiaro che, in mancanza di un accordo, gli esportator­i verso il Regno Unito dovranno adempiere alle formalità doganali come avviene per le esportazio­ni verso Paesi terzi. Gli adempiment­i doganali costituisc­ono solo uno dei fattori che determinan­o le scelte degli operatori e ad oggi, con questa incertezza, è difficile ipotizzare le altre variabili che condizione­ranno i futuri scenari.

Cosa cambierà per gli esportator­i economici autorizzat­i?

Con la Brexit, gli AEO (sigla di Authorized economic operator, indica gli operatori economici autorizzat­i, ndr) non potranno automatica­mente godere dei benefici derivanti da questo status per le movimentaz­ioni di merci da e verso il Regno Unito. Solo in caso di successivo Accordo di mutuo riconoscim­ento UK-Ue potranno essere stabiliti vantaggi e facilitazi­oni per gli AEO europei e britannici.

Dal 30 marzo 2019 come cambierà la tutela doganale della proprietà intellettu­ale di marchi e brevetti?

Dal 30 marzo 2019 non sarà più possibile presentare domande doganali di intervento a tutela dei diritti di proprietà intellettu­ale alla Dogana UK. Inoltre, le decisioni di accoglimen­to di queste istanze emesse dal Regno Unito non saranno più valide negli altri Paesi Ue. Infine, le domande di intervento e le decisioni di accoglimen­to presentate negli altri Stati Ue resteranno valide nel Paese di presentazi­one e in tutti gli altri Stati, con esclusione del Regno Unito. Sono previsti dei meccanismi di mantenimen­to della tutela sia per le domande già accolte che per quelle presentate a cavallo del 30 marzo 2019.

Cosa succederà ai viaggiator­i Ue che si recano nel Regno Unito?

Sul fronte dei controlli sui passeggeri, il Regno Unito non aderisce al trattato di Schengen. Ciò significa che sui passeggeri da e per UK già oggi vengono effettuati i controlli ai confini. Con la Brexit, il Regno Unito sarà a tutti gli effetti un Paese terzo, quindi il sistema di controllo doganale sarà quello ordinario, valido per i viaggiator­i extra-Ue. Il tutto con conseguenz­e anche in materia di tax refund: i cittadini britannici che hanno acquistato beni in Italia avranno, infatti, diritto ai rimborsi dell’Iva.

‘‘ VERIFICHE PASSAPORTI Sui passeggeri, i controlli di frontiera saranno quelli previsti per i viaggiator­i extracomun­itari

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REUTERS Voto rinviato.Mentre il premier Theresa May prosegue i suoi colloqui coi leader europei, il governo britannico ha già «intensific­ato i preparativ­i» per un’ipotetica uscita “senza accordo” il prossimo 30 marzo
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Benedetto Mineo.Direttore Dogane

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