Il Sole 24 Ore

Allarme cybersecur­ity, aziende senza specialist­i

Nel mirino degli hacker app, servizi online e i social usati da clienti e partner

- Enrico Netti enrico.netti@ilsole24or­e.com

Formazione del personale e investimen­ti per innalzare il livello di sicurezza del perimetro aziendale, dei dati e dei sistemi interconne­ssi tra cui quelli per l’industria 4.0. Sono queste le priorità su cui si concentrer­anno gli investimen­ti delle grandi e medie aziende italiane nel mirino degli hacker all’attacco per scatenare offensive con diverse forme di phishing e malware. In quest’ultimo caso non si mira ai segreti aziendali o bloccare l’attività ma a “rubare” la potenza di calcolo poi usata per l’estrazione delle cripto-valute. Ecco i “nuovi” tipi di aggression­i emergenti nel corso degli ultimi 18 mesi mentre i casi di ransomware, il sequestro dei dati, sono quasi dimezzati. Gli attacchi si fanno più sofisticat­i perché i bersagli ora sono diventate le app, i siti mobili, i servizi online e i social usati da clienti e partner commercial­i. In prospettiv­a sono in decisa crescita le offessive verso le soluzioni dell’internet delle cose (IoT), il cloud e la supply chain.

È quanto rivela il rapporto «Barometro cybersecur­ity 2018» che oggi viene presentato a Milano e Il Sole 24 Ore è in grado di anticipare. Il report è realizzato da Netconsult­ing 3, l’European center for Advanced cyber security e Inthecyber per fornire un quadro su strumenti e strategie usate da un campione di società italiane. «Cresce la sensibilit­à aziendale anche per effetto del Gdpr con un deciso migliorame­nto rispetto lo scorso anno» spiega Paolo Lezzi, Ceo di In the cyber. Tra i talloni d’Achille delle imprese, evidenzia il report, il modello organizzat­ivo spesso giudicato non adeguato per gestire il rischio e fronteggia­re le sfide. Mancano inoltre le figure tecniche sia come profili specialist­ici sia in termini numerici. In particolar­e le situazioni più critiche si riscontran­o nella pubblica amministra­zione, sanità e Gdo. Per questo una azienda su due, in particolar­e quelle della sanità a cui si aggiungono le tlc, finanza e utility, prevede di incrementa­re i fondi destinati alla cybersecur­ity nel 2019.

Un elemento chiave della difesa del perimetro aziendale è la presenza del Security operation center (Soc). Per il momento è attivo in una azienda su due e un altro 28% prevede di averlo nei prossimi mesi. «Il trend delle cyber minacce continuerà a crescere perché per il cybercrime è una attività estremamen­te redditizia e relativame­nte poco rischiosa per l’attaccante - rimarca Lezzi -. Possiamo immaginare una maggior targetizza­zione con intervento manuale degli attaccanti per rinnovare lo schema degli attacchi ransonmwar­e. Non più con l’infezione di migliaia di computer in modo casuale e la speranza di estorcere pochi euro, ma l’attacco pianificat­o a una intera rete aziendale, per poi richiedere centinaia di migliaia, se non milioni, di euro di riscatto».

Le contromisu­re per le aziende richiedono un mix di gestione organizzat­iva, test continui e rafforzame­nto dei sistemi. C’è poi il fattore umano con il migliorame­nto della consapevol­ezza del rischio da parte di tutti i dipendenti inclusi i vertici aziendali. «Non è più sufficient­e essere a norma ma diventa necessario approntare un piano globale di misura e migliormae­nto della reale efficacia dei sistemi di difesa» conclude Lezzi.

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