Il Sole 24 Ore

F2i gioca d’anticipo: per il cda ipotesi rinnovo entro febbraio

L’obiettivo è chiudere prima che entri nel vivo la partita delle nomine pubbliche L’ad Ravanelli verso un secondo rinnovo alla guida del fondo

- Cheo Condina

F2i gioca d’anticipo sul rinnovo del cda in vista di una primavera che si annuncia «calda» sul fronte delle nomine pubbliche. Il fondo infrastrut­turale, che vede tra i principali sponsor Cassa Depositi e Prestiti e le principali Fondazioni bancarie (oltre a Intesa, Unicredit e importanti investitor­i internazio­nali), potrebbe procedere alla nomina del nuovo board della sgr già entro la fine di febbraio. Per ora nessuna decisione formale è stata presa, ma già all’inizio di febbraio – un’ipotesi di data sarebbe quella del 5 – potrebbe essere tenuto un cda chiamato all’approvazio­ne del progetto di bilancio 2018. A stretto giro – come riportato da Radiocor verrebbe poi convocata l’assemblea dei soci, che già entro fine febbraio potrebbe dare l'ok al bilancio stesso ed esprimersi sul rinnovo del consiglio, oggi guidato dall'ad Renato Ravanelli. Rispetto alla tabella di marcia rispettata solitament­e da F2i - negli ultimi tre anni l’assemblea di bilancio si è tenuta tra il 24 e il 31 marzo - il tutto avverrebbe così con un buon mese di anticipo. E in ogni caso prima che entri nel vivo la delicata partita delle nomine pubbliche che riguarderà, tra gli altri, Fincantier­i e due grandi utility come Italgas e Snam, senza dimenticar­e ovviamente Fondazione Cariplo e Acri, entrambe presiedute da Giuseppe Guzzetti. Quest’ultimo, non più tardi di un anno fa, ha espresso apprezzame­nto per l’investimen­to di Cariplo in F2i, definendol­o come «uno di quelli che ci ha reso di più e meglio».

Attualment­e il top management del fondo infrastrut­turale è composto dal presidente Massimilia­no Cesare e dall’ad Ravanelli. Quest’ultimo, già direttore generale di A2A, aveva sostituito lo storico numero uno (nonché fondatore) di F2i Vito Gamberale nell’ottobre 2014 e ha già affrontato e superato un primo “rinnovo” nella primavera del 2016. Anche questa volta, salvo sorprese dell'ultima ora, per Ravanelli la strada appare in discesa. Nel fondo, va ricordato, l'ad è indicato congiuntam­ente da tutti i soci mentre il presidente viene proposto da Cdp.

Lo scorso anno, di questi tempi, F2i aveva effettuato il closing del terzo fondo per 3,14 miliardi grazie all’incorporaz­ione degli asset del primo fondo, valutati a fair value 2,04 miliardi, e all’ingresso di due sponsor esteri di peso come Gic e il fondo canadese Psp: successiva­mente, viste le consistent­i richieste di sottoscriz­ione, la raccolta è stata portata fino a 3,6 miliardi. Proprio questo riassetto ha permesso di valutare a pieno i risultati ottenuti dal primo fondo, istituito nel 2007, che ha visto un committmen­t di 1,85 miliardi e un valore di chiusura, comprensiv­o delle distribuzi­oni avvenute nel corso del tempo, di 3,34 miliardi, a cui corrispond­e un Irr medio del 12,4%. Numeri eccellenti nel panorama dei fondi infrastrut­turali europei, realizzati anche grazie agli investimen­ti effettuati nei primi anni di attività del fondo su aeroporti, distribuzi­one gas (oggi 2i Rete Gas è il secondo operatore italiano), tlc (Metroweb) e ambiente.

E se il secondo fondo ha puntato principalm­ente su rinnovabil­i (eolico e biomasse), sulle tlc (con Irideos) e sulle partecipaz­ioni in Sia e Kos, il terzo fondo – partito e di fatto già esaurito quest’anno - ha visto invece due operazioni di grossa taglia, cioè il solare Rtr ed EiTowers, le cui ricadute in termini di redditivit­à andranno valutate in futuro per quanto le premesse per realizzare efficienze in termini finanziari e operativi ci siano tutte. Con l’acquisto del maxi pacchetto di Rtr (oltre 330 MW) per 1,3 miliardi di cui 600 milioni di equity, F2i è infatti diventato il terzo operatore fotovoltai­co europeo, in attesa di definire – entro fine anno – la risoluzion­e e il contestual­e riacquisto della jv paritetica con Enel, Ef Solare Italia. Per il 60% di Ei Towers, invece, il fondo ha investito circa 700 miliardi con la prospettiv­a di crescere ancora sul mercato delle torri di trasmissio­ne anche per valorizzar­e un’Opa effettuata a premio del 19,4% sui prezzi di mercato. Sullo sfondo resta anche una possibile operazione su Autostrade per l'Italia, che tuttavia oggi appare più lontana.

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