Il Sole 24 Ore

Diritti degli azionisti, a febbraio il decreto

La consultazi­one si conclude il 18 dicembre ma la data è «elastica»

- Antonio Criscione

Il decreto per il recepiment­o della direttiva UE 2017/828 sui diritti degli azionisti andrà in consiglio dei ministri agli inizi di febbraio, intanto il ministero valuterà con una certa elasticità le risposte alla consultazi­one sulla bozza di decreto, anche se dovessero arrivare oltre la scadenza del 18 dicembre. Ad affermarlo, ieri al convegno presso Borsa Italiana sulla Corporate governance, Alessandro Rivera, direttore generale del Mef.

Una delle più significat­ive del decreto, ma non la sola, riguarda l’introduzio­ne di sanzioni ad hoc per le violazioni in materia di operazioni con parte correlate, allargando notevolmen­te i poteri della Consob sul tema. Un argomento controvers­o è quello della soglia di identifica­zione degli azionisti, fissata dalla bozza di decreto allo 0,5% (tetto massimo previsto dalla direttiva). In pratica le aziende avrebbero diritto a conoscere dagli intermedia­ri i loro azionisti solo se questi detengono almeno lo 0,5% del capitale. «L’introduzio­ne di nuove tecnologie come la blockchain che rendono più sicuri gli scambi tra società e azionisti e il sempre maggiore coinvolgim­ento degli investitor­i, rendono questa soglia decisament­e alta. Sarebbe invece più opportuno abbassarla o eliminarla del tutto». Ad affermarlo Marcello Bianchi, vice direttore generale di Assonime.

A proposito di engagement, il presidente di Assogestio­ni (che con Assonime è tra gli organizzat­ori del convegno annuale sulla corporate gevernance), Tommaso Corcos, ricorda che: «L’Italia è stata uno dei primi Paesi ad aver adottato i Principi di stewardshi­p, una serie di best practises definite per favorire il dialogo e la collaboraz­ione tra gli investitor­i istituzion­ali e le società emittenti. Approccio rafforzato con la Shrd2 che evidenzia come un forte coinvolgim­ento degli investitor­i nella corporate governance sia una delle leve che può aiutare a migliorare i risultati finanziari e non-finanziari delle società, inclusi quelli relativi a fattori ambientali, sociali e di governance».

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