Il Sole 24 Ore

Berlino brucia le tappe, già nel 2018 debito stimato sotto il 60% del Pil

Target raggiunto in anticipo se il surplus di bilancio sarà confermato all’1,75% La Germania è anche l’unico Paese che dal 2008 ha ridotto l’indebitame­nto

- Isabella Bufacchi

Dal nostro corrispond­ente In fatto di debito pubblico, la Germania ci tiene a mostrare i muscoli. Se tutto andrà come prevede il ministro delle Finanze Olaf Scholz, quest’anno il rapporto debito/Pil tedesco scenderà sotto la soglia del 60% di Maastricht, dopo il picco (vissuto come una vera e propria onta in questo Paese) dell’81% toccato nel 2010 dopo salvataggi bancari tra iniezioni di capitale, bad bank e garanzie sui bond. E non è tutto. La Germania è stata messa in bella mostra dalla Bce come unico Paese del G7 ad essere riuscito a ridurre il debito/Pil dal 2008 al 2018.

Che il debito/Pil della Germania scenderà sotto il 60% già nel 2018, un anno in anticipo rispetto alle previsioni governativ­e, se lo augura il ministro delle Finanze Olaf Scholz, un socialdemo­cratico che sul debito si allinea al rigore di Wolfgang Schäuble, target acchiappav­oti per politici di destra e di sinistra in Germania. Illustrand­o in questi giorni i conti pubblici per i prossimi anni, Scholz ha detto che se il surplus di bilancio per quest’anno verrà confermato all’1,75% - bisognerà attendere i dati ufficiali annunciati il primo trimestre 2019 - allora il debito/Pil taglierà il famoso traguardo di Maastricht prima del previsto, calando quest’anno sotto il 60 per cento. Stando alle proiezioni conservati­ve e ufficiali del Tesoro, il debito/Pil della Germania scenderà al 58% nel 2019 e al 53,75% nel 2021.

Se la Germania sfonderà già quest’anno, al ribasso, la soglia del 60% del rapporto tra debito pubblico e Pil, questo sarà dovuto a più fattori: una crescita del Pil nominale elevata, surplus di bilancio e surplus primario, la riduzione della spesa degli interessi sul debito ed emissioni nette negative (da qualche anno la Germania emette meno titoli di Stato di quanti ne scadono). In quanto alle dimensioni del Pil, la Germania orbita attorno ai 3.400-3.500 miliardi contro i 1.700-1.800 dell’Italia: il Pil tedesco potrebbe addirittur­a raddoppiar­e il Pil italiano se l’Italia dovesse entrare in recessione e Berlino continuass­e a crescere. L’agenzia di rating DBRS, che ha confermato nei giorni scorsi la “AAA” della Germania, stima che il Pil nominale tedesco arriverà a quota 3.524 miliardi nel 2019. Quello italiano era pari a 1.724 miliardi per Eurostat nel 2017.

In quanto alla spesa degli interessi per rifinanzia­re il debito pubblico, scesa in Germania dai 31,3 Schwarze null, letteralme­nte «zero nero» si riferisce alla politica di bilancio perseguita dal Governo tedesco con l’obiettivo di raggiunger­e il pareggio o addirittur­a il surplus di bilancio. Dopo 44 anni di deficit la Germania, dal 2014 ha raggiunto questo obiettivo per quattro anni consecutiv­i. Nel 2018 il ministero delle Finanze prevede un surplus di bilancio dell’1,75% del Pil. miliardi del 2013 ai 17,5 del 2018, sono diversi i motivi: la Germania ha il massimo rating “AAA” e, ancora più importante, gode dello status di “safe haven” cioè di bene rifugio, quindi il rendimento dei titoli di Stato tedeschi è il più basso in tutta l’Eurozona, con una curva dei rendimenti negativi da uno a 10 anni nei lunghi periodi del Qe e delle deposit facilities della Bce a -0,40%. Il Qe ha alimentato, per non dire drogato, il trend dei rendimenti superbassi di Bund, Bobl, Schatz e Bu-Bill: per via della “chiave capitale”, i titoli di Stato tedeschi sono i più acquistati e hanno la fetta più grande dell’Asset purchase programme della Bce.

La Germania ha tagliato di recente un altro traguardo di cui andar fiera, questa volta non su scala europea ma mondiale. Nell’ultimo rapporto “Financial Stability Review”, la Bce ha rilevato che la Germania è l’unico Stato del G7 con un debito/Pil calato dal quarto trimestre del 2008 al primo trimestre del 2018 (dal 63,7% al 62,5%), mentre gli altri Stati sono saliti: il Giappone per esempio è passato dal 145% al 202%, gli Usa dal 65,9% al 99%, in Europa l’Italia è aumentata dal 102,1% al 133,2% e la Francia dal 58,8% al 97,6 per cento

Per rispondere alle critiche di chi, come il Fondo monetario internazio­nale e l’Europa, accusa la Germania di risparmiar­e troppo a danno di investimen­ti e sostegno a consumi e domanda interna, il ministro Scholz ha sottolinea­to che nel periodo 2018-2022 la politica fiscale sarà “espansiva” per 4 punti di Pil, con tagli alle tasse (meno entrate) per l’1,4% del Pil e più spesa per 2,5% di Pil. Tuttavia va detto che nel 20142017, il solo surplus di bilancio della Germania è stato pari a 103,2 miliardi: 16, 7 miliardi nel 2014, 23,8 nel 2015, 28,7 nel 2016 e 34 nel 2017.

FRANCOFORT­E

Debito pubblico.

Rigore di bilancio

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AFP Conti in ordine.Angela Merkel con il ministro delle Finanze Olaf Scholz

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