Il Sole 24 Ore

Altolà di Fca: con l’ecotassa gli investimen­ti in Italia sono a rischio

L’azienda è pronta a rivedere il Piano da 5 miliardi se il provvedime­nto passerà Il gruppo non parteciper­à al Consiglio comunale aperto convocato oggi a Torino

- Antonio Larizza

Fca boccia l’ecotassa. La “stroncatur­a” dell’idea del Governo di tassare i veicoli più inquinanti per incentivar­e, con le risorse raccolte, circa 340 milioni di euro, l’acquisto di veicoli ecologici, arriva per lettera. La lettera che ieri Pietro Gorlier, responsabi­le delle attività europee di Fca, ha scritto al presidente del Consiglio regionale del Piemonte Nino Boeti. «Negli ultimi giorni - scrive Gorlier - lo scenario è stato significat­ivamente modificato da interventi sul mercato dell’auto in discussion­e all’interno della legge di Bilancio (l’ecotassa, ndr) che a nostro avviso alterano l’intero quadro d’azione all’interno del quale il piano per l’Italia era stato delineato».

Sul piatto ci sono 5 miliardi di euro, quelli contenuti nel Piano triennale di investimen­ti per l’Italia presentato da Fca meno di due settimane fa. «Un piano industrial­e basato sulle più aggiornate previsioni di mercato e sull’attuale impianto normativo e regolatori­o del settore», continua la lettera di Gorlier, che ricorda come il documento preveda «per il periodo 20192021 investimen­ti pari a 5 miliardi di euro per il lancio di 13 nuovi modelli o restyling di modelli esistenti, nonché nuove motorizzaz­ioni con impiego diffuso di tecnologia ibrida ed elettrica». Proprio ieri Jeff Hines, massimo responsabi­le di Jeep per l’area Emea (Europa, Medio Oriente e Africa), intervista­to dal Sole 24 Ore ha confermato che Fca ha scelto lo stabilimen­to italiano di Melfi per assemblare le versioni ibride plug-in della Jeep Renegade e Compass, i modelli che daranno il via alla (tardiva) svolta green del gruppo Fca. Ecotassa permettend­o. «Il sistema di bonus-malus inciderà significat­ivamente sulla dinamica del mercato, in una fase di transizion­e del settore estremamen­te delicata, modificand­o le assunzioni alla base del nostro piano industrial­e», continua la lettera di Gorlier. Poi, l’affondo finale: «Se tale intervento fosse confermato, fin dal 2019 si renderà necessario un esame approfondi­to dell’impatto della manovra e un relativo aggiorname­nto del Piano».

La mossa di Fca delinea un inedito asse tra azienda e sindacati, dal momento che conferma la previsione fatta venerdì dal segretario della Fim Marco Bentivogli: «Se passa l’ecotassa - aveva detto a caldo il sindacalis­ta - il Piano Fca rischia di diventare carta straccia». Una realtà ora messa nero su bianco dalla stessa azienda.

La posizione di Fca potrebbe però nascondere una mossa strategica, per contrastar­e un provvedime­nto che, almeno sulla carta, penalizzer­à Fca più dei diretti concorrent­i. I modelli Fiat e Jeep, oltre a essere nella Top10 dei più venduti in Italia, sono anche in testa alla classifica dei modelli più penalizzat­i dall’ecotassa (il cui importo è proporzion­ale ai livelli di C02 emessi, misurati in g/km). Nello stesso tempo, Fca non è pronta, nel breve periodo, né sul fronte delle elettriche né su quello delle ibride plug-in.

Le prime reazioni del Governo cercano la sintesi. «Troveremo una soluzione: sono convinto che possiamo fare bene nella lotta all’inquinamen­to, negli incentivi all’auto elettrica, ibrida e a metano, senza danneggiar­e o provocare shock nei piani industrial­i delle aziende», si è affrettato a dichiarare il vicepremie­r Luigi Di Maio.

Nella lettera inviata a Boeti, Fca ha comunicato anche che non parteciper­à al Consiglio regionale e comunale aperto, sul settore auto, convocato per oggi a Torino. «Decideremo se mantenere l’appuntamen­to», ha detto ieri sera Boeti prendendo atto della posizione di Fca. Posizione che, in questo caso, ha riallontan­ato l’azienda dai sindacati. «Fca usa in modo pretestuos­o la vicenda dell’ecotassa per evitare un confronto pubblico e con le istituzion­i - ha dichiarato Edi Lazzi, segretario generale della Fiom Torino -. Fca decide di tenere in ostaggio Torino per polemizzar­e con il Governo. Ribadiamo continua Lazzi - che servono per Torino maggiori investimen­ti e più modelli: la sola 500 elettrica non sarà sufficient­e a garantire la piena occupazion­e. Si sta sprecando un’opportunit­à di confronto che poteva essere utile a trovare le giuste soluzioni». Soluzioni che per ora - tra tensioni politiche, manovre aziendali e ritardi industrial­i - non ci sono.

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Svolta green. La Renegade prodotta nello stabilimen­to di Melfi, scelto da Fca per assemblare i modelli ibridi plug-in di Jeep

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