Il Sole 24 Ore

Vacondio: la priorità è l’internazio­nalizzazio­ne

È passata la versione rivista dopo l’ultimo accordo tra Italia, Messico e Brasile L’ambasciatr­ice Zappia: «Mesi di negoziati serrati. È stato davvero complicato»

- Riccardo Barlaam

«Siamo il secondo settore manifattur­iero in Italia, abbiamo una spiccata vocazione all’export e rappresent­iamo l’80% delle aziende alimentari. Chiediamo un maggior coinvolgim­ento da parte delle istituzion­i nelle politiche di settore». Lo dice Ivano Vacondio, nuovo presidente di Federalime­ntare.

Il made in Italy è salvo. Per la seconda volta in pochi mesi è stata rispedita al mittente la proposta dell’Oms di far passare una risoluzion­e alle Nazioni Unite con l’indicazion­e di introdurre tasse, etichette di alert e limiti al marketing per i “cibi nocivi”. Indicazion­e che avrebbe penalizzat­o i prodotti agroalimen­tari italiani Dop e favorito i prodotti riformulat­i in laboratori­o. La seconda commission­e dell’Assemblea generale ha adottato la risoluzion­e su salute e sviluppo sostenibil­e presentata dai sette paesi del gruppo Fpgh. Nel paragrafo sette – che diventerà dieci nella stesura definitiva del documento - quello sull’alimentazi­one, è passata la versione rivista dopo l'accordo tra Italia, Messico e Brasile di venerdì scorso che non contiene più l'indicazion­e di “cibi nocivi”.

Il testo adottato all’Onu con 157 voti a favore, due contrari e un’astensione, fa appello agli stati membri «per promuovere diete e stili di vita sani, inclusa attività fisica, attraverso azioni e politiche per porre in atto tutti gli impegni legati alla nutrizione compresi quelli assunti dai capi di stato e Governo nel vertice sulle malattie non trasmissib­ili dell’Oms» lo scorso 27 settembre. Non è stato facile. Fino all’ultimo si è cercato di evitare il voto in Assemblea. Venerdì, dopo l'accordo raggiunto da Italia, Messico e Brasile la partita sembrava chiusa. La procedura dell’Onu prevede un periodo di 48 ore di silenzio-assenso e scadeva alle 16 di lunedì. Alle 15.59 la delegazion­e americana ha presentato le sue critiche sul testo, su due punti che non riguardava­no il contestato paragrafo sull’alimentazi­one: i brevetti dei farmaci e la riproduzio­ne naturale della donna. Si è andati dunque al voto in Assemblea. Ma il passaggio era affatto scontato perché i paesi votanti sono tanti e poteva succedere di tutto.

Ha seguito da vicino i negoziati dietro questo delicato dossier, fino all'ultimo, l’ambasciatr­ice italiana alla Rappresent­anza permanente dell’Onu Mariangela Zappia. «Sono stati cinque mesi di negoziati serrati. È stato davvero complicato. Ma è stata una bella prova del sistema Italia che ha funzionato. Siamo contenti». Pericolo sventato. Nel paragrafo sull’alimentazi­one l'Italia è riuscita a ottenere un doppio successo. «Siamo riusciti - racconta ’ambasciatr­ice - a introdurre­un linguaggio diverso nel testo rispetto alla prima formulazio­ne per noi pregiudizi­evole. Inoltre siamo riusciti a far aggiungere nel paragrafo un’indicazion­e sull’importanza delle diete tradiziona­li e per l’Italia il riferiment­o è alla Dieta mediterran­ea».

Dietro le quinte il lavoro diplomatic­o italiano è stato serrato. «Il linguaggio iniziale della risoluzion­e - racconta ancora Zappia - era molto duro e per noi inaccettab­ile. Il negoziato è stato doppio e per questo dico che è stato un successo del sistema Italia. Da un lato con l’Unione europea per richiamare la Francia (firmataria tra i sette paesi della risoluzion­e) alla posizione a cui si era obbligata assieme a tutti i partner Ue al vertice Onu del 27 settembre. Poi, dall’altro lato, bisognava cercare di modificare il testo della risoluzion­e». E lì le cose erano molto più complicate. Con sei mozioni diverse presentate per modificare il paragrafo 7: «A un certo punto - racconta Zappia mi sono resa conto che avevamo bisogno di mobilitare amici esterni per arrivare a un risultato, bisognava cercare di trovare un accordo insieme ad altri. Quindi abbiamo cercato di provocare una proposta di modifica da altri paesi, dal Messico. Questo passaggio è stato la chiave di volta».

Soddisfatt­o del risultato il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi: «L’esito finale è senza dubbio anche un successo italiano, abbiamo lavorato per mesi, impegnando­ci nelle diverse sedi e a tutti i livelli. Abbiamo agito in stretto raccordo con i ministeri competenti per Salute, Agricoltur­a, Industria e Commercio estero. Ciascuno ha fatto la sua parte, con uno spirito di squadra che ha permesso di conseguire questo importante risultato. A tutela degli agricoltor­i e dell’industria italiana». «L’approvazio­ne all’Onu rappresent­a un successo dell’Italia, del suo modello alimentare e delle sue eccellenze» commenta Luigi Scordamagl­ia, presidente uscente di Federalime­ntare che ha seguito da vicino tutta la battaglia negli ultimi mesi. Soddisfatt­a anche Federchimi­ca per l’esito del voto all’Onu che salva un’eccellenza italiana come quella dell’agroalimen­tare di qualità al cui successo contribuis­ce per tanta parte. Plaude anche Coldiretti per il voto.

NEW YORK

 ?? AFP ??
AFP

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy