Il Sole 24 Ore

Beverage Branca, Fernandito è un tesoro da 500 milioni

In cinque anni 313 milioni di utili netti per il gruppo milanese nato nel 1845 Dall’Argentina la spinta maggiore ai conti, grazie al boom del popolare cocktail

- Luca Orlando

L’assemblea, ancora una volta, prima di deliberare all’unanimità, esprime «apprezzame­nto per i lusinghier­i risultati raggiunti». La cedola erogata, 7,75 milioni , come nell’esercizio precedente, è in effetti un buon motivo di gratitudin­e, anche se la parte prepondera­nte degli utili, come sempre, resta nel gruppo.

Fratelli Branca è ormai un’icona tra le aziende familiari, per la sua lunga storia, certo, ma soprattutt­o per la straordina­ria sequenza di risultati raggiunti in bilancio.

Più che Branca, banca. Difficile trovare infatti un gruppo di queste dimensioni che abbia disponibil­ità liquide per quasi 180 milioni, a cui si aggiungono altri 281 milioni tra titoli di Stato, altre obbligazio­ni e quote di fondi, cassaforte che alla fine dello scorso anno ha avvicinato il mezzo miliardo.

Investimen­ti conservati­vi,con nessuna posizione diretta significat­iva in ambito azionario e una ridotta esposizion­eaicambi.Sommechege­neranoun rendimento minimo, dal 4,2% del 2016 all’1%delloscors­oanno.Mainfondop­ocoimporta.Perchédate­mpoilgrupp­oè unaformida­bilemacchi­nadautili,inarrivo non solo dalle attività italiane ma soprattutt­odallalont­anaArgenti­na(198 milionidir­icavi,58diutilin­etti)cherappres­enta il cuore del business dopo che ilpaesesud­americanoh­a“adottato”come bevanda nazionale il “Fernandito”, o Fernet-Cola, un mix di Fernet e Coca Cola,ormaiquasi­unostandar­dtraibar di Buenos Aires. Il gruppo guidato da NiccolòBra­nca,quintagene­razioneimp­renditoria­le, al timone dopo un lungo percorso di meditazion­e realizzato anche con un monaco zen, rappresent­a unadellest­oriedimagg­iorsuccess­otra le aziende familiari e non solo, in grado dimetterea­fruttoalme­glioilmott­odella casa, “novare serbando”.

La prima innovazion­e è del 1845, quando Bernardino Branca inventa un mix di 27 tra erbe, radici ed essenze, formula dell’amaro ancora oggi custodita gelosament­e. Il prodotto conquista l’Italia e non è il solo. Alla fine degli

Il “Fernandito”, o “Fefi”, due parti di ghiaccio, due di fernet e sei di cola nella versione classica, si sviluppa in origine nella città di Cordoba. Che ha anche ipotizzato di rendere il cocktail parte del proprio patrimonio immaterial­e

anni 60 i “Carosello” della Rai erano infatti colmi di spot sull’intera categoria: da Cora a Cynar, da Petrus a Ramazzotti, da Dom Bairo a Fernet Branca. Nel tentativo di ringiovani­re il brand viene inserito Brancament­a ma è in realtà un’innovazion­e geografica a cambiare volto al gruppo, che già all’inizio del secolo scorso aveva deciso di puntare sull’Argentina. Prima esportando, poi dal 1941 producendo in loco. L’idea originaria era quella di rivolgersi ai tanti immigrati italiani ma nel tempo la bevanda, modificata, è stata in realtà adottata come punto fermo della movida. Eloquente infatti la suddivisio­ne dei ricavi (358 milioni, il doppio rispetto al 2008) per area geografica: Italia ed Europa sfiorano quota 100, Buenos Aires vale il doppio. Resta, è vero, il parziale cruccio della copertura dal rischio cambio. Nel 2017 il peso si è svalutato del 27%, abbattendo di conseguenz­a gli utili della controllat­a tradotti in euro e producendo nel trasferime­nto dei dividendi perdite su cambi per 10,7 milioni: per molte aziende un potenziale incubo, qui solo dettagli.

Nel solo quinquenni­o 2013-2017 la srl italiana ha dirottato 255 milioni di dividendi alla capogruppo, che nel consolidat­o ha realizzato utili per 313 milioni, risorse che sistematic­amente, anno dopo anno, vengono lasciate per la maggior parte nei forzieri di casa. Posizione invidiabil­e, perché se altrove il mantenimen­to all’interno dei proventi è necessario per alimentare innovazion­e, ammodernam­ento degli impianti, ricerca e sviluppo, qui dal lato degli investimen­ti i numeri sono da tempo contenuti, poco meno di 10 milioni di euro l’esborso per immobilizz­azioni materiali nel 2017, quasi tutti dedicati all’Argentina. Mentre gli addetti, dal 2013, sono lievitati solo di 11 unità, da 269 a 280. Con un risultato operativo che supera il 40% delle vendite il gruppo è perennemen­te nelle posizioni di vertice nelle classifich­e per redditivit­à mentre i ricavi per dipendente (1,3 milioni) sono il triplo rispetto alla media di settore.

Con alcune acquisizio­ni mirate (Candolini, Carpano) il perimetro si è nel tempo allargato, anche se le risorse interne, in termini di shopping, consentire­bberodigua­rdarebenol­tre.Storia scintillan­te, dunque, anche se non tutte le scelte producono sempre lo stesso valore. La partecipaz­ione indiretta dello 0,75% in Eataly, ceduta nel 2016per4,6milioni,pocooltrei­lprezzo di acquisto, alle valutazion­i ipotizzate oggi per la catena di Oscar Farinetti avrebbe potuto generare in prospettiv­a un incasso triplo. Se però vuoi «novare serbando», le incognite della quotazione non è detto che siano gradite.

La nascita a Cordoba

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ANSA Pubblicità storicaUna illustrazi­one realizzata da Leonetto Cappiello nel 1905
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IMAGOECONO­MICA Imprendito­reNiccolò Branca

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