Fine degli acquisti della Bce, reinvestiti i titoli in scadenza
La politica monetaria, ha detto Draghi, resterà «molto accomodante». I tassi resteranno fermi «almeno fino all’estate del 2019». Il mercato vede il primo rialzo nel 2020
La riunione della Bce.
La politica monetaria della Bce resterà «moltoaccomodante»eperunprolungato periodo di tempo, anche dopo la «fine»degliacquistinettidelQecheterminano come previsto questo mese, senzatraumieperDraghisenzaunaveraepropria«fine».Echel’allentamento monetario nell’Eurozona continui ad avereorizzontilunghi,pursenzaQe,sta in questa novità di rilievo annunciata ieri dalla Bce e presa con una decisione all’unanimità: il reinvestimento, integrale, del capitale rimborsato sui 2.600 miliardidititoliinscadenzaeacquistati con il Qe continuerà per «un prolungato periodo di tempo successivamente» al primo rialzo dei tassi che resteranno fermi«almenofinoall’estatedel2019». Il mercato vede il primo rialzo addiritturanel2020,unmotivodisoddisfazione per Draghi perché consolida l’allentamento voluto, e quindi il reinvestimentodell’interostockpotrebbeandare avanti per almeno altri due anni. La Bce dunque resta vigile, guardiana dell’inflazione e della crescita, impegnata a sostenere con lo stimolo della politica monetaria fin quanto necessario famiglie,imprese,soprattuttolePmi,tenendo il costo del denaro basso e un adeguato livello di liquidità: anche perché itassinegativihannoportatopiùbenefici che danni alle banche, valuta la Bce.
Il presidente Mario Draghi non ha lanciato allarmismi sul rallentamento dell’economia, in corso dopo un super 2017. Le previsioni Bce per il 20182019 sono calate lievemente (si legga articolo a fianco): «I rischi rimangono ampiamente bilanciati» ma aumentano quelli al ribasso che possono incidere negativamente sulla crescita e che sono «legati a fattori geopolitici come Brexit, il protezionismo, le vulnerabilità dei mercati emergenti, la volatilità dei mercati finanziari». Ma Draghi ha puntualizzato: la crescita è «più bassa» (in termini relativi) ma non è bassa (in termini assoluti). La politica monetaria è fatta sì di «date» ma anche dello «stato» contingente dell’economia, tenendo conto dell’incertezza, della fiducia che scema e dunque del «mood» generale.
Finora è stato il Qe a scandire i tempi della politica monetaria: dopo la fine degli acquisti netti sarebbe arrivato il primo rialzo dei tassi. Il Qe, che partito nel marzo 2015 avrebbe dovuto avere termine nel settembre 2016, è stato via via prorogato così la politica monetaria è rimasta accomodante perché il primo rialzo dei tassi è stato rinviato di conseguenza. Da gennaio, il testimone della politica monetaria torna allo strumento convenzionale dei tassi: sarà il primo rialzo dei tassi a determinare i tempi del reinvestimento che comunque continuerà per un periodo prolungato di tempo dopo il primo rialzo, rafforzando la forward guidance. Anche le TLTRO, prestiti mirati all’economia, sono un altro strumento di politica monetaria accomodante pronto ad essere rispolverato, ieri il Consiglio direttivo lo ha menzionato, ma non lo ha ancora discusso e resta nel cassetto.
Sièdiscussoinveceieridellemodalità del reinvestimento dei titoli in scadenza del Qe, con annuncio ad hoc ma dopo la conferenza stampa, sminuendonel’importanza.L’operazionecosiddetta“Twist”all’americana,dovelaFederal Reserve ha venduto titoli a breve peracquistarnealungotermine,risulta bocciata a favore di una politica che continuerà ad essere «neutrale» nei confronti del mercato e della duration della curva di mercato. Acquistare e vendere titoli come la Fed è un modo aggressivoeinvasivodiincideresuitassi, imponendo al mercato l’ aumento dell’offertasulsegmentoabreve.LaBce non vende titoli: li reinveste. E questo reinvestimento resta impostato sulla neutralitàrispettoalmercatoperevitare distorsioni: la gradualità per mantenere la stabilità. Così la questione della nuova chiave capitale (sono cambiati i pesi nel capitale della Bce delle banche centralinazionaliinbasealPileallapopolazione dei 19) rispetto alla vecchia è apparsa diluita in un annuncio comprensivo di un allineamento verso la chiave capitale di tutti i Paesi: le deviazioni dalla chiave capitale avvenute finora,perlamancanzadititolidaacquistare nei piccoli Paesi con basso debito oppureperimancatiacquistiperiPaesi sotto programma, saranno corrette gradualmente.L’Italiavedràdiminuire leggermente ma gradualmente nel tempo la quota dei reinvestimenti nei suoi titoli, sia per la nuova chiave capitale (0,50% circa più bassa rispetto alla precedente)siaperladeviazione(inpositivo) rispetto alla vecchia chiave nel tempo corretta. Lo stock fotografato al 31 dicembre 2018 resterà tuttavia invariato a lungo. E questo è quel che conta ai fini della politica monetaria accomondate. «Il Qe fa parte della nostra cassetta degli attrezzi».
Si è parlato delle aste di liquidità (Tltro) ma per il momento non è stata presa alcuna decisione in merito