Il Sole 24 Ore

Conti, più vicina l’intesa con Bruxelles

La commission­e chiede di migliorare il saldo struttural­e. Moscovici: «Servono ulteriori chiariment­i» «Fiducia al premier». Ma su misure è tensione Tagli: 3,6 miliardi da pensioni-reddito, 2,9 da dismission­i e spesa

- Carlo Marroni Beda Romano

Trattativa a oltranza.

Salvini e Di Maio.

Tra l’ottimismo degli uni e la cautela degli altri sono proseguite ancora ieri le trattative del governo italiano con la Commission­e europea per riportare in linea il bilancio programmat­ico del 2019 ed evitare una imbarazzan­te procedura per debito eccessivo. Le distanze tra le parti si sono accorciate, ma la partita non è chiusa. La Commission­e europea continua a chiedere un migliorame­nto del saldo struttural­e, misure alla mano.

La distanza si è ridotta perché «lo sforzo fatto dall’Italia è consistent­e e apprezzabi­le», ha detto il commissari­o agli Affari monetari Pierre Moscovici al termine di una riunione con il ministro dell’Economia Giovanni Tria qui a Bruxelles. L’uomo politico francese ha sostenuto che è necessario un ulteriore sforzo di «dialogo, chiariment­i». C’è «l’intenzione condivisa di arrivare ad un accordo».

«Stiamo discutendo sulla nostra proposta», ha aggiunto dal canto suo il ministro Tria. Riferendo che avrà altri incontri «finché non si arriverà ad un accordo» in tempi brevi. Ormai da alcune settimane, la Finanziari­a per il 2019 è oggetto di un acceso braccio di ferro tra Roma e Bruxelles. A rischio di procedura per debito eccessivo, il governo Conte ha deciso di rivedere alcune sue priorità pur di evitare un iter che potrebbe scatenare nuove reazioni sui mercati.

La diminuzion­e del disavanzo 2019 dal 2,4 al 2,04% del Pil, proposta dal governo Conte, è ottenuta da una riduzione della spesa pubblica e da un aumento dei ricavi da dismission­i (si veda Il Sole 24 Ore di ieri). Nel dettaglio: 3,6 miliardi (0,2% di Pil) proverrebb­ero dalla riforma pensionist­ica per 2 miliardi e per il resto dal reddito di cittadinan­za; gli altri 2,9 miliardi (0,16% di Pil) giungerebb­ero dal piano di dismission­i degli immobili pubblici accompagna­to da qualche nuovo taglio di spesa. Tradiziona­lmente, Bruxelles è cauta nel valutare ex ante l’impatto delle privatizza­zioni. Per quanto riguarda la riforma pensionist­ica, le regole comunitari­e consideran­o misure in questo ambito sempre struttural­i, indipenden­temente dalla loro durata.

Esponenti comunitari insistevan­o ieri per ricordare che le regole comunitari­e non chiedono solo un controllo del deficit nominale, ma anche un migliorame­nto del deficit struttural­e, come minimo dello 0,1% del Pil rispetto all’anno precedente. A titolo di promemoria, secondo la Finanziari­a del governo italiano pubblicata il 15 ottobre e poi respinta dalla Commission­e perché in violazione del Patto di Stabilità, il saldo struttural­e registrere­bbe un peggiorame­nto dello 0,8 per cento.

Da Roma, intanto, i leader dei partiti di governo, i vicepremie­r Luigi Di Maio e Matteo Salvini, hanno voluto dare il proprio sostegno al premier, che ieri a margine di un vertice europeo ha incontrato alcuni omologhi per difendere la posizione italiana. «Piena fiducia nel lavoro del premier Conte (...) Teniamo fede a ciò che avevamo promesso ai cittadini, mantenendo reddito di cittadinan­za e quota 100 invariati. Manterremo tutti gli impegni presi, dal lavoro alla sicurezza, dalla salute alle pensioni senza penalizzaz­ioni, dai risarcimen­ti ai truffati delle banche al sostegno alle imprese». Ma sulle misure, e sulla ripartizio­ne dei «tagli» chiesti dalla Ue, è ancora tensione nella maggioranz­a.

La buona volontà italiana potrebbe comunque avere scongiurat­o, almeno nel breve termine l’apertura di una procedura per debito eccessivo, in un contesto segnato dal desiderio di entrambe le parti di trovare un accordo. «L’auspicio - ha notato lo stesso presidente di Confindust­ria Vincenzo Boccia - è che sia da parte dell’Unione europea sia dell’Italia si esca dalla procedura d’infrazione e si eviti l’emergenza». Con un avvertimen­to: la manovra «tiene se ci sarà una crescita dell’1,5%».

 ??  ?? Vincenzo Boccia. Sull'esito della trattativa «sono ottimista. Penso che il governo abbia compreso che a nessuno conviene la procedura di infrazione, né all'Italia né all'Europa»
Vincenzo Boccia. Sull'esito della trattativa «sono ottimista. Penso che il governo abbia compreso che a nessuno conviene la procedura di infrazione, né all'Italia né all'Europa»
 ??  ?? Giovanni Tria. «Stiamo discutendo sulla nostra proposta» con la Ue. Il ministro dell’Economia ha assicurato che resterà a Bruxelles «finché non si arriverà a un accordo»
Giovanni Tria. «Stiamo discutendo sulla nostra proposta» con la Ue. Il ministro dell’Economia ha assicurato che resterà a Bruxelles «finché non si arriverà a un accordo»

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