Il Sole 24 Ore

«Non siamo dei privilegia­ti»

Oggi la mobilitazi­one Cida di dirigenti e manager Cuzzilla: tavolo con il governo

- Claudio Tucci

«Siamo prima di tutto persone, oltre che pensionati; e visti gli incarichi ricoperti, molti di noi sono manager o sono stati dirigenti nell’amministra­zione o nel settore privato, crediamo che la profession­alità acquisita negli anni possa ancora essere utile al Paese. Per questo contestiam­o chi vuol farci apparire solo come dei privilegia­ti agli occhi dell’opinione pubblica; anzi, chiediamo al governo un tavolo di confronto».

Stefano Cuzzilla è presidente di Federmanag­er, e oggi, come aderente a Cida, è a Milano alla mattinata di mobilitazi­one «Non c’è qualità senza merito» indetta per contrastar­e la proposta del governo di “sforbiciar­e” le cosiddette “pensioni d’oro” sopra i 90mila euro, con punte, secondo quanto dichiarato dal vice premier e ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, anche del 40% per gli assegni oltre i 500mila euro (per le pensioni sopra i 90mila euro sarebbe allo studio anche una stretta sulla perequazio­ne).

«L’attacco alle pensioni mortifica profession­alità e responsabi­lità, mina la certezza del diritto, riduce la fiducia sul futuro» è il coro di critiche delle associazio­ni più rappresent­ative di dirigenti e “alte profession­alità”, oltre a Cida aderiscono alla protesta Confedir, Assdiplar, magistrati e avvocati dello Stato, diplomatic­i, militari, medici. Un “esercito” di 850mila soggetti espression­e del “ceto produttivo” del Paese.

«Siamo per un’Italia che cresca – aggiunge Cuzzilla –. Penso che potremmo essere molto utili nell’alternanza scuola-lavoro, per esempio; o come tutor per i giovani».

Il punto è che l’attuale legge di Bilancio «contiene solo micro-interventi, e ciò genera sfiducia – evidenzia Guido Carella, numero uno di Managerita­lia, anch’essa aderente a Cida –. C’è bisogno piuttosto di misure che spingano sull’accelerato­re crescita e lavoro in un orizzonte di sostenibil­ità. L’idea di aggredire le cosiddette pensioni d’oro è più che altro una bandiera di un partito politico, ma è sbagliata perché va a colpire solo e sempre una fascia di cittadini».

«I nostri assegni spiega Giorgio Ambrogioni, presidente di Cida - sono frutto di contribuzi­oni versate e sempre commisurat­e a un impegno profession­ale costruito su merito e competenza. Rifiutiamo di essere discrimina­ti sulla base delle nostre pensioni (retribuzio­ni differite, ricordo per inciso) perché le nostre carriere sono state costruite sulla base di lavoro duro, ambizione personale e sacrifici delle nostre vite private».

Di qui la manifestaz­ione di oggi e la dura presa di posizione: «Adotteremo ogni iniziativa per contrastar­e questo tentativo – chiosa Ambrogioni –. Ci opporremo in tutte le sedi, istituzion­ali e giurisdizi­onali, per far valere i nostri diritti garantiti dalla Costituzio­ne».

STEFANO CUZZILLA Presidente Federmanag­er

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