Patto della fabbrica in decollo Intesa su salute e sicurezza
Accordo che applica l’intesa di marzo, cooperazione rafforzata
Il «patto della fabbrica», l’accordo siglato lo scorso marzo da Confindustria, Cgil, Cisl e Uil, per definire un nuovo, e più moderno, sistema di relazioni industriali, fa un ulteriore, concreto, passo avanti, con la firma, ieri, di una prima intesa attuativa in materia di salute e sicurezza e rappresentanza sui luoghi di lavoro (si mette al centro la piena valorizzazione dei principi qualificanti del Dlgs 81 del 2008, riconoscendo il ruolo della pariteticità come elemento di governance del sistema).
L’intesa, dopo dieci anni dal decreto su salute e sicurezza, getta le basi per una serie di iniziative comuni finalizzate a garantire, attraverso una maggiore prevenzione, più elevati standard di sicurezza e più ampie tutele, rafforzando il clima di cooperazione tra imprese e lavoratori anche al fine di contrastare il pericolo di comportamenti e pratiche elusivi della legislazione vigente. Si punta, pure, al miglioramento delle tutele assicurative dell’Inail garantendo, nel rispetto degli equilibri tra premi e prestazioni, migliori livelli di tutela a favore dei malati di origine professionale e degli infortunati. Sì anche all’opportunità di promuovere un Fondo per la tutela dei malati affetti da morbilità causata dall’amianto per riconoscere a queste persone un sostegno adeguato.
L’intesa avvia, inoltre, un confronto sui temi della salute e della sicurezza in relazione alle trasformazioni tecnologiche e organizzative in atto nel lavoro, e definisce alcuni criteri per la rappresentanza dei lavoratori in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro e su base territoriale, dandone più compiuta attuazione.
Sempre ieri, Confindustria, Cgil, Cisl e Uil hanno condiviso anche la necessità (e l’urgenza) di arrivare a un accordo sulla misura della rappresentanza, da recepire poi in legge, per dare certezza alla contrattazione collettiva e alla rappresentatività dei soggetti negoziali.
Il percorso delineato con il «patto della fabbrica» proseguirà a gennaio, dove le parti sociali saranno impegnate su riduzione del costo del lavoro, fisco, politiche attive per l’occupazione, formazione, capitale umano, welfare; e sui temi legati alla partecipazione all’Europa, in particolare le politiche di coesione e di sviluppo.