Astaldi, cassettisti in subbuglio: «Ho perso tutto con il bond»
Il caso di un geometra romano che ha visto bruciati 200mila euro
A 15 anni dai crack Parmalat e Cirio, la storia si ripete. Risparmiatori che perdono tutti i loro soldi e finiscono sul lastrico. Stavolta la rabbia monta su Astaldi, il gruppo romano di costruzioni schiacciato dai debiti e finito in concordato: in circolazione ci sono 700 milioni di euro di bond e N.J., geometra romano di 40 anni, è uno degli sfortunati possessori dell’obbligazione. Il titolo quota 25 (perdita secca del 75%), ma anche volendolo vendere è impossibile, non si trovano compratori. Le cedole sono state sospese e non si sa se e come il bond sarà rimborsato.
Il risparmiatore, che accetta di parlare dietro promessa di anonimato, è uno delle centinaia di bondholder che sabato si riunirà allo Smart Hotel di Roma per il Comitato Obbligazionisti Astaldi, capitanata dagli avvocati di Legance: si stima che metà del bond Astaldi sia in mano al retail, ossia a piccoli investitori, quasi tutti italiani.
«I risparmi di una vita sono bruciati e ora mi ritrovo senza più soldi e con un mutuo da pagare ogni mese» esordisce. Racconta di avere avuto 230mila euro e di averne messi 200mila tutti nel bond Astaldi nella primavera del 2017. Accusa le banche e l’azienda di averlo truffato. Eppure l’Abc del risparmio è di non concentrare tutti i propri soldi in un solo investimento. «Non sono un trader, mai fatto speculazioni, sono un cassettista» dice. Però il taglio minimo del bond era 100mila euro, non da poco. Perché scelse proprio quel titolo? «Il bond mi fu segnalato dalla mia banca: dicevano che era un’azienda solida, che dava una buona cedola e che il bond sarebbe stato richiamato prima della scadenza». Però un rendimento del 7% avrebbe dovuto mettere in guardia: «Io sapevo di correre un rischio. Sono uno stipendiato, e investendo 200mila euro avrei avuto un rendimento lordo di circa 10mila euro all’anno: un extra stipendio». N. J. ha peccato probabilmente di avidità, ma quando fa la peggiore decisione della sua vita è anche fuorviato dalla Borsa: all’epoca il bond quotava quota 102, addirittura sopra la pari, un valore che non lasciava presagire alcuna difficoltà, anzi. E invece poco dopo iniziano le turbolenze: il bond crolla a 60 per poi tornare a 90. «Ero disposto a vendere, pur perdendoci. Ma per mesi Astaldi ha rassicurato che avrebbe risolto tutto e invece è finita in concordato. Ecco perchè sono stato truffato».