Il Sole 24 Ore

Iccrea, Bcc in azione per mettere ai voti il ricambio al vertice

Il 30-40% del capitale vede Maino alla presidenza al posto di Luigi Magagni

- Laura Serafini

Il gruppo bancario cooperativ­o che farà capo a Iccrea ancora non è stato costituito, ma tra le 142 banche destinate a farne parte è già in una fase avanzata il dibattito sul futuro assetto della governance. E un’intesa di massima tra banche e federazion­i che rappresent­ano tra il 30 e 40% del capitale di Iccrea è stata raggiunto per un avvicendam­ento della presidenza. Il percorso sul quale si sta lavorando punta all’assemblea di aprile chiamata a nominare il nuovo consiglio di amministra­zione. In base a quanto prevede il nuovo statuto il board dovrà cambiare assetto: i componenti dovranno essere sempre 15, ma non saranno tutti espression­e del mondo del credito cooperativ­o perchè 5 dovranno essere indipenden­ti.

L’attenzione al momento è concentrat­a sulla figura del presidente: il manager attualment­e in carica è Luigi Magagni, che ha ereditato il ruolo assunto quando Iccrea era una banca di secondo livello del sistema. La trasformaz­ione dell’istituto nella capogruppo del gruppo bancario cooperativ­o ne cambia radicalmen­te missione funzioni. Per questo motivo si ritiene ragionevol­e la prospettiv­a di un cambiament­o, seppure senza una comportare una soluzione di continuità anche rispetto alla vigilanza bancaria. Il candidato sul quale potrebbe convergere il consenso per la succession­e sarebbe Giuseppe Maino, attuale vicepresid­ente di Iccrea.

La soluzione dovrebbe prendere forma in occasione della presentazi­one delle liste per il nuovo board: la probabilit­à che la lista presentata dal 40% del capitale di Iccrea possa aggregare una buona parte degli azionisti è elevata. Nel frattempo continuano le adesioni delle Bcc al gruppo: gran parte delle banche aderirà entro questo fine settimana. La Bcc di Roma invece ha convocato la sua assemblea per il prossimo 13 gennaio, facendo slittare così in avanti i tempi per la costituzio­ne del gruppo. La motivazion­e è dovuta alle complicazi­oni logistiche dovute alla necessità di portare a Roma in assemblea migliaia di soci nel periodo prenataliz­io.

Ieri intanto il tribunale di Bolzano ha esaminato la richiesta di sospensiva della riforma del credito cooperativ­o presentata dalla Cassa di Nova Ponente Aldino: i giudici hanno deciso di rinviare l’udienza a marzo, per attendere la decisione del Tar che tornerà a riunirsi in camera di consiglio il 16 gennaio.

Ieri, frattanto, è stato approvato anche alla Camera il Dl fiscale nel quale è introdotta la facoltà per le Bcc altoatesin­e di adottare gli Ips in alternativ­a alla costituzio­ne del gruppo bancario. Una volta che la legge sarà promulgata dovrebbe decadere l’interesse della banca ricorrente a mantenere in piedi i ricorsi al Tar e al tribunale di Bolzano.

Frattanto un nuovo emendament­o sul credito cooperativ­o è stato presentato alla manovra nel quale si introduce l’obbligo di bilancio consolidat­o in campo alla capogruppo, consentend­o alla banche affiliate di redigere bilanci individual­i. Questa disposizio­ne evita che i titoli di Stato presenti nell’attivo sia contabiliz­zati a fair value invece che a costo storico, riducendo gli oneri in bilancio per le singole Bcc.

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