Il Sole 24 Ore

La Ue alla May: sostegno politico ma senza impegni concreti

Brexit domina il dibattito, ma l’accordo di divorzio non sarà rinegoziat­o Rinnovate per altri sei mesi (ma non rafforzate) le sanzioni alla Russia

- Carlo Marroni Beda Romano

I Ventisette si sono detti pronti ieri ad aiutare la premier Theresa May a ottenere la necessaria maggioranz­a parlamenta­re per evitare un’uscita disordinat­a del Regno Unito dall’Unione il 29 marzo prossimo, ma non a qualunque prezzo. Sì a una possibile dichiarazi­one politica. No a un nuovo impegno giuridico. La partita tra Londra e Bruxelles si gioca sul filo di lana. La speranza di entrambi è che messi le spalle all’approssima­rsi della scadenza i parlamenta­ri britannici approvino l’accordo di recesso raggiunto in novembre.

In una due-giorni di vertice europeo ieri qui a Bruxelles, pressoché tutti i capi di Stato e di governo hanno ribadito che l’intesa di divorzio di quasi 600 pagine non possa essere rinegoziat­a. È stata raggiunta dopo un anno e mezzo di sofferte trattative e secondo le parole di numerosi dirigenti è «il miglior accordo possibile». Ha commentato il presidente francese Emmanuel Macron: «Possiamo avere una discussion­e politica, ma il quadro giuridico è stato negoziato e non ha vocazione a cambiare».

Ha aggiunto la cancellier­a tedesca Angela Merkel: «Vogliamo avere relazioni buone con la Gran Bretagna», ma «non vogliamo rimettere in discussion­e i nostri principi». Un voto a Westminste­r doveva tenersi l’11 dicembre scorso, ma la signora May ha deciso di rinviare la votazione. Nel frattempo mercoledì la premier ha incassato l’appoggio dei deputati conservato­ri in un voto che ha provocato nei Ventisette un sospiro di sollievo. Una sconfitta avrebbe creato ancor più incertezza nella politica inglese.

Arrivando ieri qui a Bruxelles per partecipar­e alla prima giornata del summit, la stessa signora May ha confermato che il suo governo chiede rassicuraz­ioni sul fatto che la soluzione-ponte per evitare il ritorno di un confine tra la Repubblica d’Irlanda e l’Irlanda del Nord non venga mai utilizzata. Il paracadute prevede che nel caso il Regno Unito entri a far parte temporanea­mente dell’unione doganale, una soluzione che non piace a brexiteers più pugnaci.

Diplomatic­i qui a Bruxelles hanno iniziato a mettere nero su bianco una possibile dichiarazi­one con cui confermare che la soluzione-ponte sarebbe usata solo nei casi di emergenza, ultima ratio nel caso il 31 dicembre 2020, quando verrà a scadere il periodo di transizion­e, non sia stato concluso un accordo di partenaria­to che risolva anche la questione irlandese. «Aggiungere un allegato è nelle abitudini della vita comunitari­a, ma i diplomatic­i non amano questa soluzione, per paura a lungo andare di creare nuovi dubbi e di offrire nuove sponde per eventualme­nte riaprire i termini dell’intesa», notava ieri uno di loro.

Più in generale, l’impression­e è che la premier britannica voglia temporeggi­are, in modo da porre i parlamenta­ri britannici le spalle contro il muro e costringer­li ad approvare l’accordo di recesso pur di evitare il 29 marzo un hard Brexit, che nessuno vuole. Nel frattempo, seguendo le linee-guida pubblicate in novembre dalla Commission­e europea, I Ventisette si preparano a una eventuale uscita disordinat­a del Regno Unito dall’Unione.

Sempre ieri i Ventotto hanno anche rinnovato per altri sei mesi le sanzioni economiche alla Russia per il suo coinvolgim­ento nella guerra civile in Ucraina e l’annessione della Crimea da parte del governo russo. Il recente scontro tra Mosca e Kiev nel Mar d’Azov aveva indotto alcuni governi a chiedere un inasprimen­to delle misure sanzionato­rie, ma nessuno dei grandi Paesi dell’Unione ha voluto seguire questa strada, nel desiderio di evitare forme pericolose di escalation.

 ?? AP ?? Tavola rotonda.I leader europei riuniti a Bruxelles
AP Tavola rotonda.I leader europei riuniti a Bruxelles

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy