A Catania il dissesto comunale da record
Gestione commissariale per il passivo, bilancio ok per la giunta attuale
Niente da fare. Il consiglio comunale di Catania ha scritto l’inevitabile parola «fine». La città è ufficialmente in dissesto, protagonista del più grande default locale d’Italia. E i creditori dovranno rivolgersi alla gestione commissariale chiamata a gestire il maxidebito da 1,6 miliardi che ha affondato i conti del Comune.
Arriva così in una città buia, senza le luminarie pubbliche per Natale ma soprattutto con gli stipendi in sofferenza per i 2.400 dipendenti del Comune e per quelli delle partecipate, la fine ufficiale di un’agonia che a Catania dura dal 2012, data del primo piano anti-dissesto che ha accompagnato la giunta Sottanelli (centrodestra) e Bianco (centrosinistra) senza esito. Per evitare il dissesto si è tentata ogni strada: compresa quella del «salva-Catania» approvato dal Parlamento nel Milleproroghe estivo per provare a far scrivere un nuovo piano di riequilibrio dopo quello bocciato dalla Corte dei conti. Ma risalire la montagna del passivo chiudendo un disavanzo annuale da oltre mezzo miliardo secondo i calcoli dei magistrati contabili è stato impossibile.
Il sindaco Salvo Pogliese, eletto a giugno alla guida di una giunta di centro-destra, rimane in carica con il bilancio «ripulito». Cercando di tappare le cause dei buchi.