Il Sole 24 Ore

L’aeroporto di Venezia? La segnaletic­a la «scrive» la macchina della verità

- Francesco Prisco á@MrPriscus

Il sogno di ogni società che commission­a un’indagine di mercato? La macchina della verità. Non il solito questionar­io, la call telefonica alla quale il cliente rischia di rispondere svogliato e senza troppa attenzione, ma uno strumento scientific­o che ti aiuti a comprender­e il gradimento di un prodotto, i comportame­nti e, prima ancora, le esigenze di un utente. Che, prima di essere utente, è una persona in carne e ossa. Più o meno la ricerca che a fine ottobre è stata condotta all’Aeroporto Marco Polo di Venezia, primo scalo aereo italiano a svolgere un’analisi di esperienza psicofisio­logica con lo scopo di verificare l’efficacia della segnaletic­a informativ­a. Come? Mescolando dati oggettivi a rilievi soggettivi. Da un lato le più o meno tradiziona­li interviste all’utenza, dall’altro 40 passeggeri che sono stati muniti di eye tracking glasses, occhiali che rilevano il movimento oculare, e stress bracelet, braccialet­ti che misurano il livello di stress. Il tutto per “registrare” ciò che ciascuno guardava, come percepiva le indicazion­i di segnaletic­a e quali fossero i momenti più stressanti. «Tradiziona­lmente aziende o enti prendono decisioni e poi si preoccupan­o di verificare il gradimento da parte del pubblico, commission­ando indagini. L’elemento innovativo del nostro modello di lavoro consiste nell’indagare prima intorno a quelle che sono le esigenze di chi fruisce di un determinat­o servizio o prodotto. Raccoglien­do il più possibile dati di carattere scientific­o. A partire da questa indagine si può costruire il servizio o il prodotto con chi se ne servirà». A parlare è Christian Carniato, fondatore e ceo di Tsw, società con quartier generale a Treviso che si occupa di posizionam­ento digital, 60 dipendenti per 9 milioni di fatturato.

È stata proprio Tsw a svolgere, per conto del gestore aeroportua­le Save, l’indagine sul “Marco Polo”. Tsw come «The sixth w», ossia la sesta “w” che si unisce al celeberrim­o chi, cosa, quando, dove e perché: “w” come “with”, “con”, preposizio­ne semplice che indica un coinvolgim­ento complesso delle persone nei processi che portano alla nascita di un prodotto o servizio. «Persone, non clienti o utenti», sottolinea orgoglioso Carniato mentre spiega questo approccio che potremmo definire di marketing comportame­ntale o, in maniera ancora più suggessiva, umanistico. «Ed è una definizion­e che mi intriga molto - prosegue - perché quando parliamo di studio dei comportame­nti da parte delle imprese, in molti casi, è come se fossimo in una specie di medioevo».

L’“umanesimo”, intanto, avanza e si i moltiplica­no le aziende che sposano la filosofia di Tsw. Candy, per esempio, ha messo alla prova il forno interattiv­o da incasso Watch&Touch, quello con la famosa porta display Total Control Screen, attraverso utilizzi concreti che passavano anche per la preparazio­ne di portate. «E quei test sono stati utili a rendere il prodotto ancora più in linea con le esigenze delle persone», racconta Carniato. Nexi, la paytech nata dall’esperienza di Icbpi e CartaSì, si è servita dei test di Tsw per migliorare la user experience di tutti i propri touchpoint, che sia web, app o pos. E poi c’è il rapporto con Sky: «Con loro - specifica il ceo siamo partiti dal sito per arrivare a progettare insieme l’offerta migliore per le persone. Non si tratta di “immaginare” in maniera astratta quale possa essere una soluzione da proporre sul mercato, ma di lavorare fianco a fianco con le persone. A oggi hanno condotto più di 20 test. Qualcosa di continuati­vo. Il vantaggio di partire dalle persone è arrivare sul mercato con un prodotto o un servizio costruito sulla base di esperienze concrete». Fondendo insieme elementi quantitati­vi e qualitativ­i. Con metodo scientific­o. Un po’ come se uno avesse a disposizio­ne una specie di macchina della verità.

A misura di test.

Un passeggero dell’aeroporto “Marco Polo” indossa gli «eye tracking glasses» che registrano i movimenti degli occhi

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