Di Maio: «Pensiamo di tagliare canone Rai e maxi cachet»
Il ministro: «Erogheremo in Legge di Bilancio 80 milioni per investimenti»
Il momento è quello giusto per «cambiare questo Paese e la Rai, che ne è una articolazione fondamentale». Il ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, ha iniziato così la sua audizione in commissione di Vigilanza Rai: un intervento a tutto campo in cui sotto il cappello della modernizzazione del servizio pubblico sono emersi nodi e contraddizioni; alcuni legati a Viale Mazzini, altri al dibattito politico in cui a fare da fulcro sono le polemiche fra maggioranza giallo-verde e mondo dei giornalisti e dell’editoria. In questo secondo novero rientrano le parole di Di Maio quando sottolinea di avere «un piano di decrescita del finanziamento pubblico all’editoria nel triennio, dal 25, al 50, al 75%». Il tutto per «“disintossicare” le testate dai soldi pubblici e dalla politica». Per quanto riguarda più strettamente la Rai, l’audizione si è molto concentrata sul tema delle risorse e su quello dei compensi che ha visto, ancora una volta, convitato di pietra quel Fabio Fazio che per Di Maio rappresenta «un caso» da affrontare con «la ricostruzione di un po’ di buonsenso sulle retribuzioni». A stretto giro la replica del conduttore: «Disponibile a parlare di tv, costi, retribuzioni». È sulla questione risorse che però Viale Mazzini attende risposte e indicazioni. Cosa accadrà al canone? Il quantum fissato, per sempre, a 90 euro preoccupa in azienda insieme al timore per il mantenimento in vita delle norme sul cosiddetto “extragettito”. Se dal 2019 non dovesse andare tutto alla Rai i conti ne risentirebbero, è il senso dell'allarme rilanciato ieri dal consigliere Riccardo Laganà come dall’Usigrai. Sul tema Di Maio ha virato, facendo comunque presente che il gettito recuperato in bolletta «deve permettere alla Rai di fare investimenti, ma anche consentire di ragionare nell’ottica di abbassare un po’ il canone negli anni». Nulla di concreto, ma solo il proposito ha fatto drizzare le antenne a Viale Mazzini, dove ai piani alti circola uno studio di S&P in cui il canone mensile (misurato in dollari: 9,55) risulta più alto solo di Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia e Romania. In questo quadro, alla Rai arrivano però anche alcuni assist. «Non c'è alcun cenno di privatizzazione dei canali Rai nel contratto di servizio», dice Di Maio. O anche sulle accuse di dumping sulla pubblicità lanciate da Mediaset: «Consiglio ai privati di rivolgersi all’Antitrust». E in arrivo ci sono anche risorse per far affrontare la transizione legata all’arrivo del 5G: «Erogheremo in legge di Bilancio 80 milioni alla Rai in quota investimento».