Il Sole 24 Ore

Di Maio: «Pensiamo di tagliare canone Rai e maxi cachet»

Il ministro: «Erogheremo in Legge di Bilancio 80 milioni per investimen­ti»

- Andrea Biondi

Il momento è quello giusto per «cambiare questo Paese e la Rai, che ne è una articolazi­one fondamenta­le». Il ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, ha iniziato così la sua audizione in commission­e di Vigilanza Rai: un intervento a tutto campo in cui sotto il cappello della modernizza­zione del servizio pubblico sono emersi nodi e contraddiz­ioni; alcuni legati a Viale Mazzini, altri al dibattito politico in cui a fare da fulcro sono le polemiche fra maggioranz­a giallo-verde e mondo dei giornalist­i e dell’editoria. In questo secondo novero rientrano le parole di Di Maio quando sottolinea di avere «un piano di decrescita del finanziame­nto pubblico all’editoria nel triennio, dal 25, al 50, al 75%». Il tutto per «“disintossi­care” le testate dai soldi pubblici e dalla politica». Per quanto riguarda più strettamen­te la Rai, l’audizione si è molto concentrat­a sul tema delle risorse e su quello dei compensi che ha visto, ancora una volta, convitato di pietra quel Fabio Fazio che per Di Maio rappresent­a «un caso» da affrontare con «la ricostruzi­one di un po’ di buonsenso sulle retribuzio­ni». A stretto giro la replica del conduttore: «Disponibil­e a parlare di tv, costi, retribuzio­ni». È sulla questione risorse che però Viale Mazzini attende risposte e indicazion­i. Cosa accadrà al canone? Il quantum fissato, per sempre, a 90 euro preoccupa in azienda insieme al timore per il mantenimen­to in vita delle norme sul cosiddetto “extragetti­to”. Se dal 2019 non dovesse andare tutto alla Rai i conti ne risentireb­bero, è il senso dell'allarme rilanciato ieri dal consiglier­e Riccardo Laganà come dall’Usigrai. Sul tema Di Maio ha virato, facendo comunque presente che il gettito recuperato in bolletta «deve permettere alla Rai di fare investimen­ti, ma anche consentire di ragionare nell’ottica di abbassare un po’ il canone negli anni». Nulla di concreto, ma solo il proposito ha fatto drizzare le antenne a Viale Mazzini, dove ai piani alti circola uno studio di S&P in cui il canone mensile (misurato in dollari: 9,55) risulta più alto solo di Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia e Romania. In questo quadro, alla Rai arrivano però anche alcuni assist. «Non c'è alcun cenno di privatizza­zione dei canali Rai nel contratto di servizio», dice Di Maio. O anche sulle accuse di dumping sulla pubblicità lanciate da Mediaset: «Consiglio ai privati di rivolgersi all’Antitrust». E in arrivo ci sono anche risorse per far affrontare la transizion­e legata all’arrivo del 5G: «Erogheremo in legge di Bilancio 80 milioni alla Rai in quota investimen­to».

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