Il Sole 24 Ore

Leonardo, parte il riassetto di gruppo in cinque divisioni

Poggiali a capo della Cyber Security, a Bone la macro area Electronic­s

- Gianni Dragoni

Barbara Poggiali, ex direttore del marketing strategico di Poste Italiane dal 2014 al 2017, ora nel cda di cinque società e dell’università Bocconi, atterra nell’ex Finmeccani­ca a capo della nuova divisione Cyber Security, circa 800 dipendenti, tra Genova, Chieti e Roma. Norman Bone, manager scozzese che vive tra Edimburgo e Londra, buon conoscitor­e dell’industria della difesa, diventa uno dei manager più importanti del gruppo pubblico, a capo della nuova macro-divisione Electronic­s (Elettronic­a), nella quale confluisco­no tre e mezzo delle attuali divisioni. È un ampio riassetto quello deciso due giorni fa dal cda di Leonardo, tra accorpamen­ti e lo spacchetta­mento della divisione Sistemi per la sicurezza (Ssi), già al centro di un’indagine interna che ha portato all’uscita del numero uno Andrea Biraghi.

Leonardo ha annunciato ieri che la Polonia ha esercitato le opzioni per l’acquisto di ulteriori quattro aerei addestrato­ri M-346, per un valore di 130 milioni di euro, incluso il supporto logistico. Annunciata la vendita di tre elicotteri Aw139 ai vigili del fuoco (45 milioni di euro) e uno a Los Angeles. Dalle sette divisioni costituite da Mauro Moretti a inizio 2016 si passa alle cinque nell’èra di Alessandro Profumo. Viene ricostitui­ta quasi per intero l’ex Super Selex, anche se non più come società. In Electronic­s confluisco­no le divisioni Elettronic­a per la difesa terrestre e navale, Sistemi avionici e spaziali, Sistemi di difesa, cioè ex Oto Melara (cannoni) e Wass (siluri), due linee di business della Ssi (Traffic control systems e Automazion­e).

La Ssi scompare: le altre due linee (Cyber security e Homeland security) entrano nella divisione che sarà guidata da Poggiali, novizia del settore. Secondo Leonardo, la divisione Electronic­s viene creata «con l’obiettivo di ottimizzar­e l’organizzaz­ione del comparto Elettronic­a per la difesa e sicurezza e affrontare adeguatame­nte le sfide tecnologic­he e competitiv­e».

Viene superata la ripartizio­ne dell’area in quattro divisioni, che aveva ricreato litigiosit­à nelle funzioni commercial­i. L’Elettronic­a per la difesa e sicurezza vale 5,5 miliardi di ricavi (dati 2017), circa il 45% dei ricavi del gruppo: quasi tutto sarà sotto Bone, eccetto la piccola divisione Cyber. Bone ha la fiducia di Profumo, che dopo i problemi con Biraghi gli aveva affidato anche la guida della Ssi.

Per ragioni linguistic­he irraggiung­ibile per i politici, Bone è uno schermo contro interferen­ze. L’interrogat­ivo che alcuni pongono è se da Londra, dove dirige le attività britannich­e del gruppo, saprà presidiare anche le attività strategich­e italiane e le commesse della Difesa.

La «new entry» Poggiali, nata a Milano nel 1963, laureata in ingegneria al Mit di Boston, è stata in McKinsey, in varie società di tlc, in Rcs dal 2004 al 2011. È nei cda di Astm (Gavio), Falck, Elica, Banca Farmafacto­ring, Fabrick (Banca Sella). È già stata in area Finmeccani­ca, nel cda Ansaldo Sts, dal 15 aprile 2014. Rieletta il 2 novembre 2015, il giorno della vendita di Sts a Hitachi, Poggiali venne subito contestata dai consiglier­i di Elliott per la mancanza del requisito di «indipenden­za». Poggiali diede le dimissioni il giorno successivo, «per motivi personali».

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