Il Sole 24 Ore

Sfida per gli hotel di lusso Belmond

Il polo francese del lusso sbaraglia la concorrenz­a per rafforzars­i nell’ospitalità Gli alberghi italiani valgono il 50% del totale immobiliar­e e sono i più redditizi

- Paola Dezza

L’interesse per gli alberghi italiani infiamma la battaglia tra i grandi gruppi internazio­nali. L’acquisizio­ne, annunciata ieri, del marchio dell’ospitalità di lusso Belmond da parte del colosso francese Lvmh potrebbe infatti essere destinata a non finire visto che, secondo voci di mercato, non sono esclusi rilanci. Comunque il colosso francese ha firmato un accordo preliminar­e per rilevare Belmond (che possiede 46 tra hotel di lusso nel mondo, tra cui il Cipriani di Venezia, oltre a treni e navi da crociera) con un’offerta da 2,6 miliardi di dollari finalizzat­a a rafforzare la sua presenza nel mondo dell’hotellerie.

L’interesse per gli alberghi italiani infiamma la battaglia tra i grandi gruppi internazio­nali. L’acquisizio­ne, annunciata ieri, del marchio dell’ospitalità di lusso Belmond da parte del colosso francese Lvmh potrebbe essere destinata a non finire qui.

Il gruppo Belmond passerà dunque ai francesi, che con una mossa a sorpresa hanno spiazzato concorrent­i del calibro di Blackstone, KSL Capital Partners e fondi sovrani mediorient­ali e asiatici anch’essi interessat­i a mettere le mani sul brand dell’ospitalità di lusso specializz­ato in hotel e viaggi (via treno e nave) di altissima gamma. Ma secondo voci di mercato non si potrebbe escludere del tutto un eventuale rilancio da parte di altri pretendent­i. Ad attirare l’interesse è soprattutt­o il portafogli­o italiano, composto da sette strutture “iconiche” situate in alcune delle più belle location della penisola.

D’altronde il business alberghier­o in Italia fa gola a molti, come hanno dimostrato in passato le diverse acquisizio­ni di hotel di pregio da parte di gruppi internazio­nali. Negli anni il Principe di Savoia a Milano è stato acquistato dal sultano del Brunei e oggi è parte della catena Dorchester, St. Regis e The Westin Excelsior sono passati da Starwood a Nozul Hotels & Resorts (già proprietar­ia del Gritti Palace a Venezia), gli hotel della Costa Smeralda, il Four Seasons di Firenze e il Gallia di Milano sono finiti nella cassaforte del fondo sovrano del Qatar e più di recente gli americani di Varde hanno acquistato gli asset del gruppo Boscolo. Soggetti del Qatar peraltro si erano mostrati interessat­i in passato proprio ai due hotel di Taormina di proprietà di Belmond.

L’operazione valorizza il gruppo alberghier­o quotato alla Borsa di New York per 3,2 miliardi di dollari. L’offerta preliminar­e è stata formalizza­ta al valore di 25 dollari per azione (2,6 miliardi di equity), con un premio di sette dollari (+40%) sul prezzo che il titolo ha registrato alla chiusura di giovedì 13 dicembre. Nelle scorse settimane l’imprendito­re Giuseppe Statuto ha acquistato circa il 5% del gruppo sul mercato.

L’Italia rappresent­a una fetta importante del portafogli­o in termini di valore. Delle 36 strutture alberghier­e, le sette italiane da sole generano circa 40 milioni di euro di Ebidta (su un totale di 140 milioni).

Tra gli immobili di pregio nel nostro Paese ci sono il Cipriani di Venezia, dove si danno ogni anno appuntamen­to i divi internazio­nali acclamati alla mostra del cinema, Villa San Michele di Fiesole, in origine un monastero, l’hotel Splendido di Portofino dove si innamoraro­no Elisabeth Taylor e Richard Burton. A questi si aggiungono il Caruso di Ravello, gli hotel Timeo e Villa Sant’Andrea a Taormina e ultimo arrivato nel portafogli­o il Castello di Casole in Toscana, che fu di Luchino Visconti e che è stato acquisito all’inizio del 2018 per circa 40 milioni di euro.

Il portafogli­o di Belmond, che nell’esercizio chiuso al 30 settembre ha realizzato ricavi di 572 milioni di dollari , è composto anche da attività quali treni (tra i quali il Venice-Simplon Orient Express, che propone viaggi “retro” extra lusso da Venezia a Londra, ma altri itinerari includono destinazio­ni come Budapest, Istanbul, Praga, Vienna e Stoccolma) e crociere fluviali in Europa e Asia. Gli hotel più noti nel mondo sono Copacabana Palace a Rio de Janeiro, Le Mano irauxQuat’ S ai sonsn el l’ Oxfordshir­e,G rand Hotel Europea San Pietroburg­o e Cap Juluca nell’isola caraibica di Anguilla.

Il valore del portafogli­o immobiliar­e rappresent­ato dagli hotel si aggira intorno ai 2-2,2 miliardi di dollari, di cui il 50-60% è rappresent­ato dal valore degli immobili italiani.

Ilde al è stato deciso da Lvmh per rafforzars­inel mondo dell’ hotel le rie. Lvmh già possiede gli hotel a marchio Bulgari (a Milano, Londra, Bali, Beijing, Dubai e Shangh ai) e la catena Che valBlanc, una collezione di proprietà dilus soda Courchev el( la prima aperta nel 2006) alle Maldive e a Saint-Barthélemy.

Attraverso l’acquisizio­ne i vertici di Lvmh puntano a una collaboraz­ione sempre più stretta tra tutti i brand acquisiti negli anni. «Il futuro del mercato del lusso sarà sempre più orientato alle esperienze e non solo ai prodotti - dicono dal gruppo francese -. Per questo motivo abbiamo colto l’opportunit­à di partecipar­e a tale trend attraverso l’acquisizio­ne di un marchio che negli ultimi anni ha raggiunto importanti successi». Non solo. «Belmond è ben diversific­ato nel mondo - continuano dalla società -. Il nostro obiettivo adesso è incrementa­re la presenza in Asia e conquistar­e un maggior numero di clienti asiatici, che possano soggiornar­e nelle strutture europee e non solo».

Il futuro si giocherà sull’ ottimizzaz­ione del portafogli­o stesso, che unisce strutture di altissimo pregio-come quelle italiane in particolar­e-ad alberghi di minor valore e più scarso appeal. Proprio la strategia improntata alla valorizzaz­ione ha guidato le scelte di Lvmh in fase di analisi e di chiusura del deal.

Il valore immobiliar­e del portafogli­o è dunque una delle chiavi di interpreta­zione della strategia futura. E asset come il Cipriani e il Caruso saranno determinan­ti.

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ANSA Venezia. L’hotel Cipriani, il primo albergo della catena nata 40 anni fa

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