Borsa, utili a 41 miliardi ma azioni in calo del 13,5%
Le tensioni sullo spread e il rischio politico hanno pesato sulla performance 2018 di Piazza Affari (-13,5%) senza tuttavia compromettere la capacità delle maggiori società quotate italiane di fare profitti. Anche quest'anno, come nel 2017, le società del Ftse Mib faranno il pieno di utili con numeri che non si vedevano da prima della grande crisi: 41 miliardi in totale.
L’ultimo trimestre dell’anno è stato decisamente negativo per il mercato azionario mondiale. L’indice Msci World che monitora l’andamento di tutti i maggiori listini al mondo ha perso il 9% negli ultimi tre mesi. La spinta negativa è arrivata dalla Borsa americana, tuttora in pesante flessione: tutti e tre i grandi indici, al termine dell’ultima settimana di borsa, sono precipitati in ribasso di oltre il 10% dai loro massimi. Era dal marzo del 2016 che non accadeva.
Seppure i conti trimestrali di alcune big abbiano contribuito a rafforzare questa ondata generalizzata di vendite, sul fronte dei risultati societari i numeri (e le previsioni per il futuro) continuano a essere piuttosto buoni. Il risultato è quindi che le valutazioni del mercato (fotografate dal rapporto tra i corsi di Borsa e gli indicatori di bilancio) ora si sono fatte decisamente più interessanti. Calcola Facset che oggi il rapporto tra prezzo e utili attesi delle Borse mondiali si sia drasticamente ridotto rispetto ai livelli di inizio anno. Allora si viaggiava su un multiplo di 16 volte oggi stiramo a 13,3. Siamo ai minimi da 5 anni a questa parte. Questo calo delle valutazioni non è stato uniforme per tutte le principali piazze globali e, nonostante il tema della sopravvalutazione riguardasse in primo luogo Wall Street e il settore tecnologico, è soprattutto su altri listini che i multipli di Borsa si sono ridimensionati. Ad esempio nel Vecchio Continente: oggi il rapporto prezzo utili attesi dell’indice S&P Europe 350 viaggia in media a quota 12 come non accadeva da giugno 2013. Le Borse europee trattano storicamente a sconto rispetto a Wall Street ma questo sconto è oggi piuttosto significativo dato che si attesta al 20% contro una media storica del 15 per cento.