Gilet gialli, la protesta si sgonfia
In piazza 66mila contro 126mila della settimana scorsa: l’ala dura continua a manifestare contro pressione fiscale e privilegi della casta - Ancora vittime in incidenti stradali dovuti ai blocchi
I Gilets Jaunes si sfaldano. L’Atto V della protesta dei “giubotti” francesi, il quinto sabato consecutivo di manifestazioni, segna un brusco calo della partecipazione, malgrado l’adesione del sindacato Cgt. La polizia parla di 66mila persone alle 18, contro le 126mila della settimana scorsa e di quella precedente e le 287mila della prima giornata di proteste, il 17 novembre. Solo 2.200, con un picco a 4mila in mattinata, nella capitale, contro le 10mila dell’8 dicembre.
Il movimento diventa inoltre sempre più “provinciale”: a Bordeaux e a Tolosa - le centrali dei Gilets - sono scese in piazza più persone che a Parigi: 4.500 a metà giornata. Anche a Nantes, malgrado la pioggia, hanno manifestato 1.200 persone, 1.600 a Brest, 2mila a Marsiglia e 500 circa a Bruxelles, in Belgio. In molti casi le manifestazioni si sono svolte senza violenze, ma non sono mancati scontri a Nantes, Bordeaux, Tolosa, Lione e Parigi: una donna è rimasta ferita sugli Champs-Élisées, dove la polizia ha usato gli idranti, mentre a Les Halles i manifestanti sono stati caricati dai gendarmi. I fermati sono stati 115, sette i feriti in tutta la Francia.
Non sono mancate manifestazioni folcloristiche: dimostranti travestiti da supposte, da legionari, da Guy Fawkes (con spada da Star Wars...). Cinque ragazze vestite da Marianna, a seno nudo, sono rimaste immobili davanti gli scudi della polizia per mezz’ora.
Le proteste hanno anche registrato altre due vittime portando il bilancio a quota otto. Una donna è morta in moto: a un posto di blocco il compagno ha effettuato un’inversione non accorgendosi dell’arrivo di una vettura. Nella notte tra venerdì e sabato, un automobilista è morto in Belgio, al confine con la Francia, in un incidente dovuto ai rallentamenti determinati dai blocchi stradali dei Gilets. La notte precedente, un giovane di 23 anni è stato investito ad Avignone da un camion che non si è fermato a un altro posto di blocco.
Diversi possono essere i motivi della limitata partecipazione. La autorità e alcuni leader politici anche di opposizione - come il gollista Laurent Wasquiez e la stessa Marine Le Pen avevano invitato i Gilets a non manifestare per permettere alla polizia di dedicarsi alle indagini sull’attentato a Strasburgo (alle cui vittime i dimostranti hanno dappertutto reso omaggio).
Le misure prese dal presidente Emmanuel Macron per venire incontro almeno ad alcune delle richieste dei manifestanti hanno probabilmente accontentato la parte più moderata del movimento. L’ala più dura, come ha spiegato venerdì Éric Drouet, portavoce del movimento e organizzatore delle manifestazioni a Parigi, ha invece considerato le concessioni di Macron come un incentivo a chiedere ancora di più.
Priscillia Ludosky, che a maggio aveva presentato una petizione contro il rincaro dei carburanti su change.org, firmata da oltre 1.140.000 persone, ha letto una breve allocuzione in cui si denunciava la «colossale pressione fiscale» che favorisce «una piccola élite», ma non riesce «a pagare decentemente infermieri, disabili, militari, professori» e tanti altri: «La lista è lunga». Altri portavoce hanno parlato di uno «Stato bulimico», e del desiderio di «vivere liberi», di poter «godere dei frutti del nostro lavoro».
La richiesta dei Gilets è quindi una riduzione delle imposte su tutti i beni di prima necessatà - le imposte indirette effettivamente sono regressive, colpiscono più pesantemente i più poveri - e una «riduzione significativa di tutte le retribuzioni, i privilegi, le pensioni degli eletti e dei funzionari». Sul piano strettamente politico, è stata ripetuta la richiesta di introdurre un referendum a iniziativa popolare (attualmente la Costituzione prevede solo un referendum di iniziativa presidenziale), con l’obbligo di sottopore al voto popolare le modifiche alla Costituzione e tutti i trattati e patti internazionali prima della ratifica. La richiesta del Référendum à initiative citoyenne (Ric) è ormai - a testimoniare il clima di sfiducia tra parte della popolazione e le cosiddette élites francesi - la richiesta più diffusa nelle varie manifestazioni dei Gilets Jaunes. L’idea dei radicali è ora di continuare le proteste anche sabato prossimo e i successivi.