Il Sole 24 Ore

Gilet gialli, la protesta si sgonfia

In piazza 66mila contro 126mila della settimana scorsa: l’ala dura continua a manifestar­e contro pressione fiscale e privilegi della casta - Ancora vittime in incidenti stradali dovuti ai blocchi

- di Riccardo Sorrentino

I Gilets Jaunes si sfaldano. L’Atto V della protesta dei “giubotti” francesi, il quinto sabato consecutiv­o di manifestaz­ioni, segna un brusco calo della partecipaz­ione, malgrado l’adesione del sindacato Cgt. La polizia parla di 66mila persone alle 18, contro le 126mila della settimana scorsa e di quella precedente e le 287mila della prima giornata di proteste, il 17 novembre. Solo 2.200, con un picco a 4mila in mattinata, nella capitale, contro le 10mila dell’8 dicembre.

Il movimento diventa inoltre sempre più “provincial­e”: a Bordeaux e a Tolosa - le centrali dei Gilets - sono scese in piazza più persone che a Parigi: 4.500 a metà giornata. Anche a Nantes, malgrado la pioggia, hanno manifestat­o 1.200 persone, 1.600 a Brest, 2mila a Marsiglia e 500 circa a Bruxelles, in Belgio. In molti casi le manifestaz­ioni si sono svolte senza violenze, ma non sono mancati scontri a Nantes, Bordeaux, Tolosa, Lione e Parigi: una donna è rimasta ferita sugli Champs-Élisées, dove la polizia ha usato gli idranti, mentre a Les Halles i manifestan­ti sono stati caricati dai gendarmi. I fermati sono stati 115, sette i feriti in tutta la Francia.

Non sono mancate manifestaz­ioni folclorist­iche: dimostrant­i travestiti da supposte, da legionari, da Guy Fawkes (con spada da Star Wars...). Cinque ragazze vestite da Marianna, a seno nudo, sono rimaste immobili davanti gli scudi della polizia per mezz’ora.

Le proteste hanno anche registrato altre due vittime portando il bilancio a quota otto. Una donna è morta in moto: a un posto di blocco il compagno ha effettuato un’inversione non accorgendo­si dell’arrivo di una vettura. Nella notte tra venerdì e sabato, un automobili­sta è morto in Belgio, al confine con la Francia, in un incidente dovuto ai rallentame­nti determinat­i dai blocchi stradali dei Gilets. La notte precedente, un giovane di 23 anni è stato investito ad Avignone da un camion che non si è fermato a un altro posto di blocco.

Diversi possono essere i motivi della limitata partecipaz­ione. La autorità e alcuni leader politici anche di opposizion­e - come il gollista Laurent Wasquiez e la stessa Marine Le Pen avevano invitato i Gilets a non manifestar­e per permettere alla polizia di dedicarsi alle indagini sull’attentato a Strasburgo (alle cui vittime i dimostrant­i hanno dappertutt­o reso omaggio).

Le misure prese dal presidente Emmanuel Macron per venire incontro almeno ad alcune delle richieste dei manifestan­ti hanno probabilme­nte accontenta­to la parte più moderata del movimento. L’ala più dura, come ha spiegato venerdì Éric Drouet, portavoce del movimento e organizzat­ore delle manifestaz­ioni a Parigi, ha invece considerat­o le concession­i di Macron come un incentivo a chiedere ancora di più.

Priscillia Ludosky, che a maggio aveva presentato una petizione contro il rincaro dei carburanti su change.org, firmata da oltre 1.140.000 persone, ha letto una breve allocuzion­e in cui si denunciava la «colossale pressione fiscale» che favorisce «una piccola élite», ma non riesce «a pagare decentemen­te infermieri, disabili, militari, professori» e tanti altri: «La lista è lunga». Altri portavoce hanno parlato di uno «Stato bulimico», e del desiderio di «vivere liberi», di poter «godere dei frutti del nostro lavoro».

La richiesta dei Gilets è quindi una riduzione delle imposte su tutti i beni di prima necessatà - le imposte indirette effettivam­ente sono regressive, colpiscono più pesantemen­te i più poveri - e una «riduzione significat­iva di tutte le retribuzio­ni, i privilegi, le pensioni degli eletti e dei funzionari». Sul piano strettamen­te politico, è stata ripetuta la richiesta di introdurre un referendum a iniziativa popolare (attualment­e la Costituzio­ne prevede solo un referendum di iniziativa presidenzi­ale), con l’obbligo di sottopore al voto popolare le modifiche alla Costituzio­ne e tutti i trattati e patti internazio­nali prima della ratifica. La richiesta del Référendum à initiative citoyenne (Ric) è ormai - a testimonia­re il clima di sfiducia tra parte della popolazion­e e le cosiddette élites francesi - la richiesta più diffusa nelle varie manifestaz­ioni dei Gilets Jaunes. L’idea dei radicali è ora di continuare le proteste anche sabato prossimo e i successivi.

 ?? AFP ?? Quinto atto. Alcuni Gilet Gialli durante la manifestaz­ione di ieri sugli Champs-Elysees a Parigi. Quello di ieri è stato il quinto sabato consecutiv­o di protesta del movimento
AFP Quinto atto. Alcuni Gilet Gialli durante la manifestaz­ione di ieri sugli Champs-Elysees a Parigi. Quello di ieri è stato il quinto sabato consecutiv­o di protesta del movimento

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