Flat tax piace più di quota 100 Interesse elevato per i Cir
Consenso elevato anche per il reddito di cittadinanza se erogato alla persona
La Flat Tax, anche nella sua versione “minimal” limitata al forfettario per le partite Iva, batte «quota 100» fra i cavalli di battaglia manovrieri della Lega nel consenso degli italiani. E arriva sul podio insieme al reddito di cittadinanza, staccando anche la «pace fiscale» che pure è l’unica misura già definita davvero grazie al collegato alla manovra che domani dovrebbe approdare alla «Gazzetta Ufficiale».
Suona così il primo sondaggio pubblico dedicato alle misure economiche in cantiere, condotto dall’istituto di ricerca Gpf. I “titoli” degli interventi stanno ormai diventando famigliari agli italiani, che in maggioranza (54%) si ritengono abbastanza o molto informati sul tema anche grazie al lungo dibattito che sta accompagnando i complicati confronti domestici ed europei sulla manovra. Solo 7 persone su 100 si dicono «per nulla informate».
Sui temi, il «voto» degli italiani sembrerebbe indicare una sorta di parità fra i due competitor della maggioranza giallo-verde. In testa a pari merito, con il 27% di consensi, ci sono Flat Tax e reddito di cittadinanza. Difficile stabilire quanta benzina dia alla «tassa piatta» l’idea di un taglio fiscale generalizzato e quanta invece arrivi dalla sua declinazione limitata alle partite Iva. Ma anche nella domanda più specifica, che descrive la misura prevista dalla manovra e la collega alle complicazioni burocratiche che scandiscono la vita delle partite Iva, il giudizio rimane positivo per il 49% degli interpellati, che si confrontano con un 31% di bocciature e un 20% di italiani senza un’opinione definita. La maggioranza, questa volta assoluta (54%) si dice d’accordo sull’idea della pace fiscale, e un risultato identico è totalizzato dal reddito di cittadinanza nella formula di aiuto diretto ai cittadini. Meno popolare, ma promossa comunque dal 26% del campione, è l’ipotesi della trasformazione radicale del reddito di cittadinanza in un contributo all’impresa che assume.
Oltre che sulla stretta attualità di una legge di bilancio che in ogni caso attende il passaggio decisivo delle prove d’intesa con Bruxelles, il sondaggio si allarga all’informazione finanziaria e alle possibili strategie di risparmio degli italiani. Il 58% di loro dice di tenere in considerazione i giudizi delle agenzie di rating quando si tratta di decidere un investimento. E soprattutto il 79% si dice favorevole all’idea dei Cir, i conti individuali di risparmio pensati per convogliare i risparmi degli italiani in titoli di Stato finalizzando l’investimento alle infrastrutture (il 56% si dice «propenso» a investire per questo scopo). Ma mancato l’approdo sui tavoli già troppo trafficati della manovra, il debutto dei Cir punta ora al collegato banche che il governo vuole avviare a gennaio, superati gli ostacoli della legge di bilancio.