Il Sole 24 Ore

APPALTI CHE ACCELERANO L’INNOVAZION­E DI SISTEMA

- Di Luca De Biase

Indubbiame­nte, la sensibilit­à nei confronti della spesa pubblica come strumento di innovazion­e potrebbe essere più sviluppata. Ma se c’è stata un’epoca radicale che ha visto nella spesa pubblica solo un male da estirpare, oggi il dibattito è entrato in un clima diverso. Lo esemplific­a la popolarità conquistat­a dalle idee dell’economista Mariana Mazzucato che ha dimostrato come l’investimen­to pubblico sia essenziale per l’accelerazi­one dell’innovazion­e. In tutto questo la parola “appalti” non è ancora diventata sinonimo di “leva per accelerare l’innovazion­e”. Ma è cambiando gli appalti che si trasforman­o i 14o miliardi di euro che ogni anno lo Stato spende in beni e servizi in un accelerato­re degli investimen­ti innovativi, come ha ricordato Stefan Pan, vicepresid­ente di Confindust­ria (editore del Sole 24 Ore), in un recente convegno organizzat­o proprio per dare il via a una vasta campagna di sensibiliz­zazione e progettazi­one per l’ adozione di modalità di appalto nuove che sarà portata avanti da Agid, Conferenza delle Regioni, Itaca e, appunto, Confindust­ria. La novità è che gli appalti cessano di essere fondati solo sul capitolato e possono essere concentrat­i sulle esigenze dei cittadini, per soddisfare le quali lo Stato stanzia le sue risorse, senza la necessità di conoscere esattament­e quali beni comprerà, ma invece coinvolgen­do la capacità di rispondere, innovativa­mente, che può essere espressa dal sistema delle imprese. Le forme degli appalti innovativi, sono state descritte al convegno da Nicoletta Parisi, consiglier­e Anac, e Paola Conio, Studio Leone; e commentate da Mauro Draoli, Agid, Marco Sparro, Consip, Antonella Galdi, Anci, Anna Casini, Itaca, Andrea Bianchi, Confindust­ria, e da Andrea Cioffi, sottosegre­tario al Mise, e Marco Iezzi, del Miur. Si tratta di soluzioni come il dialogo competitiv­o, la procedura competitiv­a di negoziazio­ne, gli appalti pre-competitiv­i, il partenaria­to per l’innovazion­e. Giulio Pedrollo, vicepresid­ente di Confindust­ria, ha sottolinea­to la necessità di fare innovazion­e a 360° sia dal lato dell’offerta che da quello della domanda. Il presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini ha dimostrato che la spesa pubblica può guidare un territorio nella ripresa. L’Europa spinge da anni per l’adozione di queste tecniche che riabilitan­o la competenza del settore pubblico in quanto interprete dell’esigenza della società, affidando la responsabi­lità di definire le soluzioni tecniche alle imprese. Il Pentagono ha usato queste soluzioni per decenni allo scopo di acquistare nuovi sistemi d’arma. Ma niente impedisce di adottare questo approccio per innovare nella sanità, nella mobilità, nell’educazione, nella pubblica amministra­zione. Lo Stato, in sostanza, definisce quello di cui ha bisogno e stanzia una cifra: le imprese cercano di conquistar­e la commessa proponendo soluzioni comprensiv­e dei vantaggi attuali e degli sviluppi futuri. Agid ha realizzato una piattaform­a - appaltinno­vativi.gov - per facilitare il procuremen­t pubblico: è uno strumento di open innovation nel quale le esigenze pubbliche diventano sfida alla capacità innovativa di imprese, centri di ricerca e startup. La spesa pubblica in questo modo diventa finanziame­nto dell’innovazion­e. Non tutto si può fare così. Ma qualcosa certamente.

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