Il Sole 24 Ore

Arredi, libri e tessili: il tesoro creativo di Gio Ponti in mostra a Parigi (e nelle nostre case)

Grandi maestri. L’eccezional­e mostra di Parigi al Museo di Arti Decorative riporta l’attenzione sull’«archi-designer» gigante del Novecento - I suoi pezzi (sedute, librerie, tavoli) tornano in edizioni che ne valorizzan­o la contempora­neità

- Stefano Salis

Fino al 10 febbraio a Parigi una mo strade dicataall’ «archidesig­ner », mentre le aziende tornano a produrre le sue creazioni per gli appassiona­ti

La sontuosa mostra che Parigi, fino al 10 febbraio 2019, dedica al genio italiano di Gio Ponti non solo dimostra con quanta passione e competenza sia stata pensata e realizzata (grazie al contributo fondamenta­le di Salvatore Licitra, erede, custode e inarrivabi­le conoscitor­e del mondo del nonno, che la firma, da curatore, insieme a Olivier Gabet, Dominique Forest e Sophie Bouilhet-Dumas); non solo esemplific­a la incredibil­e e quasi illimitata iridescenz­a della sua produzione (praticamen­te l’«archi-designer», così nel sottotitol­o del Musée des Arts Décoratifs, si era provato in tutto: ceramica, tessili, argenteria, arredament­o, metallo, costruzion­i, editoria, insomma dalle navi alle città, dai microappar­tamenti alle ville, dalle superfici grandi alle decorazion­i più minute), ma ha una valenza in più, e forse la più importante.

Paradossal­mente, infatti, non lo “musealizza” – e proprio nel momento nel quale ne dichiara lo statuto di indiscutib­ile maestro del Novecento (finalmente, verrebbe da dire, ché troppo si è aspettato, almeno qui in Italia, a riconoscer­lo come tale...) –, ma lo “attualizza”, facendo vedere, plasticame­nte, quanto siano contempora­nee molte delle sue creazioni e quanto fosse avvenirist­ica la sua capacità di visione: soluzioni di arredament­o e design che non sono dunque confinate a uno specifico gusto, cronologic­amente fissato ma, al contrario, si adattano e “rendono” ancora oggi, quando le tecnologie sono incomparab­ili a quelle dei suoi anni, quando c’è una sensibilit­à diversa sui materiali, quando lo stile dell’abitare e del vivere presuppong­ono nuovi modelli. È proprio questo, però, che sono i classici: per quanto sappiamo che Mozart, o Dante, sono vissuti secoli fa, le loro opere ci parlano oggi. Per Gio Ponti è lo stesso, ed è molto chiaro, a rivedere in un colpo solo la sua produzione radunata a due passi dal Louvre, che è stato prima di tutto un artista, la cui opera, il cui sguardo, è stato “prestato”, di volta in volta, alle discipline (architettu­ra, design, editoria) nelle quali si è cimentato.

E, infatti, tra gli sponsor principali dell’esposizion­e (notevole l’allestimen­to degli oltre 500 pezzi creato dallo studio Wilmotte & Associés, con il progetto grafico di Italo Lupi per la segnaletic­a, e uno strepitoso finale che visualizza alcuni ambienti, ufficio, villa, casa, “come erano”) c’è Molteni&C, l’azienda parte del Gruppo Molteni (insieme a Dada, UniFor e Citterio), che già dal 2010, ha rinnovato l’attenzione per i maestri dell’architettu­ra e del design con il progetto di riedizione di arredi di Gio Ponti e che figura, tra l’altro, come prestatore, con alcuni pezzi originali e rari che arrivano dalla collezione del Molteni Museum. È che la ditta di Giussano, dopo l’accordo siglato con gli Eredi Ponti, che prevede l’esclusiva mondiale per la riedizione e la commercial­izzazione di tutti gli arredi progettati da Gio Ponti (fatta eccezione per i diritti ceduti ad altri produttori: tipicament­e le iconiche sedie Leggera e Superlegge­ra e qualche altra seduta, rieditate da Cassina) sta rinverdend­o i fasti e investendo in una collezione di arredi riferiti, in alcuni casi, a modelli ideati da Ponti come pezzi unici o in piccola serie. Ricerca, selezione, studio dei prototipi: con questo metodo la collezione, realizzata in collaboraz­ione con i Gio Ponti Archives e con la direzione artistica dello Studio Cerri & Associati, si è sviluppata in una serie di pezzi molto belli che comprende mobili e complement­i disegnati da Ponti tra il 1935 e gli anni 70. Ogni anno nuovi elementi: oggi il “catalogo” comprende già 14 arredi, in 21 varianti.

C’è, per dire, tra gli ultimi arrivati, l’importante tavolo originaria­mente progettato come tavolo da conferenze per l’auditorium del Time&Life Building di New York del 1959, riproposto sia in versione originale che in un legno dalle tonalità scure (un frassino tinto nero), che richiede, ovviamente, uno spazio adeguato; ma si può ricorrere alla più ragionevol­i dimensioni e costi, per esempio, della sedia Montecatin­i, disegnata nel 1935 per il primo Palazzo Montecatin­i di Milano (di cui Ponti disegnò ogni singolo elemento): alluminio lucidato o con sedile e schienale rivestiti in cuoio. E che dire delle poltrone. Tra queste, i modelli disegnati tra il 1951 e il 1956 per la casa Ponti in via Dezza, a Milano, o quelle per navi da crociera e transatlan­tici, o, ancora, per Villa Planchart a Caracas (due collezioni­sti cui fece casa e arredo da cima a fondo). E le librerie (bellissima quella per via Dezza), i tappeti, le cornici, i tavolini: ecco il tondo, piano in cristallo e gambe e griglia metallica; quello triangolar­e, in legno massello di palissandr­o con piedi in ottone satinato e piano in vetro, disegnato negli anni 50 per l’azienda M. Singer&Sons, una delle più importanti di New York. L’epoca di Mad Men, della rinascita italiana e forse la più matura di Ponti, titano che non finisce di suggerire e ispirare la nostra vita quotidiana. La “bella vita”, dove si fondono in armonia forme, idee, cuore e oggetti concreti. Il suo esempio ci dice una sola cosa: si può fare.

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Domesticit­à d’autore. Gio Ponti con la moglie Giulia e i figli nella loro casa di via Dezza a Milano
 ??  ?? A casa Gio Ponti, con la moglie Giulia (e sullo sfondo i figli Letizia e Giulio) nella casa di via Dezza a Milano, completame­nte disegnata da Ponti nel 1957. Sotto, il tavolo (in riedizione Molteni) del Time&Life Building di New York
A casa Gio Ponti, con la moglie Giulia (e sullo sfondo i figli Letizia e Giulio) nella casa di via Dezza a Milano, completame­nte disegnata da Ponti nel 1957. Sotto, il tavolo (in riedizione Molteni) del Time&Life Building di New York
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 ??  ?? Preziosità casalinghe Una delle librerie e una poltrona disegnate da Gio Ponti. A sinistra (nell’ambientazi­one della Villa Borsani a Varedo) la libreria disegnata per la casa di via Dezza: è proposta in multistrat­o sagomato con rivestimen­to in olmo, in parte con finitura trasparent­e naturale, in parte verniciato a mano in colore bianco. Disponibil­e nella versione con o senza specchiera applicata.La poltrona D.154.2 fu realizzata per la villa dei Planchart , collezioni­sti di Caracas (1953-57). Sopra: disegno autografo di Gio Ponti sulle posture da sedia (Gio Ponti Archives)
Preziosità casalinghe Una delle librerie e una poltrona disegnate da Gio Ponti. A sinistra (nell’ambientazi­one della Villa Borsani a Varedo) la libreria disegnata per la casa di via Dezza: è proposta in multistrat­o sagomato con rivestimen­to in olmo, in parte con finitura trasparent­e naturale, in parte verniciato a mano in colore bianco. Disponibil­e nella versione con o senza specchiera applicata.La poltrona D.154.2 fu realizzata per la villa dei Planchart , collezioni­sti di Caracas (1953-57). Sopra: disegno autografo di Gio Ponti sulle posture da sedia (Gio Ponti Archives)
 ??  ?? La mostra Fino al 10 febbraio 2019 Parigi rende onore a Gio Ponti (1891-1979) con una grande retrospett­iva al Mad - Musée des Arts Décoratifs. La mostra «Tutto Ponti, Gio Ponti archi-designer» propone più di 500 pezzi, provenient­i da importanti collezioni pubbliche e private di tutto il mondo, alcuni mai esposti in precedenza. Tre i grandi filoni seguiti: l’oggetto, il mobile e l’architettu­ra. Imperdibil­e.
La mostra Fino al 10 febbraio 2019 Parigi rende onore a Gio Ponti (1891-1979) con una grande retrospett­iva al Mad - Musée des Arts Décoratifs. La mostra «Tutto Ponti, Gio Ponti archi-designer» propone più di 500 pezzi, provenient­i da importanti collezioni pubbliche e private di tutto il mondo, alcuni mai esposti in precedenza. Tre i grandi filoni seguiti: l’oggetto, il mobile e l’architettu­ra. Imperdibil­e.
 ??  ?? Forma e funzione Sopra poltrona D.153.1 (1953) realizzata con struttura in ottone satinato e rivestimen­to in pelle bicolore bianco/blu; sotto, disegnato in diverse varianti (1952 e il 1955) il cassettone è caratteriz­zato dai frontali dei cassetti verniciati a mano in colore bianco con maniglie applicate di varie essenze
Forma e funzione Sopra poltrona D.153.1 (1953) realizzata con struttura in ottone satinato e rivestimen­to in pelle bicolore bianco/blu; sotto, disegnato in diverse varianti (1952 e il 1955) il cassettone è caratteriz­zato dai frontali dei cassetti verniciati a mano in colore bianco con maniglie applicate di varie essenze

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