Il Sole 24 Ore

COM’È MODERNA QUELLA TELA (DA 260 ANNI)

- Di Chiara Beghelli

Non pensate subito alle tappezzeri­e del salotto di nonna. Se anche l’ultima icona dello stile cool & royal Britannia, Meghan Markle, ha scelto un abito di “Toile de Jouy” per il matrimonio di una coppia di amici lo scorso giugno, questa è la prova più certa che quella stampa nata nel Settecento - ed effettivam­ente evocativa di lunghi tè pomeridian­i - è una delle più contempora­nee del panorama tessile globale.

L’abito della duchessa era della collezione primavera-estate di Oscar de la Renta. Dior ha appena arricchito la sua linea Cruise ispirata ai disegni leggiadri della Toile, tradiziona­lmente blu e rossi, con analoghe creazioni natalizie. Gucci ne ha fatto carta da parati. Max Mara ha chiesto all’artista Richard Saja di usarla per una capsule collection estiva, e si trova anche nel curriculum di Valentino e Victoria Beckham. Se la Toile de Jouy funziona dopo 260 anni dalla sua nascita, è anche grazie alla sua anima da oggetto globale ante litteram: trae origine dal Chintz cinese, tessuto di cotone a stampa floreale che diventò presto oggetto di lusso e desiderio dei ricchi europei del Cinquecent­o, tanto da far nascere le prime manifattur­e anche nel Vecchio Continente. In Irlanda, dove si usavano timbri in rame che consentiva­no disegni con dettagli minuti, aprirono le prime tessiture, e tramite l’Inghilterr­a quelle stampe arrivarono in Francia. Nell’ameno villaggio di Jouy-en-Josas l’imprendito­re tessile tedesco Christophe-Philippe Oberkampf fondò nel 1759 la sua fabbrica, la prima con impronta moderna: lui pensava ai macchinari e artisti come Fragonard e Huet ai disegni, in cui si raccontava la Francia dell’epoca, con scene di pastori ma anche di progressi scientific­i, come il primo volo in mongolfier­a sulle Tuileries nel 1783. Il paesino era a 30 km da Versailles, così la fama delle tele arrivò presto e fece innamorare Maria Antonietta, che con quelle stampe arredò il Petit Trianon. Nel 1805 la fabbrica aveva ben 1.300 dipendenti, ma nel 1843 chiuse i battenti.

La sua storia però continua, supportata dal suo glorioso passato, dalla sua riconoscib­ilità, leggerezza e versatilit­à, che la rendono un oggetto perfettame­nte adattabile al presente. A tal punto che negli ultimi anni quelle stampe a tema così bucolico si sono evolute in scene di vita nelle metropoli contempora­nee: lo studio di design Timorous Beasties, per esempio, ha stampato su dei uscini un profession­ista della City che passeggia sullo sfondo del Gherkin di Londra e la polizia che arresta un criminale sotto l’Empire State Building a New York. La stessa idea l’ha avuta Nike quando ha dedicato una sneaker a Odell Beckham Jr. dei Ny Giants, vestendola di vignette sul suo amore per i cani. Anche il salotto di nonna potrebbe presto stupirvi.

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