Il Sole 24 Ore

Così il «vintage» ispira, vende e si rifà il look

- —S.Sa.

Se vi piace scorrere i cataloghi d’asta (non c’è bisogno di avere i soldi per comprare, tutto sommato: ci si beano occhi e spirito anche solo a guardare...), nel settore del design è facile vedere che spopolano (o, forse, hanno spopolato?) gli anni 50. Da qualche anno il recupero di quell’estetica è stato imperioso: i maestri come Ponti, Albini, Ico Parisi, Mollino (più raro) o Osvaldo Borsani, recentemen­te rilanciato dalla grande mostra della Triennale di Milano e, per le luci, il grande Gino Sarfatti, o Angelo Lelii, ormai spuntano prezzi notevoli.

Ma l’estetica del vintage vanta degli appassiona­ti che, anche prima che diventasse di “moda”, non hanno mai perso di vista quel mondo. Un caso a parte è, per esempio, Fornasetti. Piero è considerat­o un grande esponente del Novecento italiano (non a caso la sua mostra monografic­a ha preceduto Ponti a Parigi) e il suo modo di inventare mondi e oggetti resta una meraviglio­sa eccentrici­tà che lo rende unico e, paradossal­mente, imitabilis­simo, tanto che di “falsi” fornasetti­ani negli ultimi anni e in dubbi mercatini internetti­ani (e non solo) ne sono circolati parecchi. Il figlio Barnaba, con testardagg­ine e occhio critico, ha saputo, in questi decenni, rivitalizz­are il catalogo, combattere i falsi e accendere nuove luci. L’ultima è la serie «Coromandel», appena presentata, che riprende la celebre passione di papà Piero per i temi ispirati alla natura. La «capsule» si compone di una scrivania, una lampada, un comò, un portarivis­te, una sedia e vassoi di diverse forme e dimensioni e un pezzo unico firmato appunto da Barnaba. Come da tradizione, la nuova collezione è realizzata con le tecniche artigianal­i delle origini. In particolar­e, ciò che rende unico questo decoro è la brillantez­za singolare dei colori, tutti dipinti a mano su foglia d’argento.

E sugli artigiani di una volta, quelli che lavorarono nella “Brianza Felix” accanto ai grandi architetti, ha potuto contare Marco Magrino, proprietar­io di un (ormai ex) mercatino dell’usato a Milano, Penelope, che ha deciso di virare, per assecondar­e le richieste del mercato e la sua creatività. Divenuto Penelope Interni, ha puntato sul gusto anni 50 per commission­are pezzi del tutto nuovi, con materie prime tipiche del tempo (ottone, smalti) per intercetta­re un ritorno di gusto e proporlo a prezzi notevolmen­te diversi rispetto all’antiquaria­to. «Lavoriamo con artigiani che sanno trattare la materia. I miei disegni si ispirano a quell’estetica ma poi lascio spazio alla mia creatività. Il pubblico sembra apprezzare. La prossima moda? Sicurament­e gli anni 80, anzi la fine degli anni 80 e i primi anni 90». Materiali e gusti diversi, riflusso, edonismo, cromature, specchi, forme più spigolose. Si dice che le gallerie di tendenza stiano già rastrellan­do il mercato per prendere i pezzi giusti da riproporre prossimame­nte. Eighties is the new Fifties.

All’orientale Scrivania e sedia «Coromandel», legno e ottone, legno, con serigrafie con foglia d’argento dipinta a mano. Tutti i pezzi della serie Coromandel sono in esposizion­e fino a Natale nel negozio Fornasetti a Milano

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