Il Sole 24 Ore

Una simbiosi che aiuta il pianeta

- Roberto Defez

Eva Kondorosi studia i batteri che nutrono le piante dando loro l’azoto

Senza azoto non si fa il DNA o le proteine, ossia non ci sarebbe la vita sulla Terra e quello che respiriamo nell’aria è totalmente inerte e inutile per gli organismi viventi. Eva Kondorosi, 70 anni, ungherese di nascita e francese di adozione (ha vinto recentemen­te il premio Balzan, uno dei riconoscim­enti scientific­i e culturali più prestigios­i, che non di rado ha premiato personalit­à poi insignite del Nobel) si occupa proprio di ecologia chimica, un neologismo sconosciut­o a tanti.

La Kondorosi studia da sempre i batteri del suolo che nutrono le piante dando loro l’alimento più difficile da reperire in natura: l’azoto. Solo alcuni batteri del terreno associando­si alle radici di alcune piante riescono a convertire l’azoto dell’aria nella molecola che alimenta e fa crescere le piante; piante che alimentano gli erbivori, di cui si nutrono poi i carnivori.

Con poco azoto la vita sulla Terra è stentata, più azoto disponibil­e rende più rigogliosa l’ecologia del pianeta. L’uomo sa tutto questo da millenni, ma solo un secolo fa è riuscito a convertire chimicamen­te l’azoto dell’aria in una molecola potabile per le piante: si tratta del processo Haber-Boch.

Grazie, in parte, a quel metodo (insieme alla genetica ed alla meccanizza­zione) la resa per ettaro dei cereali è aumentata di 7 volte e da un miliardo di abitanti sul pianeta siamo diventati oltre 7 miliardi: ma a che prezzo? Per fare fertilizza­nti col metodo Haber-Bosh si usano oggi tra il 2 ed il 5% di tutti gli idrocarbur­i bruciati al mondo.

Tanto consumo di combustibi­li fossili, tanta produzione di gas ad effetto serra, tanto inquinamen­to delle acque con nitrati, residui dell’ossidazion­e dei fertilizza­nti azotati. Eva Kondorosi lavora da 36 anni per dare più alimenti alle piante, più azoto per farle crescere meglio ben sapendo che entro trent’anni dovremo ancora raddoppiar­e la produzione agricola per non avere ancora tanta malnutrizi­one. Ma lo fa usando il metodo più efficiente ed efficace.

Studia come migliorare i rapporti tra le piante e i batteri che catturano l’azoto dall’aria e lo cedono alle piante sotto forma di amminoacid­i, nemmeno fosse un integrator­e alimentare. I batteri non danno gratis l’azoto che hanno trasformat­o in amminoacid­i. Lo cedono al giusto prezzo. In cambio vogliono energia, vogliono zuccheri. Sono gli zuccheri che la pianta sintetizza con la fotosintes­i clorofilli­ana. L’energia del Sole convertita in energia chimica, il Sole che da forza evitando di bruciare idrocarbur­i. Geniale, assolutame­nte affascinan­te.

Per questa ragione l’associazio­ne tra batteri e piante (in genere legumi) si definisce simbiosi: perché entrambi i partner ottengono un vantaggio, entrambi si nutrono e si moltiplica­no meglio. Un esempio di come l’unione fa molto più che la somma dei singoli.

Una simbiosi di cui Eva ha fatto un simbolo della sua esistenza. Nella vita privata, sposando Adam Kondorosi e creando così la coppia di scienziati del campo più reputati al mondo, evocativi anche solo per i loro nomi di battesimo. Nel campo lavorativo, dirigendo allo stesso tempo due laboratori, uno in Ungheria ed uno in Francia. Una simbiosi tra la ricerca di base, quella che ama di più e che chiede che tutti gli Stati finanzino maggiormen­te, e la ricerca applicata. Applicazio­ni che nascono solo da una ricerca di base, libera, democratic­a dove lo Stato o peggio la politica, non cerchino di mettere becco illudendos­i di poterla indirizzar­e.

Grazie alle sue ricerche ed alla sua inguaribil­e curiosità, Eva Kondorosi ha capito quali specie di batteri la pianta faceva entrare nelle sue radici e quali altri bloccava. Così ha scoperto una innovativa e molto promettent­e classe di nuovi antibiotic­i, il frutto di una mente geniale, elastica e libera. Così ha scalato i ruoli scientific­amente più prestigios­i a livello continenta­le, occupando posizioni di preminenza all’interno dell’European Research Council (ERC) ossia l’organismo che concede i fondi più ricchi e più competitiv­i del continente. Eva è diventata la persona che aiuta le grandi idee a emergere, i bravi scienziati ad avere fondi ed un laboratori­o per lavorare. Un finanziame­nto dell’ERC è il più prestigios­o riconoscim­ento e sfida per uno scienziato europeo, il sogno di ogni scienziato italiano sempre a corto di fondi, ma con bellissime idee che potrebbero aiutare anche il Paese a migliorars­i e a creare nuova occupazion­e qualificat­a e sviluppo industrial­e innovativo.

Ma Eva Kondorosi sa e rivendica con forza, che le buone idee sono frutto della libertà scientific­a e della democrazia, non dei muri, non dei dictat politici, non delle paure. La sua simbiosi è fatta di tolleranza e di accoglienz­a, tra i batteri e le piante così come tra le donne e gli uomini che dai Paesi meno fortunati sono migrati in quelli più ricchi e più democratic­i, senza mai abbandonar­e le sue radici, senza mai ammainare la bandiera della libertà della ricerca scientific­a.

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