Il Sole 24 Ore

UN FAVORE CHE DIVENTA THRILLER

- Roberto Escobar

«Queste dunque le tre cose che restano: la fede, la speranza e la carità». Paolo di Tarso e la prima lettera ai Corinzi non hanno certo alcunché da spartire con Un semplice favore (A Simple Favor, Usa e Canada, 2018, 117’). E però alle tre virtù teologali in qualche modo rimanda, il film che Paul Feig e la sceneggiat­rice Jessica Sharzer hanno tratto da un libro di Darcey Bell. Basti dire che nella vicenda entrano Faith, Hope e Charity, tre sorelle che danno a Stephanie Smothers (Anna Kendrick) la chiave per scampare ai suoi guai. La storia di Stephanie ed Emily Nelson (Blake Lively), e della loro strana amicizia, corre con leggerezza fra il thriller e la commedia sarcastica. Ed è la seconda a dar senso al film.

Stephanie ha un videoblog. In gergo, è una vlogger. In questo ruolo ci guarda in primo piano nelle immagini iniziali, tra fornelli e tegami. Con fare da madonnina infilzata, per dirla all’antica italiana, illustra all’universo di internet la propria sapienza culinaria e la propria vita. Le sue giornate si dividono tra il vlog e mielose, ipocrite, insopporta­bili riunioni di genitori alla scuola del suo Miles. Non ha più marito e non ha amici né amiche. Sole sembrano esserle rimaste una grande fede negli esseri umani – nel senso specifico dei suoi “follower” – e una grande speranza nei miracoli dei social media.

Le cose cambiano quando a scuola incontra Emily, una mamma non proprio come le altre. Sensuale e ambigua, Emily è il contrario di una madonnina infilzata, e non si preoccupa di nasconderl­o. Eppure, le due diventano subito amiche. Così pensa Stephanie, che senza esitare promuove l’altra al grado di best friend. Il che non è del tutto privo di senso, dal momento che è la sola che abbia. Da qui in avanti la commedia si ibrida piacevolme­nte con il thriller. Emily chiede a Stephanie di andare a prenderle a scuola il suo Nicky e poi scompare nel nulla. Che cosa sia successo, e come tra un mistero e l’altro la vlogger se la caverà, è detto nella parte più immediata della storia. Ma più sottile, oltre che corrosiva, è l’altra, che la sceneggiat­ura e la regia hanno l’aria di raccontare quasi per caso.

Lontani dalla metropoli – la frequenta solo Emily, assiduamen­te –, i personaggi di sfondo di Un semplice favore abitano un mondo piccino, di cui le riunioni scolastich­e sono l’evento più elettrizza­nte. A questo mondo appartiene con soddisfazi­one Stephanie. Tuttavia, come accade talvolta alle madonnine infilzate, la signora ha avuto – e avrà – slanci erotici che mai illustrere­bbe nel suo vlog. Pur nella parte della mangiauomi­ni, la sua “migliore amica” Emily ha motivo di invidiarne gli appetiti, per quanto in un certo senso anche lei ne sarà vittima. Ci sarebbe poi la madre di Emily, che Stephanie scova da qualche parte nella provincia più fonda, e ci sarebbe suo marito: rimbambita e perfida lei, rimbambito e basta lui. Né più furbo pare il marito di Emily (Henry Golding).

Insomma, quanto a materiale umano Un semplice favore ama viaggiare basso. Solo la leggerezza del racconto ne cela il disastro. E la fede, la speranza, la carità? Quando il film finisce, a coronament­o sarcastico del disastro si scopre che la prima è affogata in un lago e che la seconda va in galera. Quanto alla terza, Charity è morta da tempo, in fasce. Dunque, niente altro resta nel mondo piccino di Stephanie e delle sue mielose, ipocrite, insopporta­bili riunioni scolastich­e.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy