Pensioni, da 1.530 euro rivalutazioni frenate fino al 50 per cento
Le nuove regole, a sorpresa, sostituiscono quelle ancora più penalizzanti in scadenza Inviata la proposta alla Ue: la manovra scende a 31-32 miliardi, Pil a 0,9-1% Il reddito di cittadinanza costerà 7,1 miliardi, «quota 100» si ferma a 4,7 Vertice Cont
È stato inviato a Bruxelles il documento con la proposta italiana sulla legge di bilancio 2019 uscita dal vertice domenicale a Palazzo Chigi: la manovra si riduce a 31-32 miliardi dai 37 originari, mentre la previsione di crescita del Pil scende da 1,5% a 0,9-1%. Ma continua la trattativa con la Commissione europea, che promette un’analisi «attenta». Se nel governo Conte si è trovato d’accordo per ridurre l’obiettivo di deficit nominale dal 2,4 al 2,04%, l’esecutivo comunitario insiste perché ci sia una riduzione del disavanzo strutturale. Fino a ieri sera, il dossier italiano non era comunque all’ordine del giorno del collegio dei commissari di domani.
Resta caldo anche il confronto nella maggioranza sul merito degli emendamenti alla manovra. Ieri sera incontro tra il premier Conte e il ministro Tria. Il risultato è un nuovo allungamento dei tempi in cerca di un accordo. Via libera di Lega e M5S alla revisione al ribasso dei fondi per «quota 100» (da 7 a 4,7 miliardi per il 2019) e reddito di cittadinanza (7,1 miliardi).
Sul fronte pensioni novità per l’adeguamento degli assegni al carovita, che resterà parziale, soprattutto per gli importi più elevati, nei prossimi quattro anni. Con il maxi-emendamento governativo atteso nelle prossime ore, dovrebbe arrivare uno schema di indicizzazione ancora su cinque fasce e piena solo per le pensioni fino a tre volte il minimo (1.530 euro lordi al mese), seguita da una stretta che cresce con il crescere dell'assegno, fino al 50% per importi sopra 6 volte il minimo.
E il taglio delle pensioni più elevate potrebbe partire dai 100mila euro lordi anziché da 90mila.