Borse, Bruxelles rinnova di sei mesi l’intesa con la Svizzera
Prorogato al 30 giugno l’accordo di equivalenza per accedere al mercato unico
Nel tentativo di evitare tensioni sui mercati, la Commissione europea ha deciso ieri un rinnovo a tempo determinato, in tutto sei mesi, fino al 30 giugno 2019, dell’accordo di equivalenza che permette alle borse svizzere l’accesso al mercato unico e agli investitori europei. La decisione è giunta dopo che qualche giorno fa il governo svizzero ha annunciato di avere bisogno di più tempo per approvare la nuova intesa che dovrebbe gestire i rapporti tra Bruxelles e Berna.
«Grazie a questo rinnovo, la Svizzera dovrebbe disporre del tempo necessario per chiudere la consultazione interna sul nuovo quadro inter-istituzionale – ha detto il vice presidente dell’esecutivo comunitario Valdis Dombrovskis –. L’equivalenza per altri sei mesi garantirà una continuità ai gestori di portafoglio e ai brokers presenti sul mercato azionario svizzero. Vogliamo che le imprese europee possano continuare a vendere e ad acquistare azioni svizzere sia nell’Unione che nelle borse svizzere».
All’inizio del mese, il governo elvetico ha deciso di prendere tempo prima di approvare l’ambiziosa intesa inter-istituzionale negoziata a livello diplomatico tra Berna e Bruxelles e che deve gestire i tanti rapporti tra l’Unione europea e la Confederazione elvetica. La proposta di un rinnovo dell’equivalenza borsistica, in scadenza alla fine dell’anno, è stata presentata ai paesi membri che hanno la possibilità di commentarla entro il 19 novembre (si veda Il Sole/24 Ore del 18 ottobre).
«Siamo consapevoli che passerà del tempo tra la decisione del Consiglio federale e la scelta finale della Svizzera», ha spiegato ieri in una conferenza stampa a Bruxelles Johannes Hahn, il commissario responsabile dei rapporti con i paesi terzi e il vicinato. Alla fine del 2017, nel pieno del negoziato diplomatico, la Commissione europea aveva rinnovato l’equivalenza per appena un anno. Il timore di molti investitori era che l’esecutivo comunitario non l’avrebbe rinnovato ulteriormente alla fine del 2018, in assenza di accordo con Berna.
In realtà, Bruxelles ha deciso di optare per la continuità pur di evitare tensioni sui mercati finanziari. Alla base della decisione comunitaria, vi è il sentimento che il governo svizzero approverà l’intesa negoziata a livello diplomatico, dopo avere consultato le parti sociali, i cantoni e tutti gli attori coinvolti. La scelta di Bruxelles è stata accolta con un sospiro di sollievo dagli investitori svizzeri ed europei.
Nel 1992 gli svizzeri hanno votato contro l’ingresso del paese nello Spazio economico europeo. Da allora, il rapporto tra Berna e Bruxelles è retto da una serie di intese bilaterali, che riguardano anche la libera circolazione delle persone. Quest’ultimo accordo è stato messo in dubbio da un referendum del 2014 a favore di quote annuali di migranti. La scelta referendaria ha indotto le parti a rivedere l’intero impianto istituzionale delle loro relazioni.