Fino a 6 miliardi di meno per il Made in Italy con dazi Usa-Ue al 10%
Stime Ice-Prometeia sugli effetti del protezionismo
Quanto potrebbe costare al Made in Italy se gli Usa imponessero il 10% sulle importazioni da tutti i partner commerciali e questi rispondessero con lo stesso incremento di tariffe sulle loro importazioni dagli Stati Uniti? Tra 1,5 e quasi 6 miliardi di euro in due anni.
C’è un intero capitolo dedicato, all’interno del XVI Rapporto IcePrometeia, che sarà presentato domani a Milano, – e che Il Sole 24Ore è in grado di anticipare – con l’obiettivo di valutare le conseguenze del protezionismo.
Non si tratta di un vero e proprio scenario di previsione, ma di una stima d’impatto, a fronte dell’introduzione di misure protezionistiche da parte americana e al netto di ulteriori situazioni di tensioni e rappresaglie.
L’esercizio che fanno Ice e Prometeia, per l’Italia, è quello di ipotizzare che gli Stati Uniti introducano tariffe del 10% sulle importazioni da tutti i partner commerciali e che questi rispondano con lo stesso incremento di tariffe sulle loro importazioni dagli Usa, ma non su quelle dagli altri Paesi.
Minore domanda potenziale e perdita di competitività avrebbero un effetto negativo sulle esportazioni italiane, che andrebbe a peggiorare tra primo e secondo anno . L’export di merci calerebbe, rispettivamente, dello 0,63% e dell’1,40% nel secondo.
Rispetto allo scenario base, l’effetto negativo sul Pil sarebbe poco meno di un decimo di punto nel primo anno e poco meno di 3 decimi (-0,26%) nel secondo, per un controvalore rispettivamente pari a circa 1,5 e 5,7 miliardi di euro in due anni. Un calo di export che colpirebbe auto e componentistica, meccanica e macchinari, in primis, e successivamente altre voci del “tradizionale” Made in Italy dei beni di consumo.
Non solo. L’ipotesi di guerra commerciale si traduce anche in una più bassa crescita per il commercio mondiale, nell’ordine di 1 punto percentuale nel primo anno e di poco più di 2 punti nel secondo.
Intanto, lo scenario – spesso mutevole - del commercio internazionale sembra rasserenarsi. Il presidente Usa e il suo omologo Xi Jinping hanno stabilito tre mesi di sospensione alle misure tariffarie, periodo in cui lavoreranno per un accordo economico più ampio. Il tycoon ha promesso che il 1° gennaio non scatterà l’aumento al 25% delle tariffe su prodotti made in China .
Ed è di venerdì la notizia della sospensione, anche da parte della Cina, fino al 31 marzo prossimo, dei dazi aggiuntivi del 25% sulle auto prodotte in Usa, in risposta a quelli voluti dall’amministrazione Trump.
Che, qualche tempo fa, ha però aperto un dossier anche sulla possibilità di imporre tariffe su auto e componentistica provenienti dall’estero, Ue compresa.
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