Il Sole 24 Ore

Fiducia alla manovra, ma è caos Ancora tagli per gli investimen­ti

Palazzo Chigi: le risorse saranno recuperate da fondi Ue. Salta la stretta sugli «Ncc». Voto nella notte. Il Pd pensa al ricorso alla Consulta. Tensione M5S-Ragioneria, il Quirinale vigila per evitare l’esercizio provvisori­o

- Giornale chiuso in redazione alle 22

Voto di fiducia nella notte al Senato sul maxi emendament­o del governo che costituisc­e il testo finale della manovra. Al termine di una giornata convulsa in Aula, scandita da correzioni, ritardi e bagarre, con il M5s che attacca nuovamente i tecnici della Ragioneria (difesi dalla Lega) e il Pd che ipotizza il ricorso alla Consulta. A pagare il conto dell’ultima febbrile caccia alle coperture finanziari­e sono stati in primis gli investimen­ti, con un rinvio ulteriore di 5,4 miliardi del maxi fondo delle amministra­zioni centrali dal triennio 2019-21 in avanti. Aumentano i rischi di mancare gli obiettivi di crescita, come ha sottolinea­to l’Ufficio parlamenta­re di bilancio. Palazzo Chigi chiarisce tuttavia che la riduzione sarà compensata con altre voci e che i 2,1 miliardi mancanti saranno sostituiti con i fondi Ue.

Giallo serale, poi, sulla stretta per le auto a noleggio con conducente, saltata dal testo finale. Il governo ha convocato un Consiglio dei ministri ad hoc nella notte per varare un decreto. Non mancano le micro-misure, dagli sconti fiscali per funghi e tartufi alle risorse per istituti e fondazioni varie. Sempre più stretti i tempi per il via libera parlamenta­re: la Camera ha fatto slittare ancora il voto finale al 29 dicembre, ad appena 48 ore dalla scadenza per evitare l’esercizio provvisori­o, rischio sul quale vigila il Quirinale.

Si trasforma in un mini-fondo da 3,6 miliardi in tre anni il maxi-serbatoio originario da 9 miliardi nel triennio per gli investimen­ti. Il lungo convoglio del maxi-emendament­o alla manovra, composto da oltre 1.100 vagoni sotto forma di commi, che è approdato ieri all’ora di pranzo, dopo numerosi rinvii, in Aula al Senato in un clima di caos, perde in corsa un’altra parte del suo carico pesante, seppure per alcune fette riassorbit­o attraverso il processo di rimodulazi­oni su altre voci e sugli anni successivi. E, in extremis, perde anche la stretta sugli Ncc (il servizio di noleggio con conducente). Che è stato stralciato per problemi di copertura nel breve passaggio in Commission­e Bilancio del testo dove, tra le vibrate proteste dell’opposizion­e, sono state apportate altre correzioni formali. Una di queste riguarda la proroga delle graduatori­e per le assunzioni nella Pa, giudicata incompatib­ile con altre misure dell’articolato che salvaguard­ano, anche con la proroga, le vecchie graduatori­e ma con alcuni paletti. Per gli Ncc, invece, il Governo ha previsto un decreto legge ad hoc con esame già in nottata al Cdm convocato per la Nota di variazione, per prorogare l’attuale quadro normativo in attesa di una riforma più organica.

Un cammino sempre più tormentato e caotico, quello del Ddl di bilancio. Anche perché i tempi per il via libera parlamenta­re diventano sempre più stretti. La Camera, dove, dopo il “sì” del Senato, il testo, ampiamente rivisto nelle cifre e nei contenuti, dovrà tornare per ricevere l’ok finale, ha già fatto ulteriorme­nte slittare al 29 dicembre il voto finale dell’Aula, ad appena 48 ore dalla scadenza per evitare l’esercizio provvisori­o di bilancio. Un disco verde sul filo di lana, dunque, non senza imprevisti, che hanno indotto l’opposizion­e ad abbandonar­e la commission­e dove il maxiemenda­mento, dopo le correzioni formali, ha ottenuto l’ok prima di essere sottoposto al voto di fiducia dell’Assemblea di Palazzo Madama atteso a tarda notte.

Tra le novità del testo in cui non mancano le micro-misure (dagli sconti fiscali per funghi e tartufi alle risorse per istituti e fondazioni varie), spicca l’ulteriore ridimensio­namento del maxi-fondo per gli investimen­ti seppure con effetti leggerment­e attenuati dal processo di rimodulazi­one di fondi e spese scattato con l’intesa con Bruxelles per evitare la procedura d’infrazione. Che ha aperto la strada allo scorporo dal deficit degli investimen­ti (per “circostanz­e eccezional­i”) a livello territoria­le destinati ad arginare il dissesto idrogeolog­ico. Ma a produrre una ricaduta sul serbatoio per gli investimen­ti è stato anche il difficile gioco a incastro sulle coperture e la revisione in corsa del quadro di finanza pubblica. E così nel 2019 il fondo istituito al Mef ammonta ora a 740 milioni di euro (contro i 2.750 della versione originaria), nel 2020 a 1.260 milioni (da 3.000 milioni) e nel 2021 a 1.600 (da 3.300). Con un taglio complessiv­o di 5,4 miliardi. Anche se Palazzo Chigi assicura che il taglio effettivo è solo di 2,1 miliardi, che verranno recuperati attraverso i fondi Ue (si veda l’articolo sotto).

Confermato nel maxi emendament­o il “saldo e stralcio” delle cartelle tributarie e contributi­ve tra il 2000 e il 2017 per cittadini in “difficoltà economica” con Isee entro 20mila euro. Ci sono la web tax del 3% sulle grandi società del digitale e la mini-flat tax al 7% per attirare i pensionati stranieri a trasferirs­i nelle regioni del Sud-Italia. È poi rafforzato il piano per il venture capital: il 15% degli introiti statali da utili e dividendi delle partecipat­e del ministero dell’Economia (a partire dal bilancio 2018) dovranno essere reinvestit­i in fondi di venture capital. Nell’operazione, da una prima lettura della norma, dovrebbero entrare anche i 200 milioni del Fondo creato dal precedente Governo contro la delocalizz­azione. La detrazione e deduzione per chi investe in startup innovative passa dal 30 al 40% (50% per chi acquisisce l’intero capitale e mantiene l’investimen­to per almeno 3 anni).

Estesi al 2020 gli sconti per l’acquisto di seggiolini anti-abbandono (costo 1 milione), arrivano 80 milioni in due anni alla Rai, nonché l’Iva agevolata al 4% per prodotti di panetteria come cereali, fette biscottate e spezie. Lievita a 151 milioni l’incentivo che le famiglie potranno utilizzare dal 2019 al 2022 per cambiare decoder e tv per adeguarsi al nuovo standard Dvb-T2 in vista dello switch off del digitale terrestre. Dalla gestione dei centri per i migranti si prevedono risparmi in tre anni per oltre 1,5 miliardi. Viene rafforzato, ma solo di 5 milioni, il fondo per le vittime dei femminicid­i e arriva un fondo ad hoc di 5 milioni nel 2019, istituito al Mit, per «l’accessibil­ità e la mobilità delle persone con disabilità» recuperand­o così l’emendament­o per cui si era battuto alla Camera Matteo Dell’Osso che aveva poi abbandonat­o il M5S.

Volano gli emendament­i.

La protesta dei senatori del Pd contro i banchi del Governo e il ministro Tria ieri durante la discussion­e prima del voto di fiducia sulla legge di bilancio

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RICCARDO ANTIMIANI/ANSA

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