Alternanza, taglio di ore e fondi
Arriva la cedolare secca al 15% per i docenti di ruolo che svolgono ripetizioni
L’alternanza scuola-lavoro cambia nome (“percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento”); dimezza i fondi (da 100 milioni l’anno a circa 50); e vede ridurre drasticamente le ore minime da trascorrere “on the job” che nei licei scendono da 200 ad almeno 90, nei professionali da 400 ad almeno 210 e nei tecnici da 400 ad almeno 150.
Il maxiemendamento alla manovra 2019 conferma il forte ridimensionamento della formazione “on the job” che, almeno per quest’anno, non sarà neppure requisito d’accesso agli esami di maturità di giugno. C’è poi il riordino dei concorsi a cattedra a medie e superiori, con l’obiettivo, su cui preme il ministro, Marco Bussetti, di inserire quanto prima i giovani nel sistema (oggi l’età media dei docenti è 51,2 anni al top in Europa). L’operazione è un sostanziale ritorno ai concorsi abilitanti, con l’addio al “Fit”, il percorso di formazione iniziale e tirocinio di tre anni oggi richiesto agli aspiranti insegnanti. Da domani, con le nuove regole, potranno partecipare a una selezione ordinaria (la prima è attesa già nel 2019) tutti i laureati con 24 crediti (Cfu) nelle materie antropsico-pedagogiche. Per i posti comuni gli scritti restano due (per il sostegno da tre si passa invece a uno), mentre all’orale, oltre alla conoscenza della materia per cui si concorre, si testerà anche l’inglese (almeno livello B2). Chi supera il concorso dovrà svolgere un solo anno di prova (anziché tre) e superato questo periodo di “rodaggio” in classe si è confermati in ruolo e si è tenuti a rimanere nello stesso istituto “per almeno altri 4 anni” (in tutto, quindi, 5 anni, salvi i casi di sovrannumero o esuberi - si ripristina un vincolo di permanenza medio-lungo a garanzia della continuità didattica a vantaggio degli alunni).
Si completa infine lo smontaggio della legge 107: per i docenti, assunti o trasferiti, scompaiono gli ambiti territoriali (la titolarità torna quindi “su scuola”) con la conseguenza che si dirà addio pure alla chiamata diretta (da parte dei presidi). Arriva anche la cedolare secca al 15% per i docenti di ruolo che svolgono lezioni private e ripetizioni. Si parte subito: dai compensi percepiti già dal prossimo gennaio.