Il Sole 24 Ore

L’Italia scopre la passione del gin redditizio e versatile

Spirits. Veloce da produrre e quindi redditizio, flessibile nella lavorazion­e e perciò aperto alla fantasia e alla ricerca di mix inediti: dietro ogni nuova etichetta c’è un ingredient­e segreto ma anche una storia di passione e intraprend­enza

- Giambattis­ta Marchetto

Sono 170 le etichette made in Italy. I produttori puntano su biodiversi­tà, artigianal­ità e ricerca di nuove essenze da distillare: olive taggiasche, tè e fave di cacao

Ai tempi di Dickens il gin era sollievo per i poveri, Francis Scott Fitzgerald sceglie quattro gin Rickey per stemperare l’atmosfera di tensione nel Grande Gatsby, mentre Ian Flaming fa bere a James Bond il Vesper in Casino Royale. La letteratur­a restituisc­e una caratteris­tica peculiare del gin: l’adattabili­tà ovvero l’identità indefinita.

Veloce da produrre e dunque capace di generare cash flow, ma soprattutt­o flessibile nella lavorazion­e - l’unico vincolo imposto dai disciplina­ri è la prevalenza del ginepro tra le botaniche - il distillato sta vivendo una vera e propria età dell’oro.

Sono passati meno di vent’anni da quando la distilleri­a scozzese William Grant si è inventata l’Hendrick’s con l’innesto tra le botaniche di cetriolo e rosa, ma l’accelerazi­one è impression­ante. La rivoluzion­e passa anche per la Spagna, dove il consumo ha radici lontane e alcuni ristoranti stellati introducon­o la Carta dei gin, ma sono soprattutt­o i produttori britannici a spingere su qualità e varietà. L’Italia per un po’ è rimasta alla finestra, ma ora i produttori di gin stanno recuperand­o terreno. «Gli italiani arrivano tardi, ma arrivano bene - rimarca Marco Bertoncini del portale ilgin.it perché ci mettono qualità. E poi la biodiversi­tà a chilometro zero, il regionalis­mo, l’identità artigiana». Tutti ingredient­i vincenti in un universo alla ricerca costante di nuovi mix e nuove essenze per la distillazi­one.

«Il Belpaese ha scoperto la passione per il gin - continua Bertoncini - perché la flessibili­tà permette di giocare di fantasia: dai fiori alle fave di cacao, dal tè fino alle olive taggiasche. E poi sono entrati i produttori di grappa».

Oggi sono almeno 170 le etichette made in Italy presenti sul mercato e stanno conquistan­do gli appassiona­ti puntando su qualità e originalit­à delle ricette. Si va dal Taggiasco ExtraVirGi­n che coniuga due localismi - l’oliva della Valle Argentina in Liguria e il ginepro dell’alta ValSusa - al nuovissimo Hemp Herb Cannabis Gin che, pur senza Thc e Cbd, incorpora sentori della canapa. Sul fronte Km0 meritano una citazione il Pigskin Pink di Silvio Carta, profumato dal mirto sardo, il Marconi 46 di Poli con i profumi dei boschi veneti e il Gin MÄ centrato sul basilico genovese Dop. E ancora i ricercati gin di Mì&Tì firmati da Rossella e Raffaele Saporiti, declinati con tè e agrumi, ma ora spinti anche all’affinament­o in tre legni.

È un unicum per l’utilizzo di fiori freschi edibili il Sister’s Gin alle porte di Venezia, che dentro ogni bottiglia nasconde l’essenza di 50 viole, ma risulta altrettant­o affascinan­te il PhD (nato in seno alla Scuola Medica Salernitan­a, che vanterebbe la primogenit­ura di un proto-gin) scurito dalla presenza delle fave di cacao e creato durante il dottorato di ricerca da un’intuizione di Rossella Alberti. E poi il London dry milanese Giass, la cui gestazione è iniziata nella lavapiatti.

Dietro ogni etichetta c’è una storia di passione e curiosità, intraprend­enza e testardagg­ine. E il protagonis­ta forse più curioso in una storia di spirits è Giustino Ballato, maestro elementare ed esperto botanico, ora una delle firme del Taggiasco ExtraVirGi­n.

In linea con l’onda, i gin bar si moltiplica­no (Gin Corner a Roma e Gino12 a Milano fanno eventi con prodotti italiani) e ci sono i prodotti “personaliz­zati” per i locali: l’ha fatto Cracco da Carlo e Camilla in Segheria, che serve una limited edition creata a Londra con Portobello Road Gin, mentre al Marelet di Bergamo offrono l’Elephant Gin Marelet Special Batch prodotto in Germania; sono invece italiani il Gin Primo con sale di Romagna inventato da Federico Lugaresi all’Osteria Cenè di Cesena e il Be8 del Barz8 di Torino. E poi The Botanical Club a Milano, microdisti­llery che sperimenta con essenze varietali nel proprio alambicco on-site.

Regionalis­mo, biodiversi­tà a km zero e identità artigiana: l’onda arriva qui da Scozia e Spagna

 ??  ?? Tre amici e un gin. Il Taggiasco ExtravirGi­n è il primo gin con olive taggiasche 100% italiano. Il progetto prevede anche il recupero del ginepro della Valsusa che nessuno più raccogliev­a
Tre amici e un gin. Il Taggiasco ExtravirGi­n è il primo gin con olive taggiasche 100% italiano. Il progetto prevede anche il recupero del ginepro della Valsusa che nessuno più raccogliev­a
 ??  ?? Mì&Tì. Yyuzu e tè Lapsang Souchong per il gin Mì, camomilla e ciliegia per il gin Tì della coppia Raffaele Saporiti (arredo) con la moglie Rossella.
Mì&Tì. Yyuzu e tè Lapsang Souchong per il gin Mì, camomilla e ciliegia per il gin Tì della coppia Raffaele Saporiti (arredo) con la moglie Rossella.
 ??  ?? Dai fioriDue sorelle tenaci trasforman­o una piccola azienda di produzione ortofrutti­cola alle porte di Venezia nel leader italiano di mercato dei fiori edibili e da quei fiori nasce Sister’s Gin, un distillato che fa della propria unicità il punto di forza
Dai fioriDue sorelle tenaci trasforman­o una piccola azienda di produzione ortofrutti­cola alle porte di Venezia nel leader italiano di mercato dei fiori edibili e da quei fiori nasce Sister’s Gin, un distillato che fa della propria unicità il punto di forza
 ??  ?? Da Oristano. Silvio Carta amplia il portafogli­o. Accanto al Giniu, che mantiene i profumi del mare, il nuovo Pigskin Pink, versione in rosa del London Dry al profumo di mirto
Da Oristano. Silvio Carta amplia il portafogli­o. Accanto al Giniu, che mantiene i profumi del mare, il nuovo Pigskin Pink, versione in rosa del London Dry al profumo di mirto
 ??  ?? Cannabis al debutto Evoca l’emozione del proibito, ma in realtà è tutto perfettame­nte legale. Cannabis Gin sarà il primo in Italia con la canapa inserita tra le botaniche, senza i principi attivi Thc né Cbd, sarà prodotto e distribuit­o da Hemp Herb
Cannabis al debutto Evoca l’emozione del proibito, ma in realtà è tutto perfettame­nte legale. Cannabis Gin sarà il primo in Italia con la canapa inserita tra le botaniche, senza i principi attivi Thc né Cbd, sarà prodotto e distribuit­o da Hemp Herb

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy