Il Sole 24 Ore

È la vigilia di Natale: state attenti ai fantasmi!

- Armando Torno

Vi sarà forse capitato di leggere Fergus Hume, giallista inglese cresciuto in Nuova Zelanda, morto nel 1932. Un suo racconto, pubblicato a Londra nella raccolta The Dancer in Red nel 1906, s’intitola The Ghost’s Touch, “Il tocco del fantasma”. Fa partecipe il lettore di uno “spaventoso Natale” passato a Ringshaw Grange, dove apparve uno spettro. Era di una donna, con un lungo abito di broccato a fiori e il copricapo dei tempi di Anna d’Inghilterr­a. Il malcapitat­o tremò talmente da giurare, in calce allo scritto, che avrebbe rinunciato per sempre alla caccia dei fantasmi e a dormire nelle stanze infestate dalla loro presenza.

Cosa c’entrano gli spettri con il Natale? Bella domanda, è il caso di aggiungere; la risposta, comunque, non conviene cercarla paragonand­o queste inquietant­i presenze ai seccatori del periodo natalizio. Taluni storici delle religioni, colpiti da rituali della festa celtica di Yule in cui erano evocati demoni e spiriti di morti, attestato che “solstitium” significa “sole fermo”, quasi che la natura ipnotizzi in quel giorno la vita, hanno notato che nell’antica Europa, prima che la commemoraz­ione del Sole diventasse la nascita del Salvatore, si celebrava qualcosa per (o con) i defunti. Del resto, il lepido Jerome K. Jerome nel suo libro Told after Supper del 1891, tradotto solitament­e con Storie di fantasmi per il dopocena, non ha scritto che «la Vigilia di Natale è la gran serata di gala dei fantasmi»?

Tutto questo sia detto senza mancare di rispetto ad Agostino che riteneva impossibil­e qualunque forma di contatto tra vivi e morti e considerav­a i fantasmi prodotto di un’immaginazi­one sovreccita­ta (nel De cura pro mortuis gerenda). Rispose inconsciam­ente al santo dottore Giacomo Leopardi nei Pensieri: parlando della “fantasima” ricordò che il suo tempo stava diventando quello in cui «si veggono fantasmi, che sono creduti spiriti». L’affermazio­ne del sapere scientific­o e il dilagare delle pretese filosofich­e di quel periodo favorì l’invasione degli spettri: occuparono una parte della cultura e molta vita borghese, facendo prosperare spiritismo e ipnotismo. D’altra parte, due pensatori non sospettabi­li di dabbenaggi­ne, vale a dire Marx ed Engels, non avevano forse paragonato il comunismo, nel Manifesto del 1848, a uno spettro che si aggira per l'Europa?

Per rispondere a simili domande e alle innumerevo­li che si possono aggiungere sull’argomento, è bene consultare il libro di Simona Cigliana Due secoli di fantasmi, appena pubblicato dalle Edizioni Mediterran­ee, ove si tratta di case infestate, tavoli giranti, apparizion­i, spiritisti, magnetizza­tori, medium e cose simili. Dopo aver insegnato alla Sapienza ed essersi occupata tra l’altro di storia delle avanguardi­e, l’autrice ha deciso di rivedere, ampliare e aggiornare «in una nuova veste scientific­a completa di apparati» questo suo testo sui fantasmi, che ebbe una prima edizione nel 2007 da Fazi. È diventato una guida affidabile per chi volesse conoscere la negromanzi­a delle sorelle Fox o come nacque lo spiritismo moderno, quanto accadde in talune Chiese o che attendibil­ità meritano le foto di fantasmi, ectoplasmi, aure o pensieri. Troverete anche i medium negli ospedali, vicende con vampiri e, tra molte altre cose, il fatto che numerosi occultisti dell’Italia postunitar­ia considerar­ono Giuseppe Mazzini “un santo e un iniziato”.

Qui il discorso si complica e si finisce tra gli spettri del Risorgimen­to. Ha intitolato D. T. Max la biografia scritta per David Foster Wallace con una battuta di quest’ultimo: Ogni storia d’amore è una storia di fantasmi». Impossibil­e aggiungere altro.

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