«Tutte le famiglie felici si somigliano
Chiariamolo subito: nel Nuovo Treccani, il vocabolario che raccoglie l’eredità di una tradizione inaugurata una trentina d’anni fa dal grande lessicografo Aldo Duro e oggi diretto da Valeria Della Valle e Giuseppe Patota, la parola petaloso non c’è. Questo dizionario, che nella forma appena pubblicata consta d’un volumone di oltre milleduecento pagine ed è avvolto dalla ben riconoscibile carrozzeria editoriale della gloriosa Enciclopedia italiana, dichiara fin dalle prime pagine la propria distanza dai vezzi di una lessicografia modaiola, che cerchi di attrarre l’attenzione di pubblico e media con strizzatine d’occhio più degne di performance istrioniche che di opere di riferimento. Occorrerà aggiungere, a onor del vero, che una concessione alle mode è rappresentata pur sempre dalla scelta come sottotitolo dell’opera di un vero e proprio hashtag, cioè #leparolevalgono, di cui forse l’utente medio non sente il bisogno. Ma a parte questo, l’opera merita davvero di essere segnalata, in particolare agli insegnanti e agli utenti professionali della lingua, per il giusto bilanciamento tra sintesi (gli autori si vantano, a buon diritto, più di ciò che hanno tolto che di ciò che hanno aggiunto), chiarezza espositiva, autorevolezza e attenzione ai versanti meno letterari e più vivi e aggiornati della lingua. Merita attenzione anche per l’uscita in combinazione con un altro volume, simile per mole e concezione scientifica, ma ben diverso per impianto: è il Thesaurus – Dizionario analogico della lingua italiana coordinato dallo stesso Patota, che rinverdisce l’antica tradizione dei vocabolari nomenclatori. Si tratta insomma di un’opera in cui le parole non sono semplicemente elencate in ordine alfabetico come nei normali dizionari: attorno a mille parole del lessico di base dell’italiano, in effetti, sono qui costruite delle costellazioni in cui si dispongono gli elementi lessicali che a quelle si imparentano per relazioni di significato (ad esempio insetto e pungere) o per relazioni propriamente lessicali (cioè perché sono sinonimi, contrari, o parole di significato più ampio o più ristretto, ad esempio: insetto e invertebrato, oppure coleottero). Più che a una consultazione puntuale, un dizionario simile invita alla lettura ragionata e all’esplorazione, e si rivolge soprattutto a utenti che si stanno progressivamente appropriando della lingua, arricchendo e perfezionando le proprie dotazioni. Accanto alla grammatica e al vocabolario dell’uso, il Thesaurus ha una funzione simile a quella di un atlante. Uno strumento pedagogicamente efficacissimo, che par fatto apposta per imprimere il ricordo delle sue pagine – colorate e graficamente curatissime – nella mente degli apprendisti dell’italiano. Nuovo Treccani e Thesaurus sono insomma la conferma di un fenomeno paradossale: quello per cui l’italiano è tanto curato e onorato in libreria, quanto negletto e torturato in altri luoghi, che invero non dovrebbero essere meno nobili di una libreria, e che ahimé sono ben più presenti all’attenzione del grande pubblico. Così va il mondo: ma che le parole siano al sicuro almeno nel forziere del Thesaurus è comunque una buona notizia.
á@lorenzotomasin
ogni famiglia infelice lo è a modo proprio»: non c’è momento migliore delle fredde e umide vacanze di fine
anno per abbandonarsi alle oltre 42 ore
di ascolto di Anna Karenina, di Lev Tolstoj letta
dalla voce di Anna Bonaiuto, nella traduzione di Gianlorenzo Pacini (Emons audiolibri, 4 CD, € 22,90, download
€ 13,72). La.Ri.