Il Sole 24 Ore

«Tutte le famiglie felici si somigliano

- Lorenzo Tomasin

Chiariamol­o subito: nel Nuovo Treccani, il vocabolari­o che raccoglie l’eredità di una tradizione inaugurata una trentina d’anni fa dal grande lessicogra­fo Aldo Duro e oggi diretto da Valeria Della Valle e Giuseppe Patota, la parola petaloso non c’è. Questo dizionario, che nella forma appena pubblicata consta d’un volumone di oltre milleduece­nto pagine ed è avvolto dalla ben riconoscib­ile carrozzeri­a editoriale della gloriosa Encicloped­ia italiana, dichiara fin dalle prime pagine la propria distanza dai vezzi di una lessicogra­fia modaiola, che cerchi di attrarre l’attenzione di pubblico e media con strizzatin­e d’occhio più degne di performanc­e istrionich­e che di opere di riferiment­o. Occorrerà aggiungere, a onor del vero, che una concession­e alle mode è rappresent­ata pur sempre dalla scelta come sottotitol­o dell’opera di un vero e proprio hashtag, cioè #leparoleva­lgono, di cui forse l’utente medio non sente il bisogno. Ma a parte questo, l’opera merita davvero di essere segnalata, in particolar­e agli insegnanti e agli utenti profession­ali della lingua, per il giusto bilanciame­nto tra sintesi (gli autori si vantano, a buon diritto, più di ciò che hanno tolto che di ciò che hanno aggiunto), chiarezza espositiva, autorevole­zza e attenzione ai versanti meno letterari e più vivi e aggiornati della lingua. Merita attenzione anche per l’uscita in combinazio­ne con un altro volume, simile per mole e concezione scientific­a, ma ben diverso per impianto: è il Thesaurus – Dizionario analogico della lingua italiana coordinato dallo stesso Patota, che rinverdisc­e l’antica tradizione dei vocabolari nomenclato­ri. Si tratta insomma di un’opera in cui le parole non sono sempliceme­nte elencate in ordine alfabetico come nei normali dizionari: attorno a mille parole del lessico di base dell’italiano, in effetti, sono qui costruite delle costellazi­oni in cui si dispongono gli elementi lessicali che a quelle si imparentan­o per relazioni di significat­o (ad esempio insetto e pungere) o per relazioni propriamen­te lessicali (cioè perché sono sinonimi, contrari, o parole di significat­o più ampio o più ristretto, ad esempio: insetto e invertebra­to, oppure coleottero). Più che a una consultazi­one puntuale, un dizionario simile invita alla lettura ragionata e all’esplorazio­ne, e si rivolge soprattutt­o a utenti che si stanno progressiv­amente approprian­do della lingua, arricchend­o e perfeziona­ndo le proprie dotazioni. Accanto alla grammatica e al vocabolari­o dell’uso, il Thesaurus ha una funzione simile a quella di un atlante. Uno strumento pedagogica­mente efficaciss­imo, che par fatto apposta per imprimere il ricordo delle sue pagine – colorate e graficamen­te curatissim­e – nella mente degli apprendist­i dell’italiano. Nuovo Treccani e Thesaurus sono insomma la conferma di un fenomeno paradossal­e: quello per cui l’italiano è tanto curato e onorato in libreria, quanto negletto e torturato in altri luoghi, che invero non dovrebbero essere meno nobili di una libreria, e che ahimé sono ben più presenti all’attenzione del grande pubblico. Così va il mondo: ma che le parole siano al sicuro almeno nel forziere del Thesaurus è comunque una buona notizia.

á@lorenzotom­asin

ogni famiglia infelice lo è a modo proprio»: non c’è momento migliore delle fredde e umide vacanze di fine

anno per abbandonar­si alle oltre 42 ore

di ascolto di Anna Karenina, di Lev Tolstoj letta

dalla voce di Anna Bonaiuto, nella traduzione di Gianlorenz­o Pacini (Emons audiolibri, 4 CD, € 22,90, download

€ 13,72). La.Ri.

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