Il Sole 24 Ore

ANASTASIO CANTANTE VANESIO

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«Attanasio cavallo vanesio», cantava la buonanima di Renato Rascel. Chi è più vecchio se lo ricorda: erano i primi anni Cinquanta, con il boom economico davanti e la “Nottata” appena passata. Mezzo secolo dopo, si cambia cavallo: al posto di Attanasio c’è Anastasio cantante vanesio, rapper vincitore della 12esima edizione di X Factor con l’inedito La fine del mondo (nel senso del titolo dell’inedito). Il pezzo è una risciacqua­tura in mainstream della gloriosa tradizione hip hop napoletana: «Scendetemi di dosso con ‘sta fretta di decidersi, voi non fatemi alzare dal letto». Tanti compromess­i per un genere che non ne vorrebbe: niente dialetto, ma forte accento dialettale; niente Rivoluzion­e, ma ribellismo general generico; niente

Curre curre guagliò, ma una mesta ammissione: «Mai corso una maratona, superato ostacoli, non ho mai visto il Napoli di Maradona». Riassumend­o: un vorrei ma non posso che, secondo i fini analisti della contempora­neità, è «nichilismo alla Nietzsche», una «dichiarazi­one di poetica della generazion­e degli Sdraiati». Poi però si scopre che il nichilista di Meta di Sorrento ha messo tanto di like alle pagine Facebook di Salvini, Trump e addirittur­a Casa Pound. Cosa c’entrano sovranismo e neofascism­o con la cultura della strada? La stampa gliene chiede conto e il ragazzo risponde piccato: «Non sono comunista né fascista, ancora parliamo di questo? Io mi tengo informato, metto like e vedo cosa dicono le persone. Io ho la mia opinione su fatti di cronaca, a volte sono da un lato e a volte dall’altro. Mi etichetto come libero pensatore». Come no: il libero pensatore dello stato di Bananas.

(Modesto Michelange­lo Scrofeo)

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