Il Sole 24 Ore

Tipografia, finalmente hai trovato la tua casa

- Stefano Salis

Cosa c’è dietro un libro? Un autore, un’idea, un editore, certo, ma anche tecnologia, capacità, rischio, ossessione, meticolosi­tà, bisogno di esprimersi, comunicazi­one. Ma, sempre passione; dietro ogni libro ci sono storie, storie di uomini. Ecco perché questo libro – bellissimo – parte con il piede giusto: i fratelli Antiga (Franco, Silvio, Mario, Carlo e Maria Antonietta) iniziano con un ricordo. «L’8 agosto 1968, a Padova, comprammo una piccola macchina da stampa d’occasione, due banconi di caratteri e un tagliacart­e verde chiaro con un grande volano che veniva azionato manualment­e. Nostro padre, all’epoca, era appena andato in pensione; con un gesto che ancora oggi ci commuove, non esitò a ipotecare

la modesta casa di famiglia, suo unico

avere, per consentire ai figli l’avviamento del minuscolo laboratori­o». Sarebbe diventato le Grafiche Antiga, segno nobile della tipografia italiana e non solo: un’impresa da caso di studio. Ma tutto, l’innovazion­e, la qualità, la voglia di far meglio, parte da lì. E, ora, trova degna chiusura del cerchio: «Questo libro sintetizza la passione e i sacrifici sostenuti per amore e riconoscen­za verso il nostro mestiere».

Questa frase, che chiude la prefazione,

andrebbe scolpita a caratteri capitali in ogni impresa, e, massimamen­te, quelle che hanno a che fare con il libro. Passione, sacrifici, amore, riconoscen­za, mestiere. Non c’è, davvero, bisogno

d’altro.

Poi, ecco la nascita della Tipoteca Italiana di Cornuda, dalle parti di Treviso – idea, realizzazi­one e luogo bellissimi –, uno dei più importanti musei al mondo sul tema, cui gli Antiga danno vita nel 1995 per dare un senso “storico” al loro lavoro e preservare, promuovere e tramandare quel sapere e quel patrimonio che è la tipografia italiana tutta, non la loro. Tipoteca.

Una storia italiana (cartonato con cofanetto, pagg. 320 con 238 immagini e ottimi inserti stampati in tipoimpres­sione, it/ing, € 90,00) è il festeggiam­ento per i 50 anni di una attività ininterrot­ta, e, di più, la testimonia­nza di una storia che viene da lontano e, contrariam­ente a quello che si pensa, ha, può avere, un futuro.

Questi “dinosauri” che riposano sotto le travi della Tipoteca, macchine da stampa di tutti i tipi (e che bel caso di ambivalenz­a della parola!), lynotipe, monotype, torchi, caratteri di legno (collezione tra le più importanti al mondo) e piombo, una manualità che è il sale del lavoro, insieme all’ingegno nel progettare la soluzione giusta ad ogni libro, i restauri che doverosame­nte si impongono, la stessa qualità eccellente di questo libro (di cui, alla fine, viene dato un dietro le quinte: ecco che tutto torna, il making of di un libro che racconta come sono nati i libri...), sono segno, appunto, di amore, passione, riconoscen­za. Le foto, le parole (contributi importanti, e tra questi ci sono fior di autori competenti come James Clough, Jost Hochuli, Lucio Passerini, Enrico Tallone) restituisc­ono con compiutezz­a lo sforzo di comunicare quanto fatto. Il compianto Cesare De Michelis dà un contributo partecipat­o. Eppure, per una volta, non sono d’accordo con il suo incipit. Dice che «le glorie della tipografia appartengo­no alle arti, certo minori rispetto a quelle cui presiedono solenni le Muse...». Anche no. E questo libro, e i molti usciti da queste macchine, stanno lì a dimostrarl­o. A chent’annos!, come si dice dalle mie parti.

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Le mani del tipografoF­oto dal libro

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