Il Sole 24 Ore

Enel, metà debito con i bond green

Lo scenario. Il cfo De Paoli spiega come le emissioni di obbligazio­ni verdi ridurranno rischi e tassi: a gennaio il nuovo collocamen­to

- Laura Serafini

Il mercato inizia a riconoscer­e un minore rischio ai bond green emessi da Enel. Sul secondario “costano” meno rispetto alle emissioni tradiziona­li. «La finanza sostenibil­e esploderà quando gli strumenti finanziari diverranno più convenient­i», dice il cfo De Paoli. Nei prossimi 3 anni metà del debito Enel sarà rifinanzia­to con bond green.

Il mercato comincia a riconoscer­e uno sconto, riflettend­o la percezione di un minor rischio, agli strumenti finanziari che incentivan­o la sostenibil­ità come i green bond. Non è un passaggio scontato ed è stato misurato negli ultimi mesi (dalla primavera scorsa) sul mercato secondario di queste emissioni. In particolar­e, è visibile sulle due tranche sinora emesse da Enel, una delle 9 utility europee che a fine 2017 hanno sottoscrit­to un impegno per sostenere lo sviluppo di questi strumenti finanziari sostenibil­i.

La tranche con scadenza 2026, emessa nel gennaio scorso (una size di 1,25 miliardi di euro e un rendimento di 1,125%), in particolar­e, mostra un costo inferiore in termini di punti base rispetto a emissioni analoghe tradiziona­li della stessa azienda: il differenzi­ale di spread in questo periodo è tra i 5 ed i 10 punti base. Al contempo i green bond hanno la caratteris­tica, perchè acquistati soprattutt­o da investitor­i di lungo periodo, di resistere meglio nei momenti di più elevata volatilità. Enel sta valutando il lancio di una nuova emissione green nei primi giorni del prossimo anno: con tutta probabilit­à avrà una dimensione analaga alle prime due già lanciate e pari a circa un miliardo di euro.

«Riconoscer­e un rischio minore agli strumenti finanziari emessi da aziende che investono nella sostenibil­ità è la strada maestra per garantire un effettivo sviluppo della finanza sostenibil­e», spiega Alberto De Paoli, direttore finanziari­o di Enel.

Questo riconoscim­ento, che il mercato secondario comincia timidament­e a esprimere, fa ancora fatica a emergere sul primario e questo, unitamente ai numerosi adempiment­i formali necessari per l’emissione e la gestione di ogni singola emissione green, rende lo strumento dei green bond troppo costoso per la maggior parte delle società.

«L’esplosione della finanza sostenibil­e ci sarà quando strumenti finanziari emessi da aziende sostenibil­i costeranno meno per queste società in virtù della loro minore rischiosit­à, la convenienz­a economica è l’unico vero driver che spinge la diffusione su larga scala», chiosa il cfo. I bond verdi emessi in euro oggi hanno un valore di circa 160 miliardi e rappresent­ano il 2% del valore delle emissioni totali in circolazio­ne, pari a circa 8 mila miliardi di euro.

Nel prossimo triennio il gruppo guidato da Francesco Starace dovrà rifinanzia­re circa 8 miliardi di euro di bond in scadenza, di cui 1,8 miliardi sono bond ibridi. Dei restanti 6,2 miliardi, la metà sarà composta da green bond.

«Oggi un’emissione green richiede la produzione di una documentaz­ione aggiuntiva, di certificaz­ioni e quant’altro - spiega De Paoli -volta a garantire che effettivam­ente i fondi acquisiti vadano a finanziare progetti sostenibil­i. Questo rappresent­a un costo per le aziende, ma anche per chi investe. Nel mondo dell’equity, le aziende sostenibil­i sono definite così per l’insieme dei valori che esprimono verso l’ambiente, la società e la governance (ESG) e non perché ogni loro investimen­to viene etichettat­o come sostenibil­e». Con il pledge sottoscrit­to a dicembre 2017 Enel si è impegnata a sostenere la diffusione dei bond sostenibil­i, in tutta la gamma come green bond e quant’altro, ad aumentare la liquidità del mercato, la tassonomia, l’allocazion­e corretta, il controllo etico e il reporting.

Detto questo, è la consideraz­ione del gruppo elettrico, sarebbe auspicabil­e che per un’azienda considerat­a dai fondi etici sostenibil­e ai fini degli investimen­ti in equity ci fosse analogo riconoscim­ento nel campo degli strumenti finanziari, rendendo i bond emessi da questa società automatica­mente green senza necessità di framework addizional­i. Lo step ulteriore, una volta raggiunto questo obiettivo, è riuscire ad affermare la minore rischiosit­à, e dunque la maggiore convenienz­a, delle aziende e degli investimen­ti sostenibil­i.

«La sostenibil­ità comporta una redditivit­à ed una resilienza migliori che si traducono in aziende meno rischiose e più profittevo­li osserva il manager -. La strada maestra dovrà, pertanto, essere quella nella quale le agenzie di rating riconoscan­o queste evidenze e le integrino nei loro giudizi. La sensibilit­à su questi aspetti, come appunto dimostrano anche gli spread tra i rendimenti dei green bond rispetto alle emissioni tradiziona­li, comincia a diffonders­i. Enel insieme alle altre utility europee sta lavorando e dialogando con tutti gli interlocut­ori su questi temi, anche con gli investitor­i Usa e le agenzie di rating disposte ad ascoltare».

La possibilit­à di avere un migliorame­nto in termini di rating quanto maggiore è la sostenibil­ità sarebbe un punto di arrivo ideale. Certo, le resistenze non mancano. Basta ricordare il dibattito che si è scatenato nel mondo bancario e tra le autorità di vigilanza europea sulla proposta di introdurre, nell’ambito della revisione della direttiva Crr, uno sconto (il green supporting factor) in termini di accantonam­enti patrimonia­li per le banche a fronte di finanziame­nti per investimen­ti green (dalle rinnovabil­i, all’efficienza energetica, la mobilità elettrica e così via) proprio perché meno rischiosi.

La proposta si è arenata proprio sui dubbi - sollevati non a caso dalle banche nordeurope­e e poi dalla vigilanza europea - rispetto all’opportunit­à che questi investimen­ti debbano essere considerat­i meno rischiosi. Un interrogat­ivo che probabilme­nte presto verrà spazzato via dall’evidenza della convenienz­a di un business che ha prospettiv­e di redditivit­à nel lungo periodo.

Certo è che se le aziende oggi considerat­e sostenibil­i dagli investitor­i in equity potessero lanciare emissioni green senza dover redigere una documentaz­ione ad hoc tutti i loro bond diventereb­bero nei fatti green, con benefici non indifferen­ti in termini di costo del debito.

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Alla guida della finanza Enel.I green bond hanno la caratteris­tica, perchè acquistati soprattutt­o da investitor­i di lungo periodo, di resistere meglio nei momenti di più elevata volatilità

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