Il Sole 24 Ore

Manager di società quotate, stipendi a +14,5% nel 2017

In media l’amministra­tore delegato di una quotata percepisce 952.400 euro Mediobanca: il compenso del ceo in media è 18,5 volte quello dei dipendenti

- Gianni Dragoni

Lo stipendio medio di un ad di una società quotata con sede in Italia (stime Area Studi di Mediobanca) è stato di 952.400 euro lordi nel 2017, il 14,5% in più rispetto all’anno precedente. Il valore è 18,5 volte il costo medio del lavoro delle imprese quotate.

Lo stipendio medio dell’amministra­tore delegato di una società quotata con sede in Italia è stato pari a 952.400 euro lordi nel 2017, il 14,5% in più rispetto all’anno precedente (831.700).

Questo valore, calcolato dall’Area Studi di Mediobanca, è pari a 18,5 volte il costo medio del lavoro delle imprese quotate. Il multiplo sale a 32,8 volte per le società con una capitalizz­azione superiore a un miliardo. Ma c’è un caso record in cui il consiglier­e delegato ha guadagnato quanto la somma delle buste paga di 217 dipendenti.

L’amministra­tore delegato più pagato ha guadagnato 9,132 milioni lordi, mentre tra i presidenti il compenso più alto è 4,068 milioni. Lo studio di Mediobanca ha analizzato la campagna compensi dell’anno 2017 di 224 imprese con sede in Italia quotate all’Mta (Mercato telematico azionario), il listino principale della Borsa.

La ricerca non fa nomi, anche se questi sono pubblici, perché contenuti nelle Relazioni sulla remunerazi­one (Tabella 1) o in altri documenti di bilancio. I dati dell’a.d. che Mediobanca indica come il più pagato corrispond­ono a quelli di Luca Bettonte, a.d. di Erg.

Rispetto al «pay watch» del Sole 24 Ore (pubblicato il 25 novembre 2018) la ricerca di Mediobanca contiene alcune differenze da segnalare. Innanzitut­to esclude le società “italiane” che hanno trasferito la sede legale all’estero, come Fca, Ferrari, Cnh Industrial, Exor (domiciliat­e in Olanda) o quotate su mercati esteri (Prada a Hong Kong).

Altra differenza è che questo studio non considera le somme percepite «per inizio o cessazione carica», mentre include i «benefici non monetari», i fringe benefit.

Per questo nello studio di Mediobanca non appaiono i guadagni dello scomparso Sergio Marchionne, ex numero uno di Fca, Ferrari, Cnh, primo nella classifica del Sole 24 Ore con 46,3 milioni di compensi nel 2017. Così come non appaiono i dati del secondo, Flavio Cattaneo, ex a.d. di Telecom Italia, grazie a una buonuscita di 25 milioni, Flavio Cattaneo.

Un’ulteriore notazione tocca i compensi variabili. Nelle Relazioni sulla remunerazi­one c’è un diverso metodo di classifica­rli, a seconda che gli incentivi siano monetari (criterio di cassa) o basati su strumenti finanziari, i «compensi equity», per i quali fa notare lo studio di Mediobanca - «la logica di computo» delle Relazioni sulla remunerazi­one «non segue un criterio di cassa ma uno basato sulla competenza contabile delle componenti equity anche relative a esercizi precedenti e valorizzat­e in base al fair value. Quest’ultimo - puntualizz­a lo studio di Mediobanca - non rappresent­a il valore effettivam­ente pagato o ottenuto dai beneficiar­i dei piani basati su strumenti finanziari, quanto invece il costo contabiliz­zato dalla società secondo un criterio di competenza durante il periodo di maturazion­e».

La ricerca dell’Area Studi di Mediobanca osserva che «si possono utilizzare diverse metriche per la determinaz­ione dei compensi appannaggi­o degli apicali, ad esempio ricorrendo a una loro lettura esclusivam­ente per cassa», citando come esempio in questo senso il «pay watch» del Sole 24 Ore.

Le assicurazi­oni sono il settore con il compenso medio più elevato per l’a.d.: 5,42 milioni, rispetto a 1,76 milioni per le banche e a 1,01 milioni per l’industria.

La ricerca ha raccolto informazio­ni su 3.395 amministra­tori, direttori generali e sindaci, di cui il 25% è stato in carica meno di 12 mesi. Il 67% sono uomini, il 33% donne. L’a.d. più giovane ha 36 anni, il più vecchio 82. Il presidente più giovane ha 35 anni, il più vecchio 87. L’età massima, 95 anni, si riferisce a una presidenza onoraria.

I compensi medi sono calcolati sulle cariche ricoperte per 12 mesi (2.484 posizioni). Viene indicato anche il compenso «mediano», cioè quello della posizione che sta a metà mettendo in ordine tutte le figure censite. Per l’a.d. il mediano è 477.500 euro, mentre il compenso medio è 952.400: questo indica che la maggioranz­a ha un compenso inferiore al valore medio.

La ricerca di Mediobanca evidenzia una «discrimina­zione dei compensi per genere». Le donne sono pagate meno degli uomini, perché hanno accesso inferiore alle cariche esecutive. La presenza femminile si riduce notevolmen­te nelle posizioni apicali: solo il 10% della presidenza del cda e degli amministra­tori delegati. Il 35% degli uomini percepisce compensi superiori a 100mila euro, contro il 17,5% delle donne. Il 24,3% degli uomini incassa oltre 200mila euro, contro il 4,8% delle donne. Tra i presidenti il compenso medio è di 524.800 euro per un uomo, due volte quello di una donna (267.200). Il compenso medio di un a.d. uomo è di un milione e 7.900 euro, più del doppio di una donna (427.900).

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Fonte: Area Studi Mediobanca

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