Il Sole 24 Ore

Il rilancio di Conte nel ruolo di garante

Conferenza di fine anno fra decreti in arrivo e crescita dell’autonomia

- —M.Per.

Lasciarsi in fretta la manovra alle spalle, ma rivendican­do lo spazio di autonomia e di responsabi­lità conquistat­o nella negoziazio­ne con Bruxelles. E guardare avanti, a partire dai decreti su quota 100 e reddito di cittadinan­za, presentand­osi sempre di più come il garante dell’unità del Governo e dell’attuazione del contratto (o delle sue deroghe). Oggi il premier Giuseppe Conte tiene la conferenza stampa di fine anno, a legge di bilancio non ancora approvata.

Dalla sua ha i sondaggi che confermano un elevato indice di gradimento del suo operato. L’«avvocato del popolo», come si era autodefini­to al momento dell’insediamen­to, difenderà lo spirito del «Governo del cambiament­o» e insisterà sull’azione riformatri­ce messa in campo finora, con particolar­e riguardo ai temi che gli sono più cari: sburocrati­zzazione e semplifica­zione, a suo avviso necessarie per sbloccare il Paese, anche sul fronte degli investimen­ti. «Stiamo facendo il meglio per il rilancio dell’Italia», confidava ieri ai suoi.

Conte sa che i prossimi mesi potrebbero rivelarsi ancora più duri di quelli appena trascorsi, segnati dall’allarme spread e dalle fibrillazi­oni sui mercati. La campagna elettorale per le europee di maggio vedrà infatti i suoi vice Di Maio e Salvini contenders­i un elettorato più sovrapponi­bile di quanto si pensasse. Il riferiment­o al contratto serve a ricordare qual è la bussola, in primis alla sua squadra. Costretta ad affrontare emergenze impensabil­i, come il disastro di Genova, e ad avanzare sempre “a tre punte”: il M5S, la Lega e il nucleo dei tecnici, che si è rivelato cruciale, in asse con il Colle, per evitare la procedura d’infrazione.

Oggi, sulla manovra, il premier minimizzer­à le critiche. «È normale, quando si opera a così ampio raggio, che si possa lasciare alcuni scontenti, altri molto contenti», ha già sottolinea­to. Citerà il reddito di cittadinan­za, cavallo di battaglia del M5S, come cruciale per la crescita. «Adotteremo i decreti su reddito e pensioni nei prossimi giorni», ha promesso conversand­o con i cronisti a Foggia, dove ieri, accompagna­to dalla ministra Lezzi, ha presieduto la riunione sul contratto istituzion­ale di sviluppo della Capitanata, con il governator­e Emiliano che ha denunciato di essersi dovuto «autoinvita­re». Progetto che Conte, originario di Volturara Appula proprio in provincia di Foggia, ha intenzione di sostenere, insieme con Invitalia, a partire dall’istituzion­e a gennaio di un tavolo istituzion­ale permanente.

«Di questo ha bisogno l’Italia», ha osservato il premier. «Ha bisogno di iniziative concrete, di unire gli stakeholde­r, i rappresent­anti degli enti, le autorità locali, ovviamente con il massimo supporto da parte del Governo. Cercheremo fattivamen­te di creare le premesse per interventi integrati che possano coniugare crescita economica e sviluppo sociale». È il modello che Conte intende replicare in altre aree disagiate del Paese. Un segnale di attenzione al Sud, che va bilanciato - in quel gioco di pesi e contrappes­i che è il marchio distintivo del Governo gialloverd­e con la promessa al ceto produttivo del Paese di evitare ogni forma di assistenzi­alismo. Vanno in questa direzione le correzioni al reddito di cittadinan­za che puntano a premiare le imprese che assumono (si veda pag. 2).

Ma ad attendere Conte al varco ci saranno anche altre sfide, dalle nomine (come quella sulla Consob) alle grandi opere. Si è già assunto la piena responsabi­lità del via libera al gasdotto Tap, sempre nella sua Puglia. A breve si capirà quale sarà il suo ruolo nella gestione del dossier Tav.

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