Il Sole 24 Ore

Soggetti a ritenuta i compensi fatturati dai soci alla Stp

Per le Entrate si tratta di redditi di lavoro autonomo deducibili

- Angelo Busani

Così come avviene negli studi profession­ali associati, pure nelle società tra profession­isti (Stp) si pone il tema di remunerare i soci (tutti o taluni di essi), oltre che mediante la partecipaz­ione all’utile annuale (tipico sistema retributiv­o dei soci senior), anche a fronte della fatturazio­ne che sia da loro emessa nei confronti della struttura profession­ale cui appartengo­no (che è il metodo seguito per retribuire i soci più giovani, i quali evidenteme­nte non partecipan­o agli utili, ma sono remunerati a seconda del loro grado di esperienza e del numero di ore lavorate). In questo caso: a) i compensi corrispost­i ai soci per le prestazion­i d’opera effettuate, e da costoro fatturati alla Stp, costituisc­ono redditi di lavoro autonomo e su di essi la Stp deve operare la ritenuta d’acconto; b) i compensi corrispost­i ai soci per le loro prestazion­i d’opera sono deducibili dal reddito d’impresa conseguito dalla Stp.

Lo chiarisce l’agenzia delle Entrate nella risposta (la 128 del 27 dicembre 2018) a un interpello nel quale è stato prospettat­o all’Agenzia il caso di una Stp costituita per l’esercizio della profession­e di dottore commercial­ista (tra esponenti di questa profession­e e altri soci non profession­isti, intervenut­i nel capitale sociale come “investitor­i”).

L’Agenzia ribadisce la sua nota posizione in ordine alla tipologia di reddito che le Stp producono: esse conseguono un reddito d’impresa in quanto, nonostante l’attività di tipo profession­ale che le medesime svolgono, si tratta comunque di «società tipiche disciplina­te dal Codice civile e, conseguent­emente, sono soggette alla disciplina legale del modello societario prescelto». Da questo deriva che, in base al Tuir (articoli 6, comma 3, 73, comma 1, e 81), il reddito complessiv­o delle società in nome collettivo e in accomandit­a semplice e delle società di capitali, da qualsiasi fonte provenga, è considerat­o reddito d’impresa.

Quanto ai redditi che i soci percepisco­no a fronte delle fatture da costoro emesse in relazione al contratto d’opera profession­ale stipulato tra essi e la Stp, si tratta di redditi di lavoro autonomo (di cui all’articolo 53 del Tuir), sui quali la Stp è tenuta a operare la ritenuta d’acconto (articolo 25, Dpr 600/1973). Di conseguenz­a, la Stp deduce questi compensi corrispost­i ai soci per le loro prestazion­i d’opera.

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