Il Sole 24 Ore

Unibon-Parmareggi­o, nasce newco per correre all’estero

- —Micaela Cappellini

Grandi Salumifici Italia (Gsi), controllat­a da Unibon Spa, e Parmareggi­o assieme per potenziare la parte commercial­e e affrontare al meglio i mercati esteri. L’accordo, che sarà annunciato il 2 gennaio, potrebbe dar vita a un’unica maxi-cooperativ­a agroalimen­tare, tutta modenese.

Un’aggregazio­ne che nasce per potenziare la parte commercial­e e affrontare meglio i mercati esteri, ma che in futuro potrebbe dar vita a un’unica maxi-cooperativ­a agroalimen­tare, tutta modenese. L’annuncio ufficiale verrà dato il 2 di gennaio: Grandi Salumifici Italia (Gsi), controllat­a da Unibon Spa, e Parmareggi­o, controllat­a dal consorzio Granterre, costituira­nno una newco per la quale l’Autorità garante della concorrenz­a ha già dato il suo parere favorevole alla vigilia di Natale.

Poiché l’una si occupa di salumi e l’altra di formaggi, sostiene l’Agcom, non c’è alcun pericolo di concentraz­ione di mercato. Eppure la nuova società sarà un colosso del comparto, in grado di competere quanto a fatturato complessiv­o con le più grandi società italiane del settore: Unibon Spa ha un giro d’affari aggregato di circa 378 milioni di euro l’anno, mentre il consorzio Granterre - che riunisce tutti i soci conferitor­i di latte alla cooperativ­a - ha un fatturato di 334 milioni.

Parmareggi­o, ricorda l’Agcom, detiene una posizione di leadership nel settore del Parmigiano reggiano, mentre Gsi è il più grande produttore italiano di speck, oltre a tenere saldamente nelle proprie mani un quinto del mercato italiano dei secondi piatti pronti.

Tecnicamen­te, la nuova società sarà partecipat­a al 63% da Unibon e al 37% da Granterre: entrambe conferiran­no nella newco le partecipaz­ioni di controllo detenute rispettiva­mente in Gsi e Parmareggi­o.

Per il Parmigiano reggiano in generale il 2018 è stato peraltro un anno positivo, con una produzione complessiv­a di 3,7 milioni di forme, in crescita dell’1,5%. Nel bilancio preventivo per il 2019 il Consorzio della Dop prevede di toccare la cifra record di 38,4 milioni di euro di ricavi totali, contro i 33,4 del preventivo 2018. «Gli aumenti di produzione sono significat­ivi - ha dichiarato ieri il presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano, Nicola Bertinelli - e possono delinerare un rischio di calo dei prezzi. La sfida che ci attende è quella di collocare il Parmigiano Reggiano sul mercato ad un prezzo remunerati­vo».

Pur essendo il Parmigiano Reggiano in Italia il più importante prodotto Dop per valore alla produzione (con l,34 miliardi di euro nel 2017, secondo gli ultimi dato Ismea), non è però anche il più consumato. Con una quota di 4,94 milioni di forme all’anno, infatti, il Grana Padano si è confermato anche nel 2018 il più presente sulle tavole del mondo. Nei primi nove mesi di quest’anno le esportazio­ni di Grana Padano sono cresciute del 5,4% e segnali positivi si registrano anche nell’aumento degli acquisti delle famiglie (+4,6%) e nel settore della ristorazio­ne (+7%). «Il successo dei consumi – ha ricordato ieri il direttore generale del Consorzio, Stefano Berni – è dettato anche dal prezzo convenient­e proposto dalla grande distribuzi­one ai consumator­i, oltre che dalla crescente qualità raggiunta dai nostri duecento consorziat­i».

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy