Pensionati in piazza, Conte ironico: «Pochi euro, neanche l’Avaro»
Sindacati dei pensionati in piazza contro lo stop per tre anni, a partire da gennaio 2019, alla piena rivalutazione delle pensioni superiori a tre volte la minima (1.539 euro lordi al mese) introdotto dalla legge di Bilancio. «Basta far cassa su di noi», il governo «ci usa come bancomat per finanziare la manovra», dicono dai presidi nelle diverse città dove è andata in scena la protesta indetta unitariamente da Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil. Ad aumentare la polemica contribuisce il presidente del Consiglio Giuseppe Conte che nella conferenza stampa di fine anno parla di «un meccanismo “raffreddato” progressivamente» e di un contributo «quasi impercettibile». «Neppure l’Avaro di Moliere - ironizza forse si accorgerebbe di qualche euro in meno al mese». Parole che scatenano la reazione dei sindacati. Il segretario generale dei pensionati della Cgil, Ivan Pedretti, ribatte direttamente: «Avari a chi? Si tagli il suo stipendio». Ma fa discutere anche quanto detto dallo stesso premier subito dopo sui pensionati: «Ora scendono in campo, ma li ricordo silenti per la legge Fornero». Parole che Palazzo Chigi corregge più tardi: «Il presidente del Consiglio faceva riferimento alle sigle sindacali che rappresentano i pensionati e non ai pensionati stessi».
Ma la misura viene contestata dai leader sindacali. «Questo governo aveva promesso di eliminare la legge Fornero e invece è tornato a fare cassa con i pensionati, tre miliardi e mezzo per i prossimi tre anni, e questo non è ammissibile», attacca il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo. Sostegno “pieno” alla protesta dei pensionati viene espresso anche dalla segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan: «Bloccare la rivalutazione è una scelta iniqua e sbagliata anche da punto di vista economico. I pensionati meritano più rispetto e considerazione da questo governo ed in generale dalla classe politica».