Il Sole 24 Ore

PREVIDENZA, I RISPARMI DI SPESA MESSI IN BILANCIO

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Stretta sulla rivalutazi­one

Il governo ha introdotto con il maximendam­ento alla manovra un rallentame­nto della rivalutazi­one delle pensioni all'inflazione. Che resta parziale per gli assegni più elevati. Nel nuovo schema ridisegnat­o al Senato l’indicizzaz­ione resta al 100% solo per le pensioni fino a tre volte il minimo (1.530 euro lordi al mese), seguita da una stretta che cresce col crescere dell'assegno. In particolar­e, la perequazio­ne su aliquote decrescent­i si ferma al 97% sulla quota di pensione compresa tra 3 e 4 volte il trattament­o minimo Inps; al 77% sulla quota compresa tra 4 e 5 volte; 52% tra 5 e 6 volte; 47% sopra 6 e fino a 8 volte il minimo, 45% tra 8 e 9 e 40% per quelli superiori.

Un sistema di blocchi con più scaglioni e meno forte rispetto all'attuale, in scadenza a fine anno

Tagli agli assegni elevati

Previsto un prelievo di solidariet­à, per i prossimi cinque anni, sulle pensioni più elevate. Il “taglio” parte da 100mila euro lordi l'anno (anziché da 90mila), ovvero per assegni da circa 5mila euro al mese. In cinque scaglioni, i prelievi vanno dal 15% fino al 40% sugli assegni superiori, rispettiva­mente, ai 100mila e ai 500mila euro lordi l'anno.

Il taglio sarà del 15% per la parte eccedente degli assegni da 100mila a 130mila euro lordi l'anno. Stretta del 25% per la parte eccedente 130mila euro e fino a 200mila euro, del 30% per la parte eccedente 200mila euro e fino a 350mila euro, del 35% per la parte eccedente 350mila euro e fino a 500mila euro, del 40% per la parte eccedente i 500mila euro. La platea interessat­a si stima sia di 25mila pensionati (sono escluse dal taglio le pensioni di invalidità)

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